Dune – La recensione

Il ritorno di Villeneuve con Dune

Dune – Recensire questo film, Dune, mi riporta agli anni un cui andai a recensire il primo Signore degli Anelli, non tanto per la questione reverenziale nei confronti del film perché parliamo di un film e non di uno dei quartieri in grado di alzarmi le mani, ma più per due fattori:

  1. Importanza cinematografica: grandi nomi, dagli attori al runner. Posso io osare e dire qualcosa di negativo nei loro confronti?
  2. L’epicità che rimane: sarò in grado di dire, tra qualche anno “avevo ragione” dicendo che questo film sarà importantissimo per il cinema di genere?

Con il signore degli anelli ci presi, e questa volta anche mi esporrò in tal senso, è a mio avviso un film di quelli che rimarranno per moltissimo tempo nella nostra mente. Se fanno il seguito, se non lo fanno ce lo ricorderemo insultando qualcuno.

Nel futuro l’umanità sarà in grado di effettuare viaggi interstellari grazie alla Spezia, questa polvere allucinogena che si trova solo sul pianeta desertico Arrakis, chiamato anche Dune dagli amici.

Già qui potrei aver da ridire perché la Spezia di Dune in verità si chiama Melange, e nei libri è importante per una cosa diversa, non per per mettere il turbo alle astronavi, ma perché allunga la vita. Ma possiamo andare oltre su questo, perché per come è impostato il film, si sente quel sentore di “ve lo rivelo dopo” da parte del regista.

Senza perderci molto nella trama, perché wikipedia la sappiamo usare tutti, vi basti sapere che molti siti parleranno di una storia ispirata da Shakespeare, ed hanno ragione, ma noi dobbiamo anche attualizzare il linguaggio dei media: abbiamo un inizio alla Game Of Thrones, con casate e giochi politici nel primo atto, l’arrivo nel secondo atto, e poi la nascita del Messia, o quello che pensano essere il messia, con il terzo atto, il viaggio.
E dico questo perché il protagonista di Dune, Paul, arriva sul pianeta dove molti pensano che lui sia il nuovo Messia, l’Eletto, ma non perché irradia luce, ma perché un gruppo di suore spaziali di cui faceva parte anche la madre di Paul mette in giro questa voce.
Il che porta la narrazione ad un livello superiore, affrontando in maniera indiretta il paradosso della predestinazione, che seguirà il protagonista fino alla fine del suo viaggio, ossia nel secondo capitolo.

Eh sì, la Duneparte II, perché non è spoiler se vi dico che il finale è letteralmente aperto al seguito. Non forse aperto, finisce proprio per farvi capire che ci sarà un seguito, proprio come il primo Signore degli Anelli.

Io non ho visto il film di Jodorowski a Venezia, ma l’ho visto il giorno dopo in anteprima stampa al cinema, molto emozionato, e posso dire che il remake è fatto talmente bene che non si va a pensare né al film di Lynch del 1984 né alla serie del 2000.

Certo, conoscendo lo stile del regista, uno potrebbe chiedersi se il film sia lento come Blade Runner 2049 (facendo finta che la lentezza sia necessariamente un fattore negativo) e la risposta è nì: ci stanno diverse fasi in cui succedono cose che vengono inutilmente spiegate dopo senza apparente motivo, e ci stanno alcuni momenti particolarmente lenti, se non spenti, ma sono montati su un lavoro talmente minuzioso e preciso, che non pesano troppo allo spettatore ed anzi, danno tempo di respirare e riflettere.

Il regista infatti riesce a creare un film introduttivo alla saga ma anche profondamente fedele al libro, non perdendosi nessun dettaglio, adattando in chiave moderna anche le invenzioni “vecchie” del libro, come gli ornitotteri, ossia elicotteri che si ispirano alle libellule, portando quindi in scena la cifra stilistica personale che lo caratterizza, la sua estetica, accompagnata da una fotografia sublime, tutto in chiave moderna e non esagerata.

Come detto prima, il film nasce per essere epico, e questo sentore non viaggia solo sulle note di Hans Zimmer, ma anche da un cast fantastico, dove Momoa è al livello di un fantastico Oscar Isaac, ma trova un paletto che è forse fastidioso, ma anche allo stesso tempo necessario: il film a tratti risulta lento e frenato, sia perché il world building nozionistico va fatto, sia perché si vuole prendere i suoi tempi, con i campi lunghi, risultando poetico per certi versi, ma a discapito dell’azione stessa, che in alcuni momenti è sacrificata nei confronti di una narrazione forse troppo prolissa.

Ma questo perché? Perché è tratto da un libro, ed è molto fedele, e nel libro non succede chissà quanto. Questo è l’unico motivo.

Quindi, considerando che il Dune di Herbert (lo scrittore) è pieno di elementi, Villeneuve ha dovute scegliere se portare in scena il libro secondo il suo stile, o portare un film snaturato. E lui ha scelto, saggiamente, la prima opzione.

CONCLUSIONI: L'attesa è valsa il desiderio: il nuovo Dune di Villeneuve è tra noi ed è, per i fan del libro, eccellente. Fedele al libro, fedele al regista, con un cast perfetto ed una musica eccelsa. L'unica pecca è che forse si perde troppo sul nozionistico, ma in quanto film di apertura, ci va bene così.

VOTO FINALE: 8

SCHEDA FILM

  • USCITA: 16-09-21
  • GENERE: Sci-Fi
  • REGIA: Villeneuve
  • DURATA:
  • SCENEGGIATURA:
ULTIME NEWS