Epic Games e giochi gratis: lo stato del progetto

17 Mag 2021

Epic Games e giochi gratis: lo stato del progetto

Nelle ultime settimane si è fatto un gran parlare della situazione relativa a Epic Games, la casa di sviluppo famosa fra i videogiocatori di lunga data per Unreal, Unreal Tournament e per l’Unreal Engine, nonché in tempi molto più recenti per Fortnite. Da ormai un paio d’anni, infatti, Epic Games ha lanciato il proprio store, distinguendosi per un tratto ormai familiare a migliaia di videogiocatori: il regalo di titoli. Inaugurata nel 2018, la consuetudine con cadenza settimanale ha portato agli utenti Epic un numero davvero sterminato di giochi, dai quelli più di nicchia a produzioni dal peso decisamente elevato. Considerando i recenti avvenimenti che hanno visto protagonista la software house americana, c’è da chiedersi quali siano le prospettive per il progetto da essa messo in piedi, se sostenibile o meno e se, ad oggi, sia stato una scommessa anche solo parzialmente vinta.

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C’è da considerare, intanto, come Epic Games si sia dedicata, fin dalla sua ri-esplosione dopo gli exploit di Unreal Tournament, al mondo del videogaming gratis. Sono proprio questi, infatti, ad aver reso l’industria videoludica una fra le più redditizie dei tempi moderni: basti pensare alla diffusione e al successo degli innumerevoli fra browser games gratis, giochi poker gratis, giochi mobili gratis e modelli free to play. Proprio in quest’ultimo settore Epic Games è entrata portando una vera e propria rivoluzione con Fortnite, distribuito nel 2017 e frutto di una collaborazione con People Can Fly, casa di sviluppo polacca sotto il controllo di Epic Games dal 2013 al 2015. Il gioco ha riscosso un successo senza precedenti grazie al gameplay da battle royale e, soprattutto, grazie al suo essere accessibile gratuitamente, puntando piuttosto sui guadagni ottenuti dagli oggetti in vendita nello store del gioco: una strategia che ha sicuramente pagato, se si considera che ad oggi Fortnite rappresenta il titolo più redditizio della casa e uno fra i più redditizi del mondo, protagonista perfino di campionati mondiali. Ulteriore prova viene dall’operazione che ha portato Epic a distribuire Rocket League, oggi altro prodotto di punta dell’azienda. Il gioco, uscito nel 2015, è stato sviluppato da Psyonix, software house acquisita da Epic Games nel 2019: nel corso dell’anno successivo, sotto la nuova proprietà, il gioco è diventato accessibile gratuitamente vedendo aumentare i propri utenti.

Una delle critiche più forti al modello proposto da Epic Games, in realtà, risiede proprio nella sua politica del regalo dei giochi, i cui costi costituiscono una voce enorme fra le sue spese. Se è vero infatti che molti titoli in regalo sono abbastanza secondari, Epic si è segnalata per regalare anche delle produzioni che non sono state certamente di secondo piano: è il caso di Just Cause 4, Kingdom Come Deliverance, Star Wars Battlefront 2, fino ad arrivare alla trilogia Batman Arkham e, soprattutto, a GTA 5, vero e proprio blockbuster videoludico. In realtà, come si evince da un documento emerso negli scorsi giorni, ad ogni regalo “di peso” da parte di Epic Games sono corrisposte delle impennate nel numero di utenti registrati sullo store di proprietà, con punte di oltre 600.000 nuove sottoscrizioni in occasione del regalo della trilogia su Batman. Una considerazione che ha sicuramente la sua importanza, considerando che di recente Epic ha ottenuto nuovi finanziamenti nonostante il fatto che, fino ad oggi, le spese sono state enormi.

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Le spese sostenute per l’acquisto dei giochi, ma anche delle esclusive, portano anche a far riferimento a un’altra questione, quella riguardo le somme pagate agli sviluppatori dei giochi poi gratuitamente distribuiti: il documento citato infatti, che considera tali spese fino al 2019, evidenzia come ogni gioco sia stato pagato un minimo di 45.000 dollari, con l’evidente eccezione di Metro 2033 Redux, fino ad arrivare agli esborsi milionari per Subnautica, Mutant Year Zero e appunto Batman Arkham.

Proprio in questi giorni Epic è impegnata in una causa contro Apple, accusata di trattenere una percentuale eccessiva sugli acquisti effettuati sul suo store. Quale che sia l’esito, potenzialmente in grado di stravolgere il funzionamento degli store digitali, anche in questo caso le scelte di Epic si pongono in coerenza con il suo progetto di rottura rispetto ai meccanismi classici di distribuzione e monetizzazione di un prodotto videoludico. Un progetto che, ancora oggi, sembra sicuramente attraente per gli investitori e quindi potenzialmente di successo, per quanto le motivazioni di Epic siano chiaramente rivolte a tutelare la propria posizione. Proprio per questo, in conclusione, non va corso il rischio di idealizzare la casa americana, vedendoci una sorta di difensore di sviluppatori e videogiocatori: si tratta di un operatore certamente differente dai suoi classici competitor, ma non per questo meno attento al ritorno economico, in prospettiva futura, delle sue scelte.


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