“Romance of the Three Kingdoms” è uno dei quattro grandi classici della letteratura cinese. Scritto nel XIV secolo da Luo Guanzhong, il romanzo è un’epopea storica che narra gli eventi turbolenti alla fine degli Han e l’inizio dell’era, ormai più che nota, dei Tre Regni (II-III secolo d.C.). Distany Warriors: Origins è l’ultimo lavoro del team di Omega Force, ispiratosi proprio a quest’opera di letteratura, che abbiamo avuto il piacere di provare su Xbox Series X.
Del genere musou, il titolo viene ambientato nell’epoca dei tre regni, introducendoci nel gioco come Ziluan che deve riacquistare la propria memoria. Il personaggio, al quale possiamo dare il nome che vogliamo (in realtà quello con cui verremo chiamati da chi non ci conosce), affronterà diverse battaglie al fianco di enormi eserciti e grandi generali. Proprio questa enormità degli eserciti, questa possibilità di affettare centinaia o migliaia di nemici, rendono particolarmente interessanti le varie battaglie. Tuttavia, la trama risulta essere un elemento appagante, emotivamente interessante e ben approfondito. Sorprendente come l’elemento hack-and-slash risulti non prevalente nel titolo, ma complementare allo sviluppo della trama e alle sue conseguenze. E sì, perché in Origins avremo la possibilità di approfondire il rapporto con un determinato personaggio e con un evento storico che lo interessa. Ciò sottolinea l’ottimo lavoro, affatto scontato in titoli di questo genere, svolto dal team.
Passiamo ora al gameplay, al suo aspetto – anche qui innovativo – e alle sue peculiarità. Pietra miliare dei musou è la semplicità, che serve da fondamenta per dare al giocatore un senso di potenza smisurato. Così come negli ennemila hack-and-slash esistenti, anche qui vivremo un senso di potenza illimitato e garantito dalle poche mosse a disposizione. Nonostante ciò, le combo realizzabili, le mosse speciali attivabili in base al coraggio, le parry perfette e la presenza di capitani/generali nemici sul campo costituiscono un piccolo insieme di ingredienti freschi. Le parate perfette, per esempio, ci permettono di spezzare la guardia dei nemici più potenti presenti sul campo.
Se ai tanti colpi inutili dei soldati semplici aggiungiamo i colpi concatenati di più generali, il gioco inizia a farsi interessante. Le botte le sentiamo per bene e ci permettono di affrontare le battaglie con più riguardo e con un pizzico di brivido in più. A questi mini boss sparsi per le mappe, si aggiungono le boss fight, che rappresentano gli unici picchi di difficoltà davvero elevata. Ecco, qui inizia a diventare sfidante – per lo meno per una sega come me – e bisogna fare i conti con potenti attacchi nemici. In questi casi, i ravioli cinesi iniziano a diventare veramente importanti, in quanto un loro consumo equivale ad un ripristino parziale della salute. Gli errori che possiamo commettere devono essere ridotti al minimo e l’attenzione da porre è sensibilmente maggiore rispetto a quando si affrontano i grandi eserciti.
Oltre a tutto quello che vedremo sul campo di battaglia, avremo la necessità di spostarci su mappa e di rinforzare le nostre abilità, spendendo i punti acquistati durante gli scontri. L’albero è piuttosto lineare e non rappresenta nulla di innovativo, al contrario delle strategie che invece diventano piuttosto importanti. Queste, spesso, ci costringono a non poter fare di testa propria ma a seguire il grande esercito e a fiancheggiare i nostri generali. Seppur rappresentano limitazioni alla nostra libertà decisionale, garantiscono un tocco di realismo durante gli scontri tra eserciti. L’esercito e il suo morale, così come la vita dei principali generali, sono una condizione importantissima di vittoria o sconfitta. Vagare per le mappe – tendenzialmente molto ampie e non troppo diverse – potrebbe portare il morale nemico a soverchiare quello alleato. Ciò, ovviamente, manderebbe in rotta le nostre truppe, portandoci alla sconfitta.
Se in altri tioli della serie possiamo impersonare gli eroi della serie, in Origins li possiamo utilizzare solamente come compagni. Inoltre, le mosse a loro disposizione non sono certo molto differenti da quelle che possiamo attuare con il nostro personaggio. A questo piccolo difetto, si alterna però l’ottima gestione degli immensi eserciti. Anche se, giustamente, introducono entropia nella battaglia e sullo schermo, la loro presenza risulta ottimamente gestita e perfettamente inserita nei singoli scontri.