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A SORT FAIRYTALE: CHI È LA VERA BESTIA?
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Il bello di lavorare con un sito come Nerdgate è che certe volte quando meno te lo aspetti ti capitano tra le mani dei piccoli gioielli che altrimenti non avresti mai conosciuto. Ammettiamolo, Sheerva ha fiuto per i fumetti cosidetti minori (terminologia che andrebbe abolita subito), e fin’ora non ha mai toppato (ma diciamolo piano o si monta la testa); dopo aver trovato Manfont e No Lands Comics, stamattina in pausa caffè mi ha imposto la lettura di A Sort of Fairytale. Onestamente? Alla prima occhiata ho pensato che fossi davanti a un fumettino per bambini; solo dopo averlo letto e riletto, mi sono ricordato di un vecchio insegnamento: non si giudica mai un libro dalla copertina!
Perchè A Sort of Fairytale è un piacevolissimo inganno.
L’errore che si può commettere è pensare che il Fairytale (letteralmente, storia di fate) sia un indizio della natura infantile del volume; non fate il mio errore, perchè il fulcro della natura del fumetto è in a sort, una specie. L’inizio raccontato con disegni e parole da bambino non deve fuorviarvi, andate oltre la facciata e cercate di vedere cosa le parole e gli schizzi di Zoe vi stanno raccontando; il mondo è diverso, diverso da come lo conosciamo. L’uomo, come sempre, ha voluto osare e contrastare la natura, finchè essa si è ribellata; non è tanto questo tema già usato in vari media a dare la caratura a ASOF, ma il modo in cui Zoe lo rivela al lettore, con il tono di una bambina che riporta una favola.
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A SORT OF FAIRYTALE È UNA SORPRESA, UNA SPLENDIDA SCOPERTA CHE DIMOSTRA COME CI SIANO OTTIMI PRODOTTI CONSIDERATI STUPIDAMENTE MINORI!
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Maini ha ideato questo stile narrativo, e devo ammettere che ha centrato il bersaglio: cosa può esserci di più duro e realistico di leggere la fine del mondo tramite gli occhi di una bambina? Perchè ASOF parte proprio dal nuovo mondo, post-apocalittico e selvaggio, in cui l’umanità ha riscoperto il concetto di “homo hominis lupus” tanto caro a Hobbes. In questo primo albo della serie emerge tutta la pochezza e l’oscurità che può annidarsi nell’animo umano, la perdita di ogni remora morale e etica in nome di una sete di potere e dominio. Anche se non tutti hanno perso la propria umanità, i pochi che cercano di sopravvivere senza lasciarsi dominare dal loro lato oscuro sono vittime di predoni e assassini, proprio come capita alla nostra piccola eroina.
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Ma se gli uomini regrediscono al rango di bestie, allora è giusto che siano gli animali (mutati in seguito alla tragedie naturali scatenate dall’uomo) a mostrare barlumi di sensibilità. Il fulcro di questa prima puntata è proprio questo, vedere come lo slancio di maggior umanità arrivi da chi normalmente sarebbe giudicato il mostro, il cattivo di una normale favola per bambini.
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Perchè non sempre il mostro esteriore rispecchia l’anima che racchiude, ed è il primo insegnamento che Maini regala a Zoe; se volete, questo primo albo di ASOF è la perdita dell’innocenza, quell’ultima traccia di infanzia che Zoe conservava nonostante la durezza del mondo in cui vive, ma alla perdita segue la preziosa consapevolezza che il mondo, per quanto duro, può ancora riservare delle meraviglie che meritano di esser vissute in pieno.
E per godere di questa stupenda lezione che è ASOF possiamo affidarci ai disegni di Ludovica Ceregatti, disegnatrice con la passione per cappelli strani (il che spiega il curioso cappuccio di Zoe), che sfodera un tratto sempre mutevole in base alla tavola, ma che riesce a non perdere mai la sua identità. Passare da una scena di azione dura e cruda come l’anima del mondo di Zoe, ad una situazione di complicità fra la ragazzina e il suo nuovo amico sembra facilissimo per Ludovica, ma se fate attenzione ai disegni noterete dei tratti intensi, emozionanti e che arrivano a toccare profondamente il lettore; a ribadire questa ottima resa grafica intervengono anche i colori, sempre opera di Ludovica, che si adeguano ad ogni vignetta, impietosi nelle scene cruente ma senza cadere nel macabro, suggeriscono l’idea di violenza senza doverla mostrate. E trasmettere un’idea è più difficile che mostrarla, quindi un bell’applauso a Ludovica!
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In chiusura di storia abbiamo anche delle schede sui protagonisti di questo albo, un modo sicuramente intrigante per aiutarci a entrare sempre più nel mondo di ASOF; fate attenzione alle ultime due biografie, perchè quei due tipi ce ne faranno vedere delle belle!
Non fate il mio errore, non sottovalutate A sort of Fairytale limitandovi alla copertina, perchè Paolo e Ludovica meritano di essere letti e apprezzati da tutti! La speranza è che ASOF possa avere una lunga vita editoriale, perchè sono sicurissimo che Zoe ha molto da scoprire… e da insegnarci!
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- USCITA: 2016
- SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Paolo Maini
- DISEGNI: Ludovica Cerregatti
- COLORI: Ludovica Cerregatti
- CASA EDITRICE: Noise Press
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