Maggio, studente fatti coraggio che per il giocatore-lavoratore la console diventa un miraggio. No ok, a parte le frasi composte un po’ così, anche Maggio è stato foriero di difficoltà di gioco. Vuoi che la consapevolezza dell’ultimo mese pre caldo estremo, il lavoro e gli orari hanno giocato un brutto scherzo ma son riuscito, a suon di caffè a giocare Call of Duty: Modern Warfare 2 (Game Pass) e a un titolo giocabile sia su PC che su mobile: Liyla and the shadows of war. Benvenuti su NerdGate, state leggendo Cosa abbiamo giocato a Maggio, e oggi il tema è particolarmente serio. Se vi interessa avere anche solo una punta di discussione sull’attualità, oggi è il sito giusto.
Partiamo dall’ormai più che noto CoD MWII, prodotto da Activision Blizzard e uscito nel 2022, che mi ha convinto tanto nella trama quanto nel gameplay. Sempre più gradevole dal punto di vista tecnico e per le sensazioni restituite da armi e movimenti, il titolo ci mostra una grande differenza con il predecessore del 2009. Ovviamente facendo le dovute proporzioni, la bellezza prodotta illo tempore da una colonna portante del mondo videoludico – tecnicamente e narrativamente – non è raggiungibile ad ora da questi prodotti. La storia rapisce, come sempre, la tecnica stupisce ma la mia esperienza è stata viziata da un bug costante, irrisolvibile anche post reistallazione.
Ecco il bug di cui parlo
Purtroppo, l’emozione nostalgica di rigiocare ad un MWII, per quanto diverso, è andata un po’ persa per questa presenza costante di fonti luminose durante le missioni, forse la delusione più grande in Cosa abbiamo giocato a Maggio. Banalmente, durante ogni singola missione si vedeva la luce dei lampioni anche se si trovavano dall’altra parte della mappa, o perfino la luce del Sole filtrare da fuori mentre si era nelle fogne. Fa da sé che l’immersione nel contesto è venuta meno, soprattutto perché in alcuni casi è risultata veramente disturbante. Questo, però, mi ha reso possibile apprezzare il titolo soprattutto per quanto detto prima: narrativa, come al solito interessante; feedback delle armi; effetti sonori.
Passiamo ora ad un titolo che la guerra te la fa vivere ma dal punto di vista di chi ne è vittima. Te la fa vivere attraverso un videogioco che ti fa assaporare una storia che prova a farsi ascoltare da anni, una storia che già conosciamo ma troppo spesso ignoriamo. La senti nel buio della tua stanza, nell’isolamento delle tue cuffie e al sicuro tra le tue mura domestiche. Però, in un attimo spariscono, e sembrano sgretolarsi in un’immersione videoludica persistente. Liyla and the shadows of war, titolo dello sviluppatore palestinese Rasheed Abueideh, è testimonianza dei fatti che accadevano, accadono e accadranno in Palestina.
Non è un gioco tecnicamente sbalorditivo, tutt’altro; né fluido e stimolante. Tuttavia, la semplicità con cui costruisce la trama è portatrice di una profonda connessione con il protagonista. Il titolo non è di nuova edizione, 2016 su mobile e 2021 su pc, né di storia nuova e originale ma è profondamente coraggioso. Un titolo giocabile in 10 minuti che rende al meglio con cuffie e in una stanza buia. Il nero e le ombre fanno da padrone in un contesto instabile e distruttivo.
Se parliamo di videogiochi (sempre in Cosa abbiamo giocato), è un platform senza pretese, senza approfondire la storia (non ne ha bisogno) e con un gameplay banale. Quindi, oserei dire che videoludicamente parlando il livello è veramente basso. Tuttavia, merita dieci minuti del nostro tempo, soprattutto data l’attuale situazione in cui versa la Palestina e la sua popolazione. Di certo, giocare al titolo di Rasheed non cambierà le sorti del mondo né migliorerà la situazione ma, sicuramente, potrà sensibilizzare molti dei giocatori.
Al di là del vostro coinvolgimento nell’attualità, del genere videoludico preferito o di ogni posizione politica, provarlo non può che fare bene. Se non lo volete giocare, potete guardare una delle run qui sotto in streaming, pubblicate dall’autore. Un modo per dire: la storia che voglio raccontare è questa, va avanti così e deve finire così.