La distribuzione cinematografica sembra dividersi in due gruppi ben distinti: fanno parte del primo tutti quei film che vengono pubblicizzati fino alla nausea, il cui trailer è sempre presente nella pausa pubblicitaria su YouTube o nei post sponsorizzati su Instagram. Nel secondo gruppo finiscono invece tutti quei film la cui uscita non viene praticamente pubblicizzata e che, quindi, vengono visti esclusivamente dagli appassionati o da chi va al cinema e tira a sorte per scegliere quale film guardare. The Woman in the Yard ricade senza ombra di dubbio nel secondo gruppo – infatti sicuramente in molti non si saranno neanche accorti che il nuovo film di Jaume Collet-Serra è arrivato nelle sale italiane il 5 giugno.
Ramona sta passando un brutto periodo: in seguito ad un incidente stradale ha perso il marito e ora si ritrova con una gamba rotta e una forte depressione che le impedisce di alzarsi da letto e prendersi cura di sé stessa, dei suoi due figli e della casa che il marito aveva comprato per ristrutturare. Una mattina la famiglia nota che nel terreno davanti alla casa è apparsa una donna vestita completamente di nero con il viso coperto. Questa è seduta su una sedia e rimane ferma a fissare la casa, facendo preoccupare Ramona e i suoi due figli Taylor e Annie. La figura minacciosa che occupa la proprietà non sembra però intenzionata ad andarsene, e dopo aver comunicato a Ramona che “oggi è il giorno” (“today’s the day”) passerà il resto della giornata a terrorizzare la famiglia semplicemente rimanendo ferma in giardino. Quella della donna vestita di nero e con il volto coperto seduta in un giardino è un’immagine molto semplice. Non dovrebbe esserci nulla di particolarmente inquietante in questo – d’altronde è anche illuminata dalla luce del giorno, e i film horror ci hanno abituati a fantasmi, mostri e serial killer che si spostano nell’ombra e nel buio della notte -, eppure anche solo guardando la locandina del film si avverte fin da subito disagio e inquietudine. E visto che queste sono esattamente le sensazioni che si vogliono provare guardando un film horror, The Woman in the Yard sembra avere, almeno sulla carta, un ottimo potenziale.
Questo film segna il ritorno all’horror di Jaume Collet-Serra, regista de “La Maschera di cera“, “Orphan” e “Paradise Beach: dentro all’incubo“, nonché del più recente “Carry-on“, thriller al cardiopalma uscito su Netflix per le feste di Natale ’24. A prescindere dal gusto personale, è innegabile che i suoi precedenti lavori (soprattutto La Maschera di cera e Orphan) abbiano avuto un grande impatto sul pubblico. Proprio per questo è ancora più sorprendente che The Woman in the Yard sia un film così dimenticabile. Nella prima parte vengono messe buone basi e, anche se non succede poi molto, viene comunque creata un’atmosfera ricca di tensione, che risulta quasi claustrofobica e che riesce a mantenere l’attenzione dello spettatore – nonostante le tematiche familiari spinose che vengono affrontate e che in certi momenti risultano difficili da sopportare. Questo inizio, sebbene non proprio “movimentato”, mostra comunque il potenziale del film e della storia raccontata, facendo riporre grandi aspettative nella seconda parte del film. E purtroppo è proprio qua che il film scivola rovinosamente. Quello che parte come un horror psicologico che sfrutta la figura inquietante della Donna per simboleggiare la depressione, si perde in una seconda parte totalmente priva di sostanza che riesce a fatica a mantenere l’attenzione dello spettatore. Purtroppo neanche l’ottima performance della sua attrice protagonista, Danielle Deadwyler, è abbastanza per salvare The Woman in the Yard.