Black Panther – Recensione

LUNGA VITA AL RE!

18 Feb 2018

Black Panther si svolge a ridosso degli eventi di Captain America: Civil War, che hanno visto T’Challa perdere il padre. Tornato in Wakanda, dovrà prendere posto sul trono per consolidare la sua posizione e affrontare i nemici che minacciano la sua nazione.


UNA PELLICOLA CON UNA PROPRIA IDENTITÀ E UNA FORTE IMPORTANZA SOCIALE


Black Panther

Dopo la visione del primo trailer uscito quasi un anno fa, ammetto che le mie aspettative per il film erano tendenzialmente basse. La paura di trovarsi di fronte ad una semplice “origin story” col solito cattivone dalle motivazioni discutibili era tanta, eppure i Marvel Studios mi hanno sorpreso, confermando una qualità generale in continuo aumento con ogni pellicola.
Mettiamolo subito in chiaro: Black Panther è uno dei migliori stand-alone della Casa delle Idee, e i motivi vanno ricercati in diversi elementi decisamente azzeccati.

Partiamo con il parlare di T’Challa, interpretato magistralmente da Chadwick Boseman, il quale potrebbe seguire la scia di Robert Downey Jr, andando a legare negli anni a venire il suo volto al personaggio in modo indissolubile.
L’attore riesce infatti a fondere alla perfezione la regalità, la fierezza e e la pericolosità in battaglia, aggiungendo comunque quella leggera immaturità data dalla giovane età. Sono fermamente convinto che il personaggio sarà uno dei pionieri della Fase 4 insieme a Doctor Strange e Spider-Man.

UNA NAZIONE E IL SUO RE
L’altro grande protagonista di Black Panther è sicuramente il Wakanda, una nazione nascosta al mondo e dotata di un minerale alieno, il vibranio, che le ha permesso di diventare tecnologicamente superiore a qualsiasi altro Paese. La commistione di elementi tribali e tradizioni antiche con una tecnologia avanzatissima rendono l‘ambientazione fantasy fra le più ispirate e interessanti di sempre.
Ho apprezzato molto il modo in cui il Wakanda è stato trasposto, specie in un rito in particolare dove tutti i mezzi tecnologici vengono accantonati a favore della tradizione che non deve morire.
A scimmiottare un po’ queste tradizioni troviamo Shuri, l’irriverente sorella di T’Challa nonché vero e proprio genio che fornirà al protagonista ogni sorta di congegno tecnologico e supporto durante le sue missioni come Black Panther.
Differentemente dai fumetti, dove è T’Challa stesso ad essere un genio e a crearsi la propria attrezzatura, qui il compito è affidato alla sorella, e devo ammettere che la cosa funziona e mi ha portato a pensare che questo cambio sia stato attuato per evitare similitudini troppo forti col personaggio di Tony Stark.

A donarci un punto di vista esterno del Wakanda troviamo Everett Ross, un agente della CIA interpretato da Martin Freeman che si ritroverà coinvolto nelle vicende del film e ricoprirà un ruolo maggiore rispetto a quello visto in Civil War.
Onestamente resto dell’idea che il personaggio deve e può fare di più: inoltre, arrivati ad un certo punto del film, ho trovato la sua presenza alquanto superflua.

Black Panther

Ora, avete presente quei villain dalle motivazioni spicciole, con un destino già segnato e il carisma pressoché assente? Bene, perché qui non troverete niente di tutto questo.
A mettere in difficoltà il Wakanda troveremo infatti Ulysses Klaw, già incontrato in Avengers: Age of Ultron (dove perse un braccio) interpretato da un Andy Serkis in forma smagliante. Il personaggio risulta infatti un vero e proprio spasso sullo schermo e sarà presente in alcune delle migliori scene del film; inoltre riconferma le doti dell’attore anche fuori dai ruoli dove recita in motion capture, dove il suo volto è quasi completamente coperto dagli effetti digitali.

Ma il problema maggiore per T’Challa risulta essere Erik Stevens aka Killmonger, un personaggio segnato da un’infanzia difficile e con un percorso di vita che lo ha portato ad essere uno dei migliori soldati dei War Dogs, un’organizzazione specializzata nelle operazioni segrete.
Michael B. Jordan porta sugli schermi un villain sfaccettato e con delle motivazioni talmente solide da portare quasi a tifare per lui; non scenderò nei dettagli onde evitare spoiler, considerato che i colpi di scena non mancheranno, ma sappiate che rientra sicuramente fra i migliori cattivi dell’MCU.

Per quanto concerne la colonna sonora, sarò molto schietto: andate subito ad ascoltarla. Sì, perché il rapper Kendrick Lamar ha fatto uno splendido lavoro creando canzoni di ottima qualità che si fondono alle musiche tribali composte da tamburi e suoni che rimandano all’Africa rurale. Il risultato è un’alchimia incredibile che rende Black Panther un piacere per le orecchie.
Nota negativa invece per la CGI, specie nelle fasi finali ambientate di giorno, che risulta un po’ sottotono rispetto allo standard dei Marvel Studios: peccato.

CONCLUSIONI: Mi sento di consigliarvi la visione di Black Panther, che si attesta come uno dei migliori film dell'MCU e che sono certo riuscirà a lasciarvi qualcosa a fine visione

VOTO FINALE: 7

SCHEDA FILM

  • USCITA: 14/02/2018
  • GENERE: cinecomic, azione
  • REGIA: Ryan Coogler
  • DURATA: 134 minuti
  • SCENEGGIATURA: Ryan Coogler, Joe Robert Cole
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