Until Dawn Remake – Cosa è andato storto?

Until Dawn, titolo di Ballistic Moon, uscito originariamente nel 2015 su PS4, è stato riproposto di recente su PS5 e PC. L’annuncio di questa nuova versione è arrivato durante lo State of Play di gennaio e sin da subito ha fatto storcere il naso a molti, facendo chiedere: ma c’era davvero bisogno? In una generazione dove il remake e/o il remaster di un videogioco è sempre dietro l’angolo, Sony non vuole smettere di riproporre i suoi titoli su console attuali. Scelta discutibile, visto che ci sarebbero molti franchise videoludici abbandonati, proprio in casa Sony, che potrebbero rivedere la luce al giorno d’oggi ma a quanto pare la casa di produzione ha altri target in mente. Bisogna però porsi qualche quesito: a quanti giocatori interessa davvero Until Dawn? quanti lo hanno comprato e giocato al day one? Il prezzo pieno è davvero giustificato? beh, l’accoglienza è stata fin troppo al di sotto delle aspettative. I numeri non sono dalla parte di Sony e il pubblico interessato a questo remake è poco. Il gioco è stato praticamente ignorato su Steam e secondo le informazioni reperite dal rapporto di TrueTrophies (basato su uno studio di oltre 3,1 milioni di account PlayStation Network), Until Dawn Remake ha debuttato su PS5 con meno giocatori di Concord. Per l’esattezza, parliamo di una differenza che ammonta al 28%. Quindi il gioco come si comporta su PS5?

La trama, giusto per riassumerla, tratta di un gruppo di persone che nel 2014 si ritrovano nella casa in montagna della famiglia Washington. I tre figli con i loro amici verranno inghiottiti in un vortice di scelte che, come in un effetto domino, genereranno eventi a cui il giocatore dovrà abituarsi. Hannah e Beth Washington (entrambe doppiate e portate su schermo da Ella Lentini) spariranno, a seguito di uno scherzo della comitiva, per poi essere date per morte. Un anno dopo, il fratello Josh (Rami Malek) con il gruppo di “amici” si ritroverà nello stesso luogo, per vivere una meravigliosa notte in compagnia. Passando dalla psiche di Josh stesso, magistralmente riportata su schermo, per arrivare al vero mostro presente in questa esperienza con il quale dovremmo confrontarci, il gruppo di amici dovrà trovare il modo di sopravvivere fino all’alba. Il gameplay è davvero semplice. Si dovrà scegliere cosa fare, cosa dire e dove andare. Cammineremo molto poco liberamente e senza particolari ansie, in una mappa piuttosto lineare con delle strade alternative che portano al raccoglimento di indizi o totem sparsi qua e là. Le scelte, alcune da dover prendere in un determinato lasso di tempo, danno vita al vero senso del gioco: l’effetto farfalla. Da una scelta giungono delle conseguenze che possono risultare più o meno favorevoli alla sopravvivenza dei personaggi. Attenzione però, se un personaggio decide di correre verso l’interruttore anziché salvarne un altro, lo stesso potrebbe morire, proponendo così un finale alternativo. Quindi, le decisioni che prendiamo con un personaggio possono tranquillamente influenzare le condizioni di sopravvivenza di uno (o più) dei nostri compagni.

Dal punto di vista prestazionale, il gameplay, purtroppo, è affetto da grandissimi cali di frame rate, che -in alcuni casi- risultano davvero fastidiosi, quasi eccessivi. Tra l’altro il gioco viene proposto su PS5 con frame-rate fisso a 30 fotogrammi al secondo e la cosa divertente è che l’originale in certe sezioni arrivava a 60 su PS4. Queste ripercussioni sul gameplay avvengono quando abbiamo il pieno controllo dei personaggi e quando ci sono momenti decisamente intensi (come una corsa o una lotta). La sceneggiatura del titolo ha richiesto una stesura di un migliaio di pagine, il che si evince dalle numerose scelte che si possono prendere durante lo svolgersi delle scene. Interessante risulta la necessità di rimanere fermi con il DualSense per non farsi scoprire dai Wendigo, mostri appartenenti al folklore algonchino e rappresentati come mostri umanoidi deformati. Il lavoro egregiamente svolto dagli sceneggiatori ci permette un’immersione totale in un lungometraggio videoludico. Questo risulta, con l’avanzare della storia, poco horror e molto survival, levando quel velo di ansia che era riuscito a generare nelle prime 2-3 ore di gioco.

Le variazioni che abbiamo rispetto al gioco del 2015 partono dal motore grafico, Il passaggio a Unreal Engine 5 rappresenta una mossa audace per questo remake, portando nuove opportunità di miglioramento visivo che sembrerebbero in grado di elevare l’esperienza di gioco a nuovi livelli. Questo gioca un ruolo fondamentale nell’ottimizzazione del comparto visivo, donando al titolo una grafica rimodernata con effetti di luce avanzati e dettagli più ricchi, peccato per le prestazioni effettive. Tutti i modelli dei personaggi sono stati arricchiti con nuovi particolari e anche l’ambientazione è stata rimodernata con effetti di luce avanzati e dettagli più ricchi. La nuova telecamera in terza persona ha un ruolo cruciale in questa evoluzione. Essa offre una prospettiva più ravvicinata sugli eventi, aumentando l’immersione, ma non sempre funziona a dovere, soprattutto nelle zone più grandi da “esplorare“. Sono state aggiunte nuove sequenze narrative e cutscene accuratamente rielaborate, questo non solo arricchisce la storia, ma offre ai giocatori la possibilità di esplorare scelte diversificate, portando a nuovi finali che caratterizzano il percorso di ogni protagonista. Anche le Quick Time Event (QTE) sono state sistematicamente aggiornate, promettendo una maggiore interattività e sfida. 

Articolo scritto in collaborazione con Andrea Riccobelli.

CONCLUSIONI: Questa operazione di riproporre Until Dawn è particolare. Il target deve per forza essere il giocatore che non ha mai giocato al titolo originale e quindi vuole provare questa esperienza a prezzo pieno sapendo a cosa va incontro. Chiunque abbia già giocato al titolo del 2015 non ha nulla da poter usare come "scusante" per acquistare questa nuova versione. Ufficialmente Sony ha scelto di non utilizzare la terminologia ‘remake’ nel titolo, infatti, sembra più un remaster che non un rifacimento completo, mirato a modernizzare alcuni aspetti senza però intervenire in profondità sulla struttura fondamentale dell’esperienza di gioco. 70 euro non sono giustificati, come minimo Sony avrebbe potuto raggiungere più utenti aggiungendo la possibilità di giocarlo gratuitamente per chi già in possesso dell'originale su PS4.

VOTO FINALE: 6

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