Metro Exodus – Recensione

Scopriamo assieme cosa ci aspetta dall'ultimo capitolo della serie "metro"

Con Metro Exodus i ragazzi di 4A Games portano a termine la celebre saga post-apocalittica tratta dai romanzi di Dmitrij Gluchovskij iniziata nel 2010, e nel farlo decidono di portare il brand verso lidi inesplorati, senza dimenticarsi le proprie origini fatte di radiazioni, freddo e luoghi ostili.

Ed è così che si viene a scoprire che c’è vita al di fuori di Mosca e pertanto decideremo di salire a bordo del treno Aurora in cerca di quel che resta del governo russo, ritrovandoci catapultati in un’avventura con tinte da road movie, portando così avanti la storia di Artyom e dei suoi commilitoni.
L’incipit risulta tanto semplice quanto efficace e ci dà la possibilità di esplorare ambientazioni inedite per la saga di Metro e di fare la conoscenza di nuovi temibili nemici, nonché di poter finalmente respirare un po’ di aria fresca (letteralmente!).
I compagni di avventura risultano tutti ben caratterizzati e i dialoghi opzionali da ascoltare si sprecano, anche se c’è un bel problema: il protagonista non parla. Muto. Non dice mezza parola.Gli vengono chiesti pareri, fatte domande e richieste ma lui niente, neanche un accenno della testa, e la cosa più assurda è che durante i caricamenti legge il suo diario a voce alta.
Ritengo imperdonabile nel 2019 una mancanza del genere in un titolo story-driven, che fra l’altro non annovera scelte multiple nei dialoghi o bivi narrativi.

Metro Exodus
Screenshot effettuato su PS4 Pro.

IN RUSSIA È L’OPEN-WORLD CHE ESPLORA TE

Tolto il sassolino del protagonista muto, partiamo subito con l’analizzare quello che è l’aspetto più innovativo e al contempo rischioso di Metro Exodus, ovvero la componente free-roaming, dato che dopo un breve prologo (che funge da tutorial) ambientato a Mosca, ci troveremo ad uscire dalla città per affrontare la prima di diverse aree liberamente esplorabili.
Ebbene, ciò con cui avremo a che fare è ben lontano dal concetto di open-world a cui siamo abituati, considerato che le secondarie sono poche e semplici, e l’unico motivo per scandagliare a fondo la mappa risiede nel cercare preziose risorse, sempre che il gioco valga la candela, considerato che i mutanti non lasciano alcun bottino e rappresentano una sfida impegnativa che richiede un certo dispendio di munizioni e medikit.

Pertanto, ciò che si prova gironzolando è un costante senso di tensione causato soprattutto dalle poche quantità di risorse disponibili, che portano il titolo ad essere maggiormente assimilabile ad un survival, ma nel complesso la cosa funziona egregiamente sposandosi con le atmosfere post-apocalittiche, e grazie ad una splendida direzione artistica e cura nella costruzione degli scenari, non manca la voglia di esplorare per il puro gusto di farlo, spostandosi a piedi o attraverso l’utilizzo di pratici mezzi quali barche o furgoncini.
Nonostante ciò è bene mettere in chiaro che il gioco non tradisce le proprie origini, portandovi a vivere diverse situazioni dove la claustrofobia e il buio la faranno da padrone, sfociando spesso e volentieri in momenti puramente horror che faranno la gioia dei fan di lunga data.

La torcia si rivelerà fondamentale in molte situazioni.

IO E LA MIA MASCHERA

Per quanto concerne il gameplay, Metro Exodus resta fedele ai titoli precedenti, con il ritorno della celebre maschera antigas, dell’accendino e di tutta quella serie di strumenti che accompagnano Artyom da sempre; l’unica novità di peso consiste nella possibilità di craftare diversi oggetti ovunque si voglia grazie ad un pratico zaino (il tutto accompagnato da splendide animazioni).
Anche il gunplay è rimasto pressoché immutato, fortemente “fisico” e legato ad un uso dei proiettili sempre ponderato, caratterizzato da una buona varietà di bocche da fuoco ed armi da lancio, rendendo nel complesso i combattimenti divertenti ed appaganti; d’altronde, squadra che vince non si cambia.

Metro Exodus

Nota di merito per la personalizzazione delle armi, le quali possono essere modificate presso dei banchi da lavoro con decine di accessori diversi (come silenziatori, mirini laser e caricatori estesi) che rendono ogni fucile unico e donano grande soddisfazione nel vedere il proprio arsenale migliorare di volta in volta, consentendo inoltre al giocatore di scegliere di approcciare i nemici in modi diversi.
A tal proposito è bene sottolineare come nonostante sia possibile affrontare le basi nemiche a viso aperto, il gioco fa di tutto per farvi avere un approccio stealth, considerato inoltre che a “difficile” i nemici vi manderanno al tappeto in pochi colpi; purtroppo in queste situazioni emerge più che mai un‘IA pessima e rimasta ancorata a 10 anni fa, con soldati che si muovono in modo prevedibile e non attuano alcuna strategia per affrontarvi, se non quella di vomitarvi addosso quanto più piombo possibile.

COMPARTO TECNICO, FRA LUCI ED OMBRE

Da un punto di vista prettamente grafico, Metro Exodus non tradisce le aspettative generate dai trailer di annuncio e si rivela una vera e propria gioia per gli occhi: il colpo d’occhio generale è ottimo, e il titolo presenta una serie di scorci che lasciano senza fiato e chiedono solo di essere fotografati ed ammirati.
Inoltre il sistema d’illuminazione svolge un lavoro egregio sia nelle distese desolate colpite dal sole che negli anfratti più bui dove la torcia ci illumina la via, regalando al titolo un’atmosfera unica.
Pecca invece in alcune texture in bassa risoluzione e soprattutto nelle animazioni dei personaggi e dei mutanti, che appaiono ingessati e decisamente non al passo con i tempi.
Da segnalare anche una serie di bug che in alcuni (rari) casi minano l’esperienza di gioco, con nemici che effettuano piccoli teletrasporti, glitch visivi e morti che continuano a muoversi in preda alle convulsioni; la speranza è che arrivi il prima possibile una patch correttiva.

CONCLUSIONI: "Con Metro Exodus i ragazzi di 4A Games chiudono il cerchio iniziato nel 2010, portando sul mercato un fps di quelli vecchia scuola sempre più rari nel panorama moderno, unendo tradizione ed innovazione e contornando il tutto con un comparto narrativo e grafico di prim'ordine."

VOTO FINALE: 8

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