After Life: il finale struggente e drammatico di una serie immensa

After Life: il finale struggente e drammatico di una serie immensa

1 Feb 2022

After Life: il finale struggente e drammatico di una serie immensa

After Life ha chiuso la sua incredibile storia con la terza stagione, rilasciata da Netflix il 14 gennaio del 2022.

La narrazione che in questi anni ha regalato momenti immensi, emotivi e drammi esistenziali complessi e reali, ha il suo naturale “punto”, un “punto” completo, immenso, struggente e dannatamente verosimile, se confrontato con il mondo reale e la concezione umana che si crea in determinate situazioni come quella di Tony, il personaggio interpretato da Ricky Gervais, nelle tre stagioni della serie Netflix appunto, After Life (qui potete recuperare la discussione sulle precedenti stagioni).

Tony, dopo la morte di sua moglie Lisa, avvenuta per un cancro terminale, non riesce a darsi pace e nonostante i suoi tentativi di rinascita e rivalsa, la velleità nel ricostruirsi una vita sentimentale è spesso vacua, nulla e se vogliamo inesistente, visto e considerato che nonostante Emma (una sua piccola fiamma) sia entrata a far parte della sua vita, non riesce a donare a quest’ultima un volto diverso da quello amichevole, marchiando il viso di sua moglie non solo in ogni istante della sua vita, ma anche nella sua anima e nel suo futuro ormai certo di non poter accettare una perdita così grande. Lo spiraglio di luce lasciato durante il finale della scorsa stagione era solamente un fuoco di paglia, dato che fin dalla prima puntata si intuisce che Lisa è il grande amore di Tony, l’anima gemella che tutti vogliono ma che nessuno trova nel difficoltoso percorso che si chiama “vita”, una perdita fisica, materiale, ma non mentale; ad un certo punto della nostra esistenza sulla Terra, rinsaviamo, ci scrutiamo dentro e spesso arriva l’inevitabile confronto con le persone che ci troviamo di fronte: sia in amicizia che in amore, il discorso è parallelo. Avere un amico leale, comprensivo e che accetta il tuo carattere, le tue abitudini e i tuoi sbalzi di umore e veramente arduo e proprio per questo dobbiamo imparare a tenerci stretto chi veramente ci merita e chi veramente passa il suo tempo con noi con piacere senza mai annoiarsi; il percorso di accettazione del dolore da parte di Tony, conduce anche a delle consapevolezze comprensive di ciò, attraverso suo cognato Matt e il suo collega Lenny, amico indiscusso e inseparabile dalla prima all’ultima puntata; questi due personaggi sopportano e comprendono il protagonista subendo spesso insulti, attacchi d’ira e parolacce di ogni tipo, ma nonostante tutto non si allontanano, non abbandonano Tony, una persona dal cuore gentile e dall’animo immenso, spezzato dal dolore più profondo, fatto a pezzi dall’unico e beffardo movente a cui nessuno può far fronte: La morte.

Tutto quello che può venir dopo il grande amore, è solo futilità, una becera sostituzione di quello che non puoi avere – di quello che non avrai mai più; questa era Lisa, o meglio “è” Lisa, il desiderio più grande di ogni uomo, il desiderio indiscusso degli esseri umani, l’altra metà di Tony e questo nessuno può mutarlo, nessuna donna, anche se straordinaria, come nel caso di Emma, potrà mai occupare il posto sul divano come lo occupava Lisa, nessuna si farà spazio nel vuoto lasciato nel cuore del protagonista dopo la morte di sua moglie…uno spazio vacante che deve restare tale.

“Preferirei essere da nessuna parte con lei che da qualche parte senza di lei.”

La vita non è programmata, spesso è beffarda, irriverente, simpatica, distruttiva ed è un casino senza pari, ma nonostante tutto ha dei vantaggi straordinari: Vivere; ma spesso nel dolore non capiamo che dono immenso possediamo: quello di calpestare la terra, respirare aria di mare, guardare un tramonto…o godersi un caffè in solitudine mentre si legge un libro! Non per rimbombare sui soliti argomenti, ma alla fine è così, e questo lo comunica After Life, lo comunica Ricky Gervais attraverso la sua serie e il suo personaggio. Nonostante, e inevitabilmente, possano accadere drammi irreparabili, non vuole dire che tutto è perduto, non vuol dire che non possiamo tornare ad essere noi stessi:

“Ho ancora i miei aspetti negativi, ma poi la vita ti lancia queste piccole cose interessanti, non è vero?”

