Mickey 17 – La recensione della nuova opera spaziale del regista di Parasite

Il suo lavoro è morire per salvare l'umanità - ma la vogliamo davvero salvare?

6 Mar 2025

Mickey 17 è la nuova opera del regista premio Oscar® di “Parasite“, Bong Joon Ho. Il cineasta sud Coreano fa di nuovo centro, stavolta con un’avventura fantascientifica che porta la complessa stupidità umana ad un livello spaziale, e ci riesce benissimo!

Di cosa parla Mickey 17? La storia è adattata dal romanzo del 2022 di Edward Ashton e parla di una colonia umana spedita nello spazio per conquistare un pianeta potenzialmente abitabile. La nave coloniale è abitata principalmente da persone che vogliono cambiare vita, drasticamente, che non hanno nulla da perdere sulla terra e partono alla ricerca di una nuova fortuna. Tra questi vi è il nostro caro Mickey Barnes (Robert Pattinson), un giovane ragazzo scapestrato che tira avanti come capita. Mickey e il suo socio Berto (Steven Yeun), chiedono soldi alla mafia per aprire un’attività commerciale che, ovviamente, fallisce. La mafia rivuole indietro i soldi ed è disposta a rincorrere Mickey in capo al mondo, letteralmente. Per questo motivo decide di fuggire dalla terra, arruolandosi come un “Sacrificabile” per la missione di conquista del pianeta ghiacciato Bong Joon Ho. Al momento dell’arruolamento ancora non sa che il Sacrificabile è una persona la cui memoria viene salvata in un mattone e che dopo la sua morte il corpo viene stampato 3D, i ricordi innestati nuovamente, e così via. Una vita eterna, con un corpo organico stampato in 3D dopo l’altro, un clone alla volta, fino ad arrivare al 17esimo. L’avventura di Mickey incanta lo spettatore e ci permette di esplorare la nostra società attraverso questa commedia a tratti grottesca.

Bong Joon Ho ci porta in una dimensione reale ma allo stesso tempo fantascientifica, ben distante dalle atmosfere e sensazioni che ha trasmesso con il suo precedente film “Parasite” e torna alle “origini” rappresentando una società grottesca con elementi assurdi ma allo stesso tempo specchio dei nostri giorni, come fece con i suoi lungometraggi Okja e The Host.

Il nostro protagonista è un ragazzo fragile che non riesce a risolvere i propri problemi e preferisce fuggire, così come le centinaia di persone che prendono la decisione di abbandonare la terra. Proprio all’inizio della pellicola questo primo tema, l’emigrazione, colpisce forte e ci mette davanti lo specchio della società attuale. Il governatore, interpretato dal magistrale Mark Ruffalo, scimmiotta fortemente i potenti americani, con la dialettica sempliciotta e qualunquista, burattino dei consiglieri e delle “aziende”, come le definisce lui. E a forza di finte promesse e di un “armiamoci e partite” convince i futuri coloni a vivere di ristrettezze per quattri anni e mezzo, tempo del viaggio fino al pianeta Niflheim, privandoli del gusto del cibo, divertimento e dei piaceri carnali. La società della navicella spaziale è divisa in reparti, non vi è diversificazione, sono tutti vestiti di grigio, mangiano alla mensa cibo frullato e razionato. Questo grigiume Orwelliano contrasta con il direttivo della nave, il governatore e la moglie sono sempre vestiti elegantemente, colorati, mangiano cibo e salse buonissime e dettano il buono e cattivo tempo. Soprattutto per Mickey, il povero ragazzo costretto a morire e rinascere dai propri ricordi e da una stampante 3D per testare esperimenti, gas nocivi, radiazioni e fare da cavia anche per cibi sperimentali. Proprio qui arriva il secondo tema del film: la bioetica.

Cosa è giusto o sbagliato in questo scenario? Il dilemma e la sfera etica si incontrano ma il confine tra i due e tra il definire cosa è giusto non è sempre così netto e definito. Mickey è costretto a morire, tutti gli chiedono cosa si prova, ma lui non vuole realmente morire anche se sa che rinascerà, morire fa schifo. Ci fidiamo del giudizio di Mickey. Però Mickey conosce l’amore: Nasha, interpretata dalla fantastica Naomi Ackie, è la prima persona al mondo che lo accetta e lo ama per quello che è. Incondizionatamente. Infine arriviamo sul pianeta di destinazione, ci troviamo di fronte alla colonizzazione ed è qui che la stupidità umana e la voglia di sopraffare tutto e tutti si fa più forte. L’uomo di indole è predatore ed è disposto a radere al suolo qualsiasi ostacolo di fronte al proprio traguardo, anche creature innocenti fino a prova contraria.

CONCLUSIONI: Bong Joon Ho confeziona un film bello, divertente a tratti grottesco, con diversi temi importanti e chiavi di lettura. La pellicola scorre bene, intrattiene, diverte al punto giusto e ci tiene incollati allo schermo. Il buon ritmo del film è sostenuto da una regia sempre puntuale, interpretazioni degli attori ottime, soprattutto Pattinson che riesce a caratterizzare i suoi cloni modulando la voce o delle micro espressioni.

VOTO FINALE: 7.5

SCHEDA FILM

  • USCITA: 06/03/2025
  • GENERE: Fantascienza
  • REGIA: Bong Joon Ho
  • DURATA: 137 minuti
  • SCENEGGIATURA: Bong Joon Ho
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