CAPTAIN AMERICA: CIVIL WAR – Recensione

5 Mag 2016

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CAPTAIN AMERICA: CIVIL WAR: GLI UOMINI DIETRO LA MASCHERA

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Da grandi poteri, derivano grandi responsabilità.

il mantra della Marvel, la firma della Casa delle Idee, è la frase più nota per gli appassionati di fumetti. In Civil War questo aspetto viene preso grandemente in considerazione, diventando l’anima stessa dello scontro tra le due fazioni; leggete pure tranquilli, non ci saranno spoiler, eviterò di raccontarvi cose che già non siano note a tutti.

Perchè Civil War ha un vantaggio rispetto agli altri prodotti della saga Marvel, ha avuto il coraggio di mettere i propri eroi davanti ad uno specchio, mettendoli di fronte alle proprie responsabilità, trasformando degli eroi in semplici uomini, costretti ad affrontare il peggiore nemico: la propria coscienza.

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CIVIL WAR SPINGE GLI AVENGERS A FRONTEGGIARE LE CONSEGUENZE DELLE PROPRIE AZIONI, ANDANDO A SCAVARE NELL’ANIMA DI TONY STARK E STEVE ROGERS

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Perchè gli Accordi di Sokovia (che nel film prendono il posto dell’Atto di Registrazione fumettistico) sono la voce della paura di un mondo che si sente in pericolo, anche da parte di coloro che vogliono proteggerlo. La Battaglia di New York, Sokovia, o Washington ci sono stati presentati come atti di eroismo, ma non abbiamo mai visto quale sia l’impatto sui cittadini comuni; ora gli Avengers devono conoscere il risultato delle loro azioni, le conseguenze che la loro missione comporta.

E aprire gli occhi è doloroso. Civil War è forse il più cupo dei cinecomic Marvel dal punto di vista interiore, perchè i due front man dei Vendicatori devono fronteggiare le proprie angosce e le proprie paure. Ma attenzione, non entriamo nella mente di Iron Man o Captain America, armatura e divisa passano in secondo piano, lasciando spazio agli uomini dietro la maschera, qui si parla di Tony e Steve.

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Il lavoro svolto sull’anima di Stark è impressionante, ma sarebbe un errore pensare che tutto sia nato solo in Civil War. La psiche di Stark è in evoluzione dalla prima pellicola, e la parola chiave è quel retaggio insinuato nella sua mente da Yinsen già nel primo film dedicato ad Iron Man; la vita di Tony nel MCU è una progressiva presa di coscienza, fino alla decisione definitiva vissuta in Civil War. Mi ha colpito non poco la forza con cui Tony affronta questa sfida, e mentre nella prima parte del film assistiamo alla crescita del pathos della pellicola, è nella seconda parte che Tony Stark crolla, subisce un duro colpo che si accumula alle sue traversie personali. Stark vuole fare la cosa giusta, si sente responsabile delle sue azioni e patisce fortemente le conseguenze, crede che serva un controllo superiore.

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Cosa che lo mette in contrasto con Steve. Rogers è un soldato di un altro tempo, continua a faticare a trovare un posto nel mondo moderno; la radice del problema è la morale che lo anima e la paura di diventare un semplice strumento in mano a poteri che potrebbero fuorviare lo spirito che anima gli Avengers. Ma subentra anche il senso di amicizia fraterna per Bucky, che si scontra con quel forte legame, spesso conflittuale, instaurato con Stark.

Perchè Civil War diventa presto il vero momento della scelta per Cap. Nonostante il film sia corale, con un impressionante schieramento di eroi, il titolo è Captain America: Civil War, perchè Rogers non è solo l’ago della bilancia per il futuro degli Avengers, è anche colui che si trova dinnanzi a un bivio, deve scegliere fra due amicizie, tra legalità discutibile e latitanza in nome di una giustizia che sembra non interessare nessuno.

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Prima di entrare in sala ero un ferreo sostenitore di Iron Man (come lo ero nella controparte cartacea), ma dopo la proiezione non sono riuscito a prendere una posizione; i fratelli Russo hanno dato ad entrambe le fazioni una forte motivazione, condivisibile e al contempo discutibile, al punto che nessuna delle due convince pienamente.

Ma una cosa mi ha preoccupato, pensando alla fazione di Iron Man: come ci si può fidare del generale Thaddeus “Thunderbolt” Ross in materia di affidabilità? Non dimentichiamoci il suo passato rapporto con Banner/Hulk e Abominio! Sarebbe stato davvero spettacolare vedere Ross spiegare la sua proposta degli Accordi di Sokovia di fronte a Banner!

