Nest – Rimani al Sicuro: La Recensione

Il mostro è vittima e la vittima è il mostro

18 Mag 2023

Quando si va a vedere un horror, nell’immaginario collettivo, si deve saltare di paura attraverso quelle apparizioni mistiche di mostri ben definiti che devono tentare, in ogni modo, di mangiare i buoni e, contemporaneamente, i cuori degli spettatori. Mattia Temponi, invece, con Nest – Rimani al Sicuro, prodotto grazie alla collaborazione tra Alba Produzioni e la 3c Films Group, ci vuole far vivere l’ansia che viene generata con l’avanzamento della storia e sfruttando l’ambientazione scelta. In questo articolo parleremo nel dettaglio del film, per leggere l’intervista in esclusiva a Mattia e Blu andate qui e sul canale YouTube per vederla. 

Di che parla? 

La pellicola porta lo spettatore in un’apocalisse zombie ribaltandone però ogni architettura classica, mostrando da un altro punto di vista cosa potrebbe accadere in un rifugio dove due persone condividono il medesimo spazio. Sara e Ivàn – rispettivamente Blu Yoshimi e Luciano Càceres – sono una sopravvissuta infetta e un volontario che devono sopravvivere, insieme, dentro un bunker – il Nido – superattrezzato e rifornito. La trama, che si snoda lentamente, mette in mostra lo svilupparsi del rapporto tra i due personaggi che non vedranno luce, incentrando il lungometraggio più sul lato orrorifico psicologico-relazionale, quasi thriller, che sul classico e riciclato horror.  

Va bene il no spoiler ma commentiamo qualcosa 

Ci troviamo di fronte ad una pellicola che vuole uscire fuori dal main stream, dando, come dice il regista stesso, per scontato che tutti noi sappiamo immaginare un’invasione zombie e le sue caratteristiche. A parte i primi 30 secondi, in cui si vedono 5 morti viventi, non avremo mai modo di percepire la presenza degli stessi, immaginandola, tuttavia, tutto il tempo. Interessante, coraggiosa e claustrofobica è stata l’ambientazione: sempre la stessa stanza, con le stesse due persone con il medesimo richiamo geometrico. Un alveare di tanti esagoni onnipresenti, che separano l’apocalisse del mondo esterno con quella all’interno. In questo modo, si riesce a riportare sullo schermo il rapporto tossico che si genera tra Ivàn e Sara, esplicitando rapidamente diverse denunce sociali e rendendo, invece, spesso presente l’argomento di critica contro la violenza domestica. Argomento delicatissimo e di fondamentale importanza, che va affrontato e che è giusto, e bello, venga proposto da un uomo. Gli attori riescono ad interpretare e, entrando sempre più in confidenza con il ruolo dopo i primi minuti più recitati, a trasmettere una manipolazione costante del supereroe azzurro sulla giovane infetta. 

Si gioca molto sul ribaltamento di prospettiva, il salvatore che diventa vittima e carnefice, la vittima che diventa salvatrice e carnefice, costruendo così una relazione fluida e mai ben definita. Si vuole, nei 90 minuti in cui la pellicola riesce ad esprimersi, distruggere il concetto di cattivo contro buono, facendo provare allo spettatore il disagio per come si pone il protagonista maschile e, al contempo, l’ansia della trasformazione imminente.  

Il gioco di luci, che viene proposto durante tutta la proiezione, balla sull’on/off degli interruttori e sulle luci di emergenza, rendendo protagonisti più i colori scuri, grigio e nero, che il bianco dei led. Sicuramente, tale elemento ha un ruolo fondamentale in un contesto chiuso, stretto e privo di sbocchi sul mondo esterno e sulla sua luminosità. Proprio qui, viene evidenziata un’architettura circolare, che racchiude l’entropia relazionale attraverso un’origine e una conclusione a mondo aperto, in forte contrapposizione a tutta la pellicola. La sceneggiatura viene, quindi, realizzata in modo molto dettagliato e riportata in scena gradevolmente. 

Di particolare interesse, anche, la scelta del girare il film in spagnolo con doppiaggio in italiano, che potrebbe inizialmente preoccupare ma che, in realtà, è talmente ben fatto da passare quasi inosservato.  

Arriva al dunque

Dunque, andatevelo a vedere dal 20 giugno per 90 min sulle poltrone comode, stavolta di casa vostra. Assolutamente, tempo ben speso e di qualità che ci permette di apprezzare del buon cinema italiano.

CONCLUSIONI: Bello vedere il cinema italiano, con prodotti di qualità, ricercati e non banali, collaborare con paesi cugini come l’Argentina, sviluppando una storia in soli 90 minuti ma ben sfruttati. Forse, addirittura, qualche minutino di troppo nella parte finale della pellicola, che risulta, globalmente, scorrevole, ansiogena al punto giusto – per cuori deboli come il mio – e gradevole.

VOTO FINALE: 8.2

SCHEDA FILM

  • USCITA: 20 giugno su: Chili, Rakuten, Sky Primafila, Google Play, Apple TV e Amazon
  • GENERE: Horror Psicologico, Thriller
  • REGIA: Mattia Temponi
  • DURATA: 90 min
  • SCENEGGIATURA: Mattia Temponi, Gabriele Gallo e Mattia Puleo
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