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INDEPENDENCE DAY RIGENERAZIONE: L’ALIENO ATTACCA SOLO IL 4 LUGLIO!
[/vc_column_text][vc_separator color=”custom” border_width=”4″ accent_color=”#dd3333″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”2/3″][vc_column_text]Aspettare il seguito di un film per vent’anni non è certo un’avventura per tutti! Eppure ieri sera, con due amici che erano al mio fianco in quel lontano 1996, abbiamo provato a rivivere quel fascino che a quindici anni ti sanno dare certi film.
A quindici anni….
Il fatto che ora si sia doppiato quell’età potrebbe essere un piccolo scoglio nel vedere un film come Independence Day: Rigenerazione. A quindici anni la trama più è stringata meglio è, nel ’96 l’importante era vedere Will Smith prendere a cazzotti un alieno in pieno deserto e assistere ad acrobazie senza senso, adrenalina a mille e il resto non conta. Ieri sera, seduto sulla poltrona, avevo voglia di riprovare quella sensazione, la nostalgia era lì che non aspettava altro; con i due amici cercavamo di ricordarci bene cosa era accaduto nel primo Independence Day e facevamo l’appello degli assenti (non c’è Will Smith? No, ora è un attore maturo, fa i cinecomic).
E poi buio, in sala. Si inizia.
DOPO VENT’ANNI SONO TORNATI GLI ALIENI, MA L’UMANITÀ SARA’ PRONTA?
Per essere onesto, la trama di questo nuovo capitolo è talmente abbozzata che non so nemmeno come spiegarla.
L’umanità si appresta a festeggiare i vent’anni dalla storica battaglia del ’96, una festa che ci permette di vedere come la tecnologia aliena sia stata perfettamente sfruttata dagli umani per creare armi e sistemi difensivi che la aiutino in caso gli alieni tornino a colpirci.
Sarebbe bello fermarsi a parlare della trama profonda che mette in relazioni i personaggi, spingendoli a interagire fra loro, creando delle intense scene di dialogo in cui loro sentimenti siano messi a nudo, le loro motivazioni e ambizioni mostrate al pubblico. Sarebbe bello, appunto. Peccato che non accada, perchè Independence Day Rigenerazione dal punto di vista della trama e dello spessore dei personaggi sia di una banalità fuori dal comune!
In questo periodo di reboot/seguiti fuori tempo, anche la pellicola in questione si inserisce nella corrente dello sfruttamento tardivo. La storia è un riproporre lo stesso identico format del precedente capitolo, con scene che, limitandosi ad un semplice scambio di personaggio, si ripresentano identiche.
Si cerca di dare un minimo di varietà lavorando, anzi, abbozzando qualcosa di più sulla psicologia dei personaggi storici; Jeff Goldblum (solitamente inappuntabile) sembra essere quasi vittima dell’aria gigionesca del suo personaggio, è forzato nell’essere l’elemento “divertente” al punto di esser quasi una macchietta. Bill Pullman torna a vestire i panni del Presidente, anche se onorario, ma gli anni lo hanno reso una sorta di santone visionario che prevede il ritorno degli alieni.
I nuovi protagonisti invece sono il solito stereotipo: la figlia dell’ex presidente che fa carriera nell’amministrazione, il figlio di papà col destino segnato nell’aviazione, il ribelle combina guai in cerca di redenzione.
Insomma, la sensazione è che abbiano preso la sceneggiatura del primo capitolo, la abbiano spolverata e abbiano cambiato due cosine nuove a malapena, e poi via, azione! Oltretutto, nelle scene iniziali si cerca di far trapelare un senso come di ansia e timore verso ogni cosa che non sia umana, tanto che appena un qualcosa di alieno, palesemente diverso rispetto ai nemici di anni prima, l’amministrazione americana non pensa al dialogo ma lo abbatte subito con le nuove armi!
Per sfida, ho scelto di vedere il film non in 3D, ma in un classico 2D. Nell’ultimo periodo sembra che tutto debba spremere il massimo dalla visione 3D, ma un film deve offrire qualcosa in termini di trama, deve appassionare lo spettatore in modo totale con personaggi credibili, storie intriganti e ritmo perfetto. Tutto questo manca in Rigenerazione!
Tolto il fascino del 3d dalla numerose scene di azione, dagli scenari assolutamente mozzafiato rimane ben poco su cui far leva per tenere lo spettatore attaccato alla poltrona. L’adrenalina può essere un incentivo per un pubblico di teen ager, ma adulti che si confrontano con pellicole come Interstellar o il prossimo Arrival possono vedere il lavoro di Emmerich come l’ennesima americanata cacionara e irreale, spettacolare senza dubbio, ma che ai titoli la cosa lascia poco e niente. Il primo film ha segnato un’epoca, anche in quella la storia era risicata, ma almeno aveva il fascino di personaggi intensi, ben tratteggiati, mentre ora sono tutti inseriti nella storia quasi forzatamente, alcuni sembrano addirittura superflui. Tutto viene ricondotto all’effetto nostalgia (che può far leva su chi ha qualche anno sulle spalle!) e a un modo di fare cinema che conta più sull’effetto speciale che non su storie accattivanti, preferendo stuzzicare la sola vita tralasciando tutte le altre sensazioni che possono coinvolgere uno spettatore.
Il finale aperto, pilotato da metà film, sembra essere l’invito verso un nuovo capitolo, ma ha più la dimensione di una spietata minaccia!
Forse il problema è che ieri sera sulla poltrona il ragazzino del ’96 non era presente, ormai diventato un appassionato di cinema che cerca quel qualcosa “in più”; sia chiaro, una bella scazzottata piace anche a me, ma ci vuole una storia che sia al centro del film, mentre ora sembra che le trame sia sempre più un semplice obbligo da svolgere quanto prima per creare esplosioni ed azione scriteriata.
Il cinema secondo Emmerich & Bay, insomma!
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- RILASCIATO: 2016
- GENERE: Action, Fantascienza
- DURATA: 120 minuti
- REGIA: Roland Emmerich
- SCRITTO DA: Roland Emmerich, Dean Devlin, James A. Woods,Nicholas Wright, James Vanderbilt
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