Cosa abbiamo giocato ad aprile

Aaaaah la primavera, quella stagione solare ma non troppo, fresca ma non troppo ma soprattutto profumata e ideale per stare all’aria aperta. Sì, per carità, però è anche figo giocare all’Xbox o alla Playstation o a qualunque piattaforma a nostra disposizione. Per questo mese, ahimé, la lista dei giochi continua ad essere esile, vuoi che sia per motivi di lavoro che per motivi di gioco in sé. Eh sì, questo mese ho avuto il piacere di giocare ad un solo titolo ma che mi ha occupato una marea di tempo: Assassin’s Creed: Shadows (Playstation 5). Ormai, il titolo di casa Ubisoft è uscito da parecchio e di recensioni ce ne sono in quantità, la nostra ancora no ma uscirà, però -come ogni AC- riesce ad occuparti molto tempo. Sei su NerdGate e stai leggendo Cosa abbiamo giocato ad aprile.

Shadows, che potrebbe essere tranquillamente il nome di questo capitolo omettendo la parte Assassin’s Creed, è divertente ma di Ubisoft. Non che i prodotti dell’azienda francese non mi piacciano, però c’è costantemente quell’odore di gioco alla Ubisoft che vola intorno a noi. Al di là dei commenti tecnici, che leggeremo nella recensione, il gioco mi è piaciuto e mi ha regalato un bel viaggio. Esplorazione, rappresentazione del Giappone davvero impressionante, comparto tecnico-ambientale notevole e anche un buon filo narrativo, mi hanno regalato decine di ore piacevoli. Insomma, un viaggio nelle terre dei daimyō, tra shinobi e samurai che ci ha permesso di scoprire templi e gruppi segreti. Emozionante? Non direi proprio che sia un gioco emozionante. Tuttavia, risulta un titolo molto interessante, anche con tutte le pecche del caso: dalla dinamica evolutiva tipicamente oltralpe al livellamento necessario.

AC: Shadows risulta tra i titoli sugli assassini più interessante di queste ultime generazioni, e non solo perché esplora un universo dove non si era mai spinta la serie. L’immersione nello stile stealth, necessario se giochiamo con Naoe, appaga l’appassionato dei vecchi tempi. Se abbiamo amato Ezio Auditore, abbiamo amato la necessaria furtività alternata anche ad un pizzico di azione. Ecco, quell’aspetto che con la trilogia precedente era un po’ venuto meno, con Mirage e Shadows è stato riportato più in auge.

D’altro canto, la voglia di esplorare, di scoprire segreti e templi che mi ha suscitato Valhalla -tra quelli moderni- non me l’ha data ancora nessuno, nemmeno l’equivalente nipponico. Il titolo, come ben si sa, permette di giocare anche nei panni di Yasuke, samurai nero molto discusso, con il quale il suddetto elogio allo stealth viene meno. Il samurai chiama lo scontro faccia a faccia, che diventa molto piacevole, considerandone la sua predisposizione. Sebbene questo alternarsi possa essere comodo per affrontare le missioni come ci pare, risulta leggermente un elemento di rottura nell’immersione nella storia.

Assassin’s Creed: Shadows – Posizionamento “particolare” della cavalcatura su un tronco. A volte lo fanno

Relativamente a questo titolo, per quanto io sia contrario al wokismo dirompente, non è fastidiosa la presenza di un samurai nero, in quanto storicamente comprovata. Non condivido, quindi, le tante polemiche mosse dagli utenti per tale scelta. Tuttavia, capisco il fastidio provato dai giapponesi che, per una volta, potevano sentirsi rappresentati in un titolo della serie. Concludo dicendo che i titoli degli assassini sono sostanzialmente conformi ai loro ultimi classici andamenti. Inizialmente, prendono e appassionano ma, purtroppo, dopo 20-30 ore, nel mio caso, diventano tutti sempre troppo convergenti verso un’unica dinamica.