MANIFEST DESTINY vol. 4 – Recensione

SASQUATCH

2 Mar 2017

Incredibile ma vero, finalmente sono riuscito a rimettermi in pari con Manifest Destiny, la serie di saldaPress che ci riporta indietro nel tempo, vivendo la spedizione di Lewis e Clark. Dopo Flora e Fauna,  Amphibia e Insecta, Chirpoptera e Carniformaves, ora tocca a Sasquatch, un quarto volume che diventa fondamentale per la lettura di questa serie. Dopo averci portati sempre più all’interno del continente americano, Dingess decide di cominciare a svelare alcune delle reali motivazioni che hanno portato alla decisione di creare il Copro di Esplorazione, indagando oltre la cortina di menzogne con cui Lewis e Clark hanno finora irretito i propri compagni di avventura.


CON SASQUATCH INIZIANO AD EMERGERE SCOMODE RIVELAZIONI SULLA NASCITA DELLA SPEDIZIONE DI LEWIS E CLARK!


Già nello scorso volume era comparsa la figura del capitano Helm, di cui abbiamo visto le imprese in una serie di flashback, presentati come una sorta di diario di viaggio simile a quello redatto da Lewis. In questo modo iniziamo a scopRire come ci sia stata una precedente spedizione, che ha vissuto le stesse difficoltà, ma che sembra essere arrivata in luoghi in cui nostri protagonisti si stanno addentrando solo ora; Dingess gioca con il tempo, alternando il racconto delle due diverse spedizioni, in certi punti mantenendole su un binario in cui si ha la sensazione che lo stesso destino attenda i due gruppi di uomini.

Dingess, non contento di avere già ordito una trama ricca di spunti, decide di inserire anche l’elemento del paranormale, introducendo la figura di Navath, un nome che sicuramente in futuro avrà un certo peso nelle vite dei nostri protagonisti. Solitamente mettere troppi filoni narrativi in un’unica trama rischia di rompere gli equilibri, ma in Manifest Destiny queste diverse componenti si incastrano come pezzi di un puzzle, dando corpo a quello che è al momento uno dei migliori comics americani in circolazione. Gran parte di questo fascino è la perfezione con cui sono resi i rapporti personali, il loro lento prendere forma e come si riflettono nelle situazioni in cui diverse personalità devono collaborare anche contro voglia; vediamo maturare la simpatia fra Lewis e la vedova Boniface o come il soldato Collins stia cercando di convivere con le difficili azioni del precedente capitolo.

La seconda parte di Sasquatch è il racconto della nascita della spedizione, dove Dingess stupisce il lettore con il resoconto del tragico ritorno del capitano Helm verso gli Stati Uniti e il suo racconto a Lewis e Clark. Come nel precedente capitolo, non viene risparmiato nulla della brutalità dell’animo umano, dalle difficili scelte in nome della sopravvivenza alla follia in cui si sprofonda, senza nascondere come gran parte della storia americana sia basata su inganno e sterminio delle popolazioni indigene. Nel finale vediamo come la spedizione si prepari a vivere l’inverno, costruendo un accampamento vicino a due tribù indiane; l’apparente sicurezza millantata da Lewis nel suo diario nell’ultima tavola sembra quasi un richiamo a nuovi drammi!

Curiosamente, Sasquatch ha una componente più psicologica e storica, si ha una presenza meno invasiva delle creature mostruose, preferendo concentrarsi sull’aspetto narrativo, iniziando a costruire una situazione decisamente più umana e reale (come il latente dissapore tra americani e indiani), gettando le basi di quella che si prospetta come una svolta fondamentale nel mito della spedizione di Lewis e Clark. Come sempre Dingess viene accompagnato nella sua opera dalle matite di Matthew Roberts e dai colori di Owen Gieni. In Sasquatch chi viene maggiormente messo alla prova è Gieni, che specie quando deve dare colore alle pagine più deliranti e crude del viaggio di Helm, dove i disegni ispirati di Roberts sembrano animarsi grazie alle sfumature e alle tonalità usate dal colorista, che si supera nelle tavole dedicate all’incontro con Navath. 

SaldaPress da sempre decide di presentare le sue pubblicazioni in due formati, spillato ed in volume. Per mio gusto preferisco le edizioni ‘massicce’, ma se Sasquatch è l’acquisto obbligato questa settimana (l’uscita è prevista il 4 marzo, l’ideale per chi sarà al Cartoomics di Milano), chi preferisce l’edizione spillata si ricordi che il 10 marzo esce il nuovo numero di Manifest Destiny!

CONCLUSIONI: Come sempre, c'è un senso di completezza in Manifest Destiny dato dal buon lavoro di squadra tra tutte le componenti artistiche, ottenendo un risultato che non solo gratifica l'occhio e ci coinvolge per la storia, ma ci dona in pieno la sensazione di essere parte di un'avventura reale, palpabile nelle atmosfere e nei modi in cui i personaggi si comportano.

VOTO FINALE: 7.5

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