Con questa frase si può racchiudere l’essenza della rinascita di Tony

Quando soffriamo, piangiamo e veniamo feriti, la nostra personalità muta e si distacca da quella reale, soprattutto quando si affronta un dolore mai combattuto prima…diventiamo come dei neonati che non sanno camminare, dei bambini che non sanno leggere; ma non per questo dobbiamo soccombere; è giusto farsi trapassare dal dolore, farsi trafiggere da una lancia che non abbiamo potuto schivare, un fendente violento che non ci uccide e ci permette di ritornare in carreggiata nonostante tutto, nonostante stiamo sanguinando. Il percorso che attraversa il nostro protagonista è proprio questo, lo fa fin dalla prima stagione, dove si presenta rude, burbero, scettico e semplicemente cattivo verso il mondo e verso il prossimo, ponendo nel suicidio la speranza di lasciare tutti in maniera distaccata, proprio come un superpotere, ma successivamente capisce che non è così; in un certo senso chi gli vuole bene di certo ci rimarrà male e si sentirà per forza di cose “colpevole” di non aver aiutato l’amico, se ci riflettiamo bene, e su questo Tony con il passare del tempo pone i suoi pensieri e le sue riflessioni, che lo porteranno a ritornare sui suoi passi e dedicarsi maggiormente ai rapporti umani come faceva un tempo, quando al suo fianco c’era ancora la sua insostituibile moglie.

“L’umanità è una piaga. Siamo un parassita disgustoso, narcisista ed egoista, e il mondo sarebbe un posto migliore senza di noi. “

Tony nella prima stagione

Un personaggio che dona manforte al percorso di “guarigione” del protagonista, è ancora una volta confermato dalla figura di Anne, l’anziana signora risiedente al cimitero, sulla panchina dove siede ogni giorno Tony, di fronte alla tomba di sua moglie; gli immensi e struggenti monologhi sulla vita, fanno luce al buio percorso che sta attraversando da alcuni anni l’uomo, anni confusi e complessi che sembravano insormontabili senza la giusta “lanterna” che proiettava la giusta luce, in questo caso Anne. La donna ascolta il nostro protagonista: lo odia, lo ama, lo critica…ma soprattutto lo comprende, ed è questo che deve essere fatto – Tony non viene forzato ma accompagnato verso il giusto bivio, verso la lunga strada irta di spine, dolore e sofferenza che alla fine dona innumerevoli moventi per andare avanti, nonostante si è perso tutto durante la “scalata”.

After Life ci pone davanti un quesito:

“Nonostante abbiamo perso tutto, vale la pena andare avanti?”

La risposta è sì, e questo possiamo notarlo nel commovente e struggente finale, un finale che rende incredibile l’ordinario e osanna la bellezza delle piccole cose in un mondo freddo e distante, che da lontano ci fa spesso paura e ci confonde, ma se guardato con gli occhi giusti trova sempre il modo di donarci piccole e grandi gioie; il corso della vita è semplice: si nasce, si cresce, si vive e infine si muore. Vale la pena vivere minuto dopo minuto? Sì – Anche se soffriamo, perdiamo tutto e non troviamo un senso nelle nostre azioni e nel nostro quotidiano? Sì, punto. Gli essere umani sono complessi, hanno tante sfumature, sono oscuri, buoni, cattivi…ma non fa differenza, dobbiamo affrontare tutto e andare avanti, anche perché non esiste dono più bello dell’esistenza, con i suoi pregi e suoi difetti; la morte di Lisa per Tony ha sancito un taglio netto alla sua vita, e questo lo ha fatto sprofondare in una depressione senza vincoli di uscita imminenti; ma alla fine se ci pensate è la vita no? Il ricordo di Lisa rimarrà impresso nel suo cuore per sempre, e lui vedrà la luce dei suoi occhi nel cane di cui si prendevano cura insieme, nello scantinato ornato di quadri fatti di vecchi, malinconici, ma dolci e indelebili ricordi, ricordi che hanno fatto di Tony la persona che è, una persona altruista, buona e comprensiva con un carattere unico, e si completava al fianco di suo moglie che ora vive nella sua anima – all’interno del suo essere e del suo vivere… nella sua casa, nei suoi ricordi e quindi anche nella sua personalità…Lisa e Tony sono una sola persona, un cuore grande per un carattere forgiato dall’immensa semplicità dell’amore, questo è quanto.

La ripresa finale di After Life 3, con le foglie autunnali che cadono, simboleggiano lo scorrere della vita, che senza ombra di dubbio va avanti nonostante tutto, va avanti anche se fa freddo, anche se le foglie cadono e anche se noi non esistiamo più. Questo è il movente finale, l’ultima consapevolezza di Tony che beato, si ritrova da un lato Lisa e da un lato la sua cagnolina, attraversando il campo fiorito con gli alberi (da sempre simbolo della vita) che mutano al loro passaggio, che mutano quando Lisa scompare, che cambiano quando anche la cagnolina non c’è più…e che rivivono durante la primavera quando anche Tony scompare, compiendo il suo percorso e sancendo ancora una volta la sua consapevolezza del dolore, della sua sofferenza…una consapevolezza che nonostante tutto dobbiamo accettare, affrontarla per andare avanti, qualsiasi siano gli ostacoli che ci si parano davanti.

Questo è After Life; questa è l’essenza della vita.

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