The Precinct: La Recensione

Gli Anni '80 in un videogioco

Se solitamente nei titoli videoludici è difficile poter svolgere il lavoro del poliziotto divertendosi, in The Precinct, il titolo pubblicato da Kwalee e sviluppato da Fallen Tree Games, siamo riusciti ad avere un’ottima esperienza. Un salto indietro, in una cittadina di quarant’anni fa – Averno – ha permesso a tanti di noi di fare multe per un parcheggio mal fatto o per quelle miglia orarie di troppo. Ovvio che non è tutto così, altrimenti staremo parlando di Police Simulator ‘80. Il grande punto di forza di questo prodotto coraggioso è l’unione di una finta simulazione poliziesca con un intreccio narrativo interessante. Proprio qui, Nick Cordell Jr. entra in gioco come protagonista della storia, a fianco del suo mentore e amico Leo Kally.

Il coraggio si pone nel momento in cui si decide di affrontare un mondo aperto e decisamente dinamico con visuale isometrica accostandolo a dinamiche simulative. La libertà di andare in giro per la propria zona di pattugliamento, ma contemporaneamente di uscirne, permette di non sentirci ingabbiati in una area limitata. Affrontare il crimine, più o meno grave, con una visuale isometrica è stato interessante, soprattutto per la comodità di avere una visione complessiva dell’area. Tuttavia, in una città con palazzi che vengono resi invisibili al passaggio della camera, mi sono schiantato più volte perché non di immediata intuizione. Coerentemente con le dinamiche della scelta della visuale, anche il gameplay volto allo shooting non era intuitivo. Sicuramente, oserei definirla la dinamica più fastidiosa del videogioco, non essendo né comoda né di rapida intuitività. Peccato, perché di chiamate in cui bisogna intervenire ad armi spianate ne capitano e nemmeno poche.

Proprio con questo assist, proseguirei con l’elemento dinamicità. In questo caso, stiamo parlando di come il gioco riesca a tenerci concentrati sul nostro compito di tutori della legge. Lo fa, e lo fa anche bene, anche se a volte rischia di perdersi in un purpurrì di roba forse eccessiva. Capisco la natura poliziesca-open world ma se ogni 5 metri devo inseguire qualcuno, onestamente, cambierei città. Al di là delle battute, l’eccessiva presenza di attività dinamicamente riproposte, per quanto possa renderci iperattivi, potrebbe inflazionare il gusto dell’inseguimento, della sparatoria e di quant’altro viene proposto.

A questo problema si aggancia poi la costante presenza di macchine della polizia dopo ogni evento a cui partecipiamo. Decine di macchine che rimangono per strada e che là vengono lasciate. Dico io, per quanto avete fatto bene la gestione della guida dell’IA, altrettanto male avete concepito la dinamica del risalire in macchina e andarsene. Insomma, ci si aspetterebbe un dietrofront dei veicoli bianco e azzurri.

Parliamo, però, anche dei pregi di questo titolo divertente, perché ne ha e anche molti. La gestione dei comandi è comoda, soprattutto durante la guida, momento più delicato ed importante. Azzeccato, ma non originale, l’assegnazione dell’esperienza per ogni risoluzione delle chiamate: punti accumulati per ogni accusa corretta, arresto eseguito correttamente, lettura dei diritti e così via; punti detratti se accusiamo per attività illegali sbagliate, se feriamo qualche civile e altro ancora.

La possibilità di sviluppare quattro rami di potenziamenti è interessante, facilitante e non troppo difficile da inseguire, data l’esperienza che si raccoglie abbastanza velocemente durante il servizio. Ci permette, tra le cose, di affrontare i boss con più capacità, rinforzare il nostro veicolo, aumentare la salute e sparare col fucile dalla macchina.

La componente narrativa non è molto profonda, né molto originale ma in un contesto degli anni ’80 perfettamente azzeccata. Inaspettato, invece, il modo in cui si sviluppa, quasi a sovrascrivere una storia – a posteriori – già vista nel mondo cinematografico-videoludico. Qui il titolo si fa interessante, perché vivremo l’esperienza di Nick, neo-poliziotto e figlio dell’ex capo della polizia di Averno. Orfano di padre, Cordell Jr. arriverà ad una verità scavata per lo più negli ultimi canti. Per finire la storia, dovrete raccogliere diverse prove durante il vostro servizio, che, sommandosi, andranno a sbloccare i pezzi grossi della malavita avernense. Tre “boss” per le due gang rivali, il killer teatrale da catturare più le missioni finali che concluderanno la trama principale – mai veramente scavata a fondo fino ad allora – ci regalano un bel costrutto romanzesco.

Come la stragrande maggioranza dei titoli open world, a fine gioco potrete continuare a vigilare sulla città, girando per gli anfratti e fermando altri crimini. Non è un titolo pesante ed è piuttosto longevo grazie alle tante attività che possono essere fatte a ritmo di musica anni ‘80. Anche il comparto musicale, infatti, ha i propri meriti, poiché riesce a rafforzare l’ambientazione ottantina in maniera egregia e sempre coerente con il contesto.

CONCLUSIONI: Titolo divertente, dinamico e ben bilanciato nella difficoltà senza regalare troppo. Peccato per i vari difetti che ne inficiano la qualità, tuttavia il prodotto rimane piacevole e inaspettatamente non ripetitivo.

VOTO FINALE: 7

  • Divertente
  • Gestione degli inseguimenti
  • Bel connubio tra simulazione e narrazione
  • Gestione IA post attività
  • Shooting pessimo
  • Troppi eventi troppo consecutivi
SCHEDA GIOCO

  • DATA RILASCIO: 13-05-2025
  • GENERE: Open world ad ambientazione poliziesca con visuale isometrica
  • SVILUPPATORE: Fallen Tree Games
  • PUBLISHER: Kwalee
  • PIATTAFORME: Xbox, Playstation, PC
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