ORFANI: TERRA “OLTRE IL MURO” – Recensione

16 Mar 2017

Il capitolo finale di Terra, la miniserie ambientata nell’universo futuro di Orfani curata dai fratelli Mammucari, arriva in edicola con Oltre il muro. Questa seconda miniserie (la precedente era Juric) è stata un’avventura particolare, ha riportato l’attenzione su coloro che sono stati abbandonati sul nostro pianeta dopo l’esodo verso Nuovo Mondo; la scelta di mostrarci la vita di questi sopravvissuti è stata un buono spunto narrativo all’interno di questa saga, dando un senso di completezza all’intero constesto narrativo. Volendo fare un parallelo con il mondo dei serial, Terra potrebbe un ottimo spin-off della serie principale, curato in ogni dettaglio ma soprattutto fedele all’impostazione generale della serie.


ORFANI TERRA ARRIVA ALLA CONCLUSIONE CON UN INTENSO FINALE


Ho trovato azzeccato il voler realizzare una società che si basa sul concetto di sopravvivenza non solo fisica, ma anche morale, in cui vige la legge del più forte, lasciando senza volto che sia al vertice di questa catena di potere. Per tutta la miniserie sappiamo che la speranza di un futuro migliore viene gelosamente preservato dietro le mura della Città, simbolicamente dipinta come un faro nelle tenebre sin dal primo albo; leggendo i tre numeri ne conosciamo l’importanza per i giovani protagonisti, vediamo il rapporto di odio e dipendenza che si genera tra lo Sceriffo e i misteriosi abitanti della città.

Questo ultimo numero già dal titolo, Oltre il muro, e dalla splendida copertina di Gipi ci mostra come l’avventura dei nostri protagonisti stia arrivando al termine, ma non si tratta di uno spoiler, perché il fulcro di tutta la serie di Orfani è il viaggio, il come si arriva alla fine. Per tutte le serie precedenti il ritmo frenetico imposto alla narrazione ci coinvolge a tal punto che non abbiamo il tempo di soffermarci a pensare su cosa potrà accadere, perché l’azione ci rapisce, ci colpisce a tradimento con una serie infinita di rivelazioni, spesso insinuandoci un dubbio per poi stravolgere le nostre convinzioni. Anche in Oltre il muro uno degli interrogativi di questa miniserie (chi è il figlio dello Sceriffo?) ottiene la sua risposta con una bella sorpresa, personalmente mi ha sorpreso, visto che avevo un’idea totalmente diversa.

Accennavo prima al fatto che anche Terra non ha perso una delle cifre stilistiche del canone di Orfani, il concetto che il mondo può essere sporco, ingiusto. Violenza spietata ma mai gratuita, dialoghi che spesso sembrano inumani ma che nel contesto sociale presentato sono in realtà ferocemente lucidi e una moralità sempre sotto stress sono i tratti essenziali di questo universo; all’interno della concezione bonelliana del fumetto si tratta di uno strappo deciso, una visione più cupa e matura, incredibile per la scelta di affrontare certe tematiche attuali con il mezzo del fumetto.

Eppure funziona, la natura di Orfani è indiscutibile, sembra scaturire dal concetto di “homo hominis lupus” di Hobbes; i Mammucari e Uzzeo hanno tenuto fede a questo concetto, riuscendo però alla fine a dare ai giovani protagonisti un nuovo scopo, riportandoli verso una dimensione più ‘umana’, in cui si sviluppa un senso di appartenenza che porta i ragazzi a sacrificarsi uno per l’altro. Curioso come il primo a sviluppare questo sentimento sia Cain, il ribelle che per primo sconvolge l’equilibrio dettato dalla sopravvivenza; la continua perdita di parti essenziali della sua vita (dal fratello ai compagni di fuga) diventa intollerabile, al punto che preferisce rischiare la morte piuttosto che perdere ancora qualcuno. Stessa scelta portata all’estremo da un altro membro dei giovani sopravvissuti, che in una delle scene più coinvolgenti sia dal punto di vista emotivo che per il disegno fa toccare a questo albo un picco di tensione impressionante.

