The Lodge – La recensione

15 Gen 2020

THE LODGE – TERRORE NELLA NEVE

Eccoci ancora con una nuovissima recensione in anteprima. Stavolta si parlerà di The Lodge, nuovo film di genere in uscita il 16 Gennaio, e il compito di questa disamina spetta al sottoscritto. Che ne dite, cominciamo?

Per Aiden e Lia le cose non si mettono bene. I due piccoli fratelli non accolgono favorevolmente il futuro matrimonio tra il papà e la sua nuova fiamma, Grace: una donna dal carattere mite e dal torbido passato. Aiden e Lia tendono a chiudersi ogni giorno di più, forse per amore della loro madre a sua volta devastata dalla separazione col marito. La situazione prende pieghe inaspettate quando, costretti dal padre speranzoso di un avvicinamento tra figli e nuova compagnia, i due rimangono soli con Grace a trascorrere alcuni giorni in uno chalet di montagna.

Considerevolmente accettata come una trappola per topi, non risulta troppo difficile immaginarsi il percorso narrativo di un film come The Lodge, e non sarebbe del tutto sbagliata come affermazione se non fosse per un unico punto: l’inaffidabilità di ciò che si vede.
Uno spunto molto interessante e su cui lo script marcia volutamente, è proprio l’inaffidabilità. Una mancanza di fiducia nei confronti dei personaggi che porta lo spettatore in un piacevole (forse non troppo, ma ehi, è un horror!) stato di super tensione, dove non si ha mai la certezza di chi fra i personaggi stia realmente dicendo la verità. In questo fitto oceano si muove la prima metà del film, che è anche la più riuscita. Sì, perché grazie al dubbio, grazie allo sconcerto del non sapere chi fra questo strano triangolo di personaggi (Aiden, Lia e Grace) sia la vittima e chi il carnefice, la tensione raggiunge dei livelli che non passano certamente inosservati. Diventa chiarissimo come Veronika Franz e Severin Fiala prendano tutto ciò che di buono c’era in Goodnight Mommy (oscurità inespressa all’interno dell’infante) e lo facciano evolvere in questa prima metà davvero pregevole, dove la pellicola proietta lo spettatore in un luogo tanto freddo nelle ambientazioni quanto gelido nei dolori interiori dei personaggi che lo popolano.
Poi arriva la seconda metà, e la questione cambia sensibilmente.


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Oh, se cambia! Purtroppo lo scivolone narrativo è forte ed è quasi impossibile non percepirlo. L’errore dei due registi, affiancati dall’italo-scozzese Sergio Casci alla sceneggiatura, è quello di proporre allo spettatore una rivelazione sì utile, ma fin troppo anticipata, che ridimensiona le aspettative e che spara dritto in faccia allo spettatore chi è il buono e chi è il cattivo, in una distinzione che non rende giustizia all’apparente complessità dei personaggi. Ci si ritrova quindi ad affrontare la tipica discesa nel malsano, fuorviati da una prevedibilità che è ormai spoglia del mistero e che si conclude in un finale abbastanza sciatto. A risollevare di tanto in tanto la situazione interviene la regia di Franz e Fiala che, supportata da un montaggio sonoro ben architettato, costruisce piccoli ma allo stesso tempo grandi attimi di terrore. Nel complesso questo mix finisce col non bastare, facendo uscire dalla sala uno spettatore non del tutto appagato.

Detto ciò, oltre che sottolineare una regia comunque ben riuscita e confezionata ad hoc per un film di questo tipo, mi riesce impossibile non esporvi una determinata riflessione. Per i cultori del genere Horror, dopo la visione del film inizierà a farsi strada l’idea che al di là di tutto è possibile che il genere stia affrontando un periodo di rivoluzione. In alcune scene infatti, soprattutto all’inizio, sarà abbastanza facile tornare col pensiero ad Ari Aster e al suo modo di vedere il genere, la maniera con cui il regista di Hereditary e del più recentissimo Midsommar è riuscito a costruire il terrore. Il vuoto dell’extradiegetico oppure la fortissima attinenza alla realtà e ai suoi rumori nei momenti di più gravi tragedie sembreranno quasi emulare quanto fatto dal buon Aster nelle sue due opere. Questo è uno spunto interessante perché da tempo l’Horror viene spesso caratterizzato dal classico jumpscare, senza una vera e propria costruzione dell’angoscia che possa sottolineare i percorsi narrativi a cavallo del terrore. La fiducia nel genere giunge spontanea quando un regista importante come Aster viene palesemente preso in considerazione, rimaneggiato nello stile e riutilizzato per avvalorare la costruzione registica di un film che fa della tensione il perno principale.

CONCLUSIONI: The Lodge si presenta come un horror diverso dai soliti lavori basati sul tipico jumpscare, tenendo lo spettatore incollato e col fiato sospeso durante tutta la prima metà, ma finendo col perdere gran parte del fascino a causa di un secondo tempo che fa della prevedibilità il suo tallone d'Achille.

VOTO FINALE: 7

SCHEDA FILM

  • USCITA: 16/01/2020
  • GENERE: Horror
  • REGIA: Veronika Franz / Severin Fiala
  • DURATA: 100 min
  • SCENEGGIATURA: Veronika Franz / Severin Fiala / Sergio Casci
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