Civil War è un film che si discosta parecchio dalle precedenti pellicole del MCU. Anzitutto viene data una maggior importanza alla storia, delineando un crescendo emozionale che potrebbe infastidire chi si aspetta una battaglia ogni cinque minuti; non mancano gli scontri, alcuni davvero spettacolari (come la rissa all’aeroporto), ma il fulcro di Civil War è l’impatto emotivo sui protagonisti, sulla loro percezione del proprio ruolo di eroi ma soprattutto di persone. Da questo punto di vista, i Russo sono riusciti a esaltare la sceneggiatura di Markus e McFeely, perchè il loro film è una storia di bivi, amicizia e destino, in cui tutti devono affrontare le proprie azioni e prendere finalmente una posizione, pronti a perdere tutto, anche le persone più care. Ma anche affrontare i propri fantasmi, resistere alla sete di vendetta prima di scendere nel lato oscuro della propria anima, ed è proprio nel momento in cui affrontano la propria umanità che anche gli eroi possono crollare!

Piccola critica ai traduttori. In una scena di lotta fra Iron Man e Cap, una battuta viene tradotta in modo errato stando al canone dell’MCU; quando Cap dice “Io non son stanco” si sarebbe dovuto preferire “Posso andare avanti tutto il giorno“, visto il riferimento ad una scena centrale della prima pellicola di Cap (Captain America: il primo vendicatore), in modo da mantenere la citazione come punto focale dello spirito di Steve Rogers, immutato dai tempi del gracile ragazzino di Brooklyn!

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Ma veniamo a quell’aspetto che tutti abbiamo atteso con ansia!

Parlo dell’entrata di scena dell’Arrampicamuri. Perfetto. Lo spirito dello Spiderman di Ditko, il ragazzino imbranato ma deciso a fare la cosa giusta, impacciato nel mondo reale, ma logorroico e pieno di battute una volta indossato il costume è presente in pieno. Le movenze sono le sue, l’ironia del personaggio traspare con una grande naturalezza e l’attore è convincente; molti hanno criticato il costume, ma per me che sono cresciuto con lo Spiderman classico il costume è spettacolare, convincente. Certo Marisa Tomei come zia May è un bel vedere, ma poco convincente, anche se devo ammettere che il giudizio potrebbe essere influenzato dalla visione della zia “matura” che mi sono abituato a vedere in anni di fumetti; per correttezza, meglio congelare la valutazione sulla zia May della Tomei, magari vedendo la sua performance nel prossimo film su Spidey!

Anche l’ingresso di Pantera Nera è perfetto, elettrizante e con una carica adrenalinica da cardiopalma. Le sue movenze sono perfette, il costume abbastanza fedele al suo canone (in effetti la mantellina del periodo classico sarebbe stata improponibile), ma è soprattuto la caratterizzazione di T’Challa in versione re del Wakanda che da uno spessore di tutto rispetto al personaggio!

E per due eroi che convincono, bisogna storcere il naso per un Vendicatore sottotono: Visione.

Posso capire che si sia cercato di imbastire il legame romantico che lega Visione a Wanda, ma il ruolo dell’androide in questa pellicola sembra essere legato solo a tre momenti: la convinzione della validità degli Accordi di Sokovia, legarsi a Wanda (da cui si fa dominare in modo assurdo in una scena illogica) e il commettere un errore fatale durante l’unico attimo in cui partecipa ad una battaglia fondamentale. Visione non è un personaggio da poco, è centrale sia nei fumetti sia nel MCU, soprattutto in chiave Infinity War, vederlo così poco considerato (mentre tutti gli altri personaggi hanno avuto il giusto spazio) sembra un’ingiustizia.

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Civil War rimane comunque un buon film, ma attenzione non ottimo. Perchè la dimensione dei cinecomic Marvel ormai non può rientrare nella definizione di film; sono degli ottimi prodotti di intrattenimento, ma dovrebbero esser considerati come delle puntate estremamente lunghe di un serial, vista la loro serialità e l’impostazione data al tutto. Non vuole esser una critica, anzi, adoro l’MCU! Per dare l’impressione di aver di fronte un’ottima pellicola, si sarebbe dovuto ottimizzare meglio i tempi, la prima parte tende ad essere un pò troppo dilatata e l’azione viene concentrata troppo nella seconda parte, con uno scontro conclusivo tra i due eroi di punta che non ha un’origine proprio convincente e che ha un certo eco con la pellicola di punta della Distinta Concorrenza (o DC, se preferite), Batman vs Superman.

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Ecco permettetemi un parallelo fra i due cinecomic; entrambi hanno alla base una comune idea, il rapporto tra due eroi che perseguono un identico fine, ma con mezzi diversi, finendo per venire messi in contrasto dal cattivo di turno. La differenza che premia Civil War è che la Marvel ha imbastito il proprio MCU con maggior cura, ma soprattutto in un arco di tempo più lungo, il che ha consentito di sfruttare al meglio i personaggi; la Dc ha invece dovuto inserire in una sola produzione quanta più carne al fuoco possibile, decretando il parziale insuccesso del proprio film.

In conclusione, Civil War è un film da vedere, ma bisogna accettare anche che non sia il classico Marvel comic, ma che si addentri maggiormente nell’anima dei protagonisti, arricchendoli e rendendoli incredibilmente umani.

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  • RILASCIATO: 4.05.2016
  • GENERE: Azione, Supereroi, Cinecomics
  • DURATA: 147 minuti
  • REGIA: Anthony e Joe Russo
  • SCRITTO DA: Christopher Markus, Stephen McFeely

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