In tutto questo si contrappone la brutalità di un ordine oppressivo prestabilito, perfettamente incarnato dallo Sceriffo. I suoi gesti, le sue parole sono la rappresentazione perfetta della vita sulla Terra; sarebbe facile puntare il dito, odiarlo e detestarlo (e spesso è impossibile non farlo), ma nelle sue parole si legge la determinazione a sopravvivere, ad ogni costo, adeguandosi a quelle che sono le regole per non essere dei perdenti. Tutto il suo credo viene racchiuso in una sua dichiarazione ” Ci sono delle regole..non le faccio io, sia chiaro: le fa il mondo. E il mondo ci odia“; ci si legge rassegnazione, senso di tradimento e un eco di sconfitta, ma anche spirito di adattamento, per un uomo che ha scelto di non arrendersi, ma di prevaricare i più deboli, sapendo di esser a sua volta costretto a chinare la testa ad autorità più potenti (la Città Nuova).

Il team creativo di Terra riesce ad inserire queste tematiche in una storia adrenalinica, con brevi attimi di tensione in cui la nostra lettura viene arricchita da un forte carico emotivo; per riuscirci è necessario anche il pieno sostegno del disegno di Matteo Cremona e dei colori di Stefania Aquaro, che sanno come rendere vivo e pulsante il cuore di questa storia. Matteo riesce a dare sia il senso del dinamismo durante le fasi concitate di lotta e fuga, che vestire di drammaticità e disperazione i protagonisti durante le fasi salienti della storia; la realizzazione di alcune pagine doppie (le splah page) è perfetta, sia per il carico emotivo trasmesso che per la complessità dell’immagine ritratta. La sensibilità di Stefania è un ottimo esempio di come dosare sfumature e colori per impreziosire il disegno, esaltare la trama e non soffocare nessun elemento, ma anzi dare ad ogni elemento il giusto spazio e risalto; le esplosioni (che in Orfani non mancano mai!) sono realizzare benissimo, così come gli effetti di sabbia polvere.

Il finale di Terra è ciò che mi ha lasciato più combattuto. Ad una prima lettura sono rimasto un attimo confuso, per via di questa conclusione piuttosto strana, molto aperta; rileggendo l’albo, ho iniziato ad apprezzarla, questa incertezza sul futuro dei ragazzi sopravvissuti non è parte della storia di Terra, è un’altra storia, non è parte di questo percorso di rivalsa e ribellione che li ha portarti a liberarsi dal giogo di regole che non sentivano loro. Il discorso finale racchiuso nelle didascalie delle vignette rappresenta un’ottima chiusura per questa serie, ha un taglio molto cinematografico, leggendola ho immaginato prima di sentire il rumore del mare e del motore della barca, poi una musica in crescendo che faccia da sottofondo alle parole, sullo stile del finale di Blade Runner per intendersi.

CONCLUSIONI: Questa miniserie ha il merito di aver mostrato non solo cosa ci siamo ci lasciati alle spalle volando verso Nuovo Mondo, ma soprattutto di aver dimostrato come l'ambientazione di Orfani sia un universo che potrebbe arricchirsi per molto tempo di nuove storie e personaggi, un contesto narrativo aperto e complesso, ben studiato fin dall'inizio. Il mese prossimo inizia la sesta stagione, con il primo numero previsto per il 16 aprile; se volete capire cosa ci attende, sappiate che la nuova serie si intitola Sam, e il primo albo Nemesi. Non so voi, ma l'ansia di leggerla è davvero parecchia!

VOTO FINALE: 7

SCHEDA FUMETTO

  • DATA RILASCIO: 16.03.2017
  • SOGGETTO: Emiliano Mammucari, Matteo Mammucari, Mario Uzzeo
  • SCENEGGIATURA: Emiliano Mammucari, Matteo Mammucari, Mario Uzzeo
  • DISEGNI: Matteo Cremona
  • COLORI: Stefania Aquaro
  • CASA EDITRICE: Sergio Bonelli Editore
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