Cosa abbiamo giocato a marzo

Bentornati, seppur in ritardo, su questa piccola rubrica volta a descrivere quei giochi – questa volta gioco per tanti motivi – che ho provato nel mese di marzo. Proseguendo con quelli che sono presenti sulle varie piattaforme, vi parlerò di Avowed (GamePass) e di quello che è riuscito a trasmettermi. Ti trovi su NerdGate.it e stai leggendo Cosa abbiamo giocato a marzo.

Del titolo di oggi non voglio farne un’analisi tecnica, di questo se ne è occupato il nostro Alessandro nella sua dettagliatissima recensione sul sito. Quanto più, mi piacerebbe analizzare il viaggio che ci è stato regalato dal day one sul GamePass a livello emozionale, quindi personale. Complessivamente, il mondo di gioco è davvero molto interessante e Obsidian è riuscita a destare interesse. Nel videogiocatore, la libertà di scegliere che strada percorrere, di esplorare, di loottare e di combattere crea un senso di pienezza videoludica. Nonostante le varie pecche, tra le quali l’assenza di un vero e proprio senso delle missioni secondarie e i dialoghi di dieci anni fa, il titolo diverte. E lo fa alla grande. Il combattimento mi ha regalato quell’adrenalina e quella goliardia che, ultimamente, pochi titoli hanno avuto.

Ma perché un combattimento come questo risulta così ben voluto? La possibilità di farci combattere in qualsiasi modo e, quasi sempre, per forza, ti costringe ad affrontare la lore con uno spirito diverso. A tal proposito, è una delle poche volte in cui nei dialoghi cercavo di ottenere un combattimento, soprattutto contro la Garrota di Acciaio. Si, questo gruppetto di teste di cavolo mi infastidiva veramente e l’ha fatto fin da subito. Peccato che avessero un ruolo piuttosto importante nello sviluppo dell’arco narrativo a noi presentato.

Le situazioni bellicose in cui si finisce richiedono attenzione. Quindi, se – come spesso capita a me – giocate dopo cena, dopo una giornata di lavoro e dopo un allenamento avrete un modo per non crollare sotto i colpi del vostro divano. Sì, il design del combact system è davvero riuscito. Soprattutto, il pensiero di poterci specializzare come divini Harry Potter, come piccoli Achille o come strani Thor lo rende poco monotono. Banalmente, Avowed ci permette di scegliere una vasta ramificazione di abilità e di armi, livellandole e scegliendo quella che più ci rappresenta.

Tutto sommato, esplorazioni come quella regalataci dal titolo di Obsidian hanno quel modus operandi che ci immergono per bene in un mondo fantasy. Un mondo diverso e nel quale possiamo immergerci quasi totalmente – se non fosse per quella poca interazione dell’ambiente circostante con le nostre azioni. Non rientra tra quei titoli videoludici, come RDR2, nei quali ho passato ore a passeggiare a cavallo. Sicuramente, però, lo inserisco tra quelli action al punto giusto che fagocitano la tua attenzione e le tue energie. Sì, la lunga durata del titolo non pesa e regge botta, soprattutto se parliamo della lore principale e di tante secondarie. Certo, utile è soprattutto lo stratagemma utilizzato dallo studio di sviluppo: se la storia vuoi finì, molte secondarie hai da finì. Insomma, devi livellare obbligatoriamente per andare a completare delle missioni senza che un fungo su due piedi ti uccida al primo sguardo.

Sicuramente, per i titoli di Cosa abbiamo giocato, emozionante, assolutamente non commovente (e mi commuovo spesso) ma che ben avvolge il giocatore nel mondo creato. Avowed rientra in uno di quei titoli che mi ha sorpreso, e anche questo è il bello del mondo videoludico, e che sicuramente mi ricorderò con piacere. Obsidian si conferma portatrice di giochi divertenti (il riferimento va subito a Pentiment già su Cosa abbiamo giocato) e, fortunatamente per noi utenti, non sempre standard.