In questo articolo, parliamo di uno degli argomenti più pesanti e meno ludici presenti nel mondo videoludico. Una situazione di quelle che colpiscono tante, troppe persone e negli ultimi anni – seppur con frequenza minore nel 2025 – troppo spesso. Soprattutto, in questi giorni,la “casata verdecrociata”, ha segnato un triste record. Sei su NerdGate e stai leggendo cosa sta succedendo nel mondo videoludico dopo che Microsoft ha licenziato all’incirca 9.000 persone.
Parliamo del fatto in sé e di numeri. Più di 9.000 persone – non solo della divisione Xbox – di una singola azienda sono state rimosse dal loro incarico, segnando una riduzione del 4% della forza lavoro. Ovviamente, un taglio di tale entità si va a sommare pesantemente agli altri licenziamenti che l’azienda ha perpetrato ultimamente. Considerando anche il 2023 e pochi mesi fa, parliamo di più di 20.000 persone licenziate. Insomma, numeri che fanno paura e che fanno pensare a quanto labile sia il posto di lavoro e il rispetto.
Dal punto di vista aziendale, Phil Spencer segue le direttive, rimanendo a capo della divisione Xbox e smentendo le voci sulle sue possibili dimissioni. Ai team interni, il capoccia, ha rilasciato il seguente messaggio: “Oggi abbiamo annunciato decisioni che avranno un impatto sui dipendenti di tutta la nostra organizzazione. Al fine di posizionare la divisione gaming verso un successo duraturo e permetterci di concentrarci sulle aree di crescita strategica, taglieremo o ridurremo le attività in alcune aree dell’azienda, seguendo l’esempio di Microsoft nel rimuovere livelli di gestione per aumentare agilità ed efficacia.”
“Per rispetto nei confronti di chi è stato colpito da queste decisioni, i dettagli specifici delle comunicazioni odierne e di eventuali cambiamenti organizzativi verranno condivisi dai vostri coordinatori nei prossimi giorni. Riconosco che questi cambiamenti arrivano in un momento in cui abbiamo più giocatori, più giochi e più ore di gioco che mai. La nostra piattaforma, l’hardware e la roadmap dei giochi non sono mai stati così solidi. Il successo che stiamo vivendo oggi è il risultato di decisioni difficili prese in passato. Ora dobbiamo compiere nuove scelte per garantire il successo nei prossimi anni, e una parte fondamentale di questa strategia è la disciplina nel dare priorità alle opportunità più forti.”
Insomma, le difficili decisioni del passato fanno l’occhiolino ai vecchi licenziamenti già menzionati e al mix di eventi in cui l’universo tech è immerso. Qui, infatti, dobbiamo parlare di universo tech del quale fa parte la divisione gaming di Xbox, in quanto Microsoft è tale non certo per i videogiochi. Per carità, anche grazie a questi l’azienda di Redmond è entrata nelle case degli utenti, tuttavia non è il suo business core aziendale.
Che siano ancora gli strascichi di un mondo post pandemico che non ha fatto i conti con il ritorno all’aria aperta? In parte, questa problematica potrebbe risultare ancora limitatamente presente seppur pesantemente ridotta dagli anni passati dalla valanga di licenziamenti a cui abbiamo assistito. Oggi, però, va aggiunto un ingrediente nel pentolone: gli investimenti.
Il colosso americano, infatti, è noto per aver fatto e per fare grandissimi investimenti destabilizzanti per il mercato, come Activision-Blizzard tempo fa. Se alle acquisizioni aggiungiamo il desiderio di Microsoft di non rimanere indietro nel mondo delle IA, ecco che si parla di un nuovo pesante investimento. Piscatella, il solito analista, sostiene che la strategia è quella di licenziare per ottenere abbastanza fondi per investire nel mondo delle intelligenze artificiali. Quanto questo possa essere allineato alla realtà dei fatti lo scopriremo soltanto tra qualche tempo.
Tuttavia, mosse strategiche di questo genere, fatte da multinazionali il cui unico interesse è fatturare, sono all’ordine del giorno e, diciamolo francamente, sono un modo più che logico di rimanere in corsa. Il mercato del denaro, spietatamente dinamico, non accetta passi falsi e Microsoft non può permetterselo. Se volessimo pensarla molto a lungo termine, sempre con un’ottica utopistica, questo potrebbe essere il male minore. Perderne pochi per non perderne molti?
Quindi, quanto si può parlare di crisi del mondo videoludico e quanto di ennesimo evento di licenziamenti? Menzionare la parola crisi mi sembra leggermente eccessivo, d’altronde licenziamenti in questo mondo post pandemico sono avvenuti spesso e volentieri, nonostante sia un mercato in costante crescita. Non ci resta che aspettare per vedere se, veramente, l’azienda americana si trova in un mare di m…aldicenze oppure se veramente sta vivendo una crisi, come molti siti dicono.