Air: La storia del grande salto – Una firma che vale la pena aspettare

La recensione della pellicola con Ben Affleck alla regia

Siamo stati invitati all’anteprima di Air: La storia del grande salto, pellicola che vede Ben Affleck alla regia e Matt Damon come protagonista, e abbiamo trovato un film che riesce a conferire dinamicità ad un argomento che vede la firma di un contratto come meta finale.

Trailer di Air

Trama

La trama di Air: La storia del grande salto racconta la storia di Sonny Vaccaro – Matt Damon – venditore di scarpe e scout di atleti per la Nike, che ha come obiettivo mettere sotto contratto colui che diventerà uno degli emblemi sportivi del nostro secolo: Micheal Jordan. Insieme al CEO dell’azienda Phil Knight – Ben Affleck – e ai colleghi e amici Rob Strasser e Howard White – rispettivamente Jason Bateman e Chris Tucker – il nostro protagonista rischierà la propria carriera, tentando il tutto per tutto in un grande salto. Assisteremo ad una scalata apparentemente impossibile, che ci fa partire dal campo base per poi arrivare, non senza difficoltà, alla vetta. Sonny ha un’illuminazione per far balzare in alto l’azienda: Far sì che Jordan firmi per indossare le scarpe della dea della vittoria. Attraverso le tante scene, il film concentra, in realtà, pochi eventi nelle quasi due ore di girato, costruito in maniera talmente dinamica da coinvolgere lo spettatore e incuriosirlo. Passiamo da situazioni di ricerca, alla scoperta e alla tentata conquista, che consta del convincimento dell’atleta nell’accettare la migliore offerta, economica e di fama. La storia di Micheal Jordan è ormai nota e tutti la conosciamo, ne segue che il finale è scritto ma, nonostante ciò, la pellicola riesce a far trasalire l’ansia dell’attesa, del limbo in cui i protagonisti si vengono a trovare. 

Ambientazione

Il lungometraggio di Air vede la stragrande maggioranza delle scene svilupparsi in ambienti chiusi, spesso scuri e raramente spaziosi, come ad accompagnare quel senso di ansia che l’attesa della firma generava. Un’ambientazione che, però, lunge dall’essere pesante e fuori luogo, in virtù del dinamismo che viene conferito alle scene attraverso rapidi scambi di battute, dialoghi dinamici e botte e risposte fulminee. La prima scena all’aperto e con colori veramente vivi la si può ammirare solo quando Sonny decide di andare contro le regole, sottolineando la scena come punto di svolta del film e di rinascita dell’azienda. La scelta, poi, di non mostrare mai il volto dell’atleta, nella sua furbizia logistica permette di raccogliere un messaggio di marginalità nel ruolo della scelta del contratto. L’importanza della figura materna nella vita di Jordan viene esplicitata, al di là dell’eccellente rappresentazione cinematografica di Viola Davis, dal video finale di repertorio, rafforzando questo concetto.

Interpretazioni 

Gli attori, che hanno formato un cast di livello davvero elevato, si sono messi in gioco in questa pellicola, permettendo allo spettatore di rimanere incollato al grande schermo, di vivere l’ansia di Sonny prima e di Rob poi, tifando per la firma e attendendo quelle scarpe tanto famose quanto belle e ribelli. Tutti riescono ad inserire toni di comicità che, infilati nei momenti più adatti e indicati, permettono di sorridere, amalgamandosi perfettamente con quel dinamismo conferito dai rapidi scambi di battuta in un contesto chiuso e vintage. A tutto ciò, si accosta una musica allegra, vivace e, anch’essa, dinamica, riempendo quei momenti di silenzio che, altrimenti, spezzerebbero il ritmo elevato conferito dagli attori. 

Matt Damon in Sonny Vaccaro

Quindi?

Quindi la pellicola riesce, nei suoi 112 minuti, a descrivere una delle pagine più difficili e di svolta nella storia economico-sportiva, dal punto di vista di una delle maggiori aziende mondiali di calzature sportive. L’opera si pone anche l’obbiettivo di far capire quanto possa essere fallace ed estremamente debole il sistema economico sociale messo in piedi dalla società contemporanea, lasciando, forse a qualcuno oltre al sottoscritto, dell’amaro in bocca. Vale la pena andare in sala dal 6 aprile? Assolutamente anche se, dopo un’analisi, mettere al centro della vita delle persone il lato economico in maniera così estremizzata potrebbe lasciare perplessi, ma purtroppo è una fedele rappresentazione della realtà.

CONCLUSIONI: Film che riesce, nonostante l'argomento e un finale noto ai più, a catturare l'attenzione attraverso dinamici scambi di battute e parantesi comiche ben inserite che permettono di rendere scorrevole un contesto nel quale si riesce a rendere tangibile l'ansia del risultato. Un film che è un grande salto nella storia dell'economia sportiva dei grandi marchi.

VOTO FINALE: 8

SCHEDA FILM

  • USCITA: 6 aprile 2023
  • GENERE: Biografico, Drammatico
  • REGIA: Ben Affleck
  • DURATA: 112 min
  • SCENEGGIATURA: Alex Convery
ULTIME NEWS