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STREET FIGHTER – SFIDA FINALE: FILM D’AZIONE O MEETING COSPLAYER?
[/vc_column_text][vc_separator color=”custom” border_width=”4″ accent_color=”#dd3333″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”2/3″][vc_column_text]
Lo so, solitamente mi occupo di videogiochi. In questo caso però, visto che il mondo videoludico si incontra con quello cinematografico, ho pensato bene di prendere il posto del buon Astartes per fargli prendere un po fiato e buttarmi a capofitto nell’analisi di questo film.
Come ben sapete, la smania di portare su pellicola alcuni celebri videogiochi, è stata foriera di aborti cinematografici tutt’ora derisi a distanza di decenni (primo su tutti il film di Super Mario Bros.) e per molti aspetti, Street Fighter – Sfida Finale non è un’eccezione.
Pellicola girata nel 1994 dall’interessante Steven E. de Souza, un regista che è un habitué delle trasposizioni visto che è stato anche l’autore di Dredd – La legge sono io e Tomb Raider – La culla della vita. A dirla tutta, il povero de Souza pare aver dato il meglio il meglio di sé a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 con serie televisive come L’uomo da sei milioni di dollari, La donna bionica, Supercar e con film apprezzabili come Commando e Die Hard.
Street Fighter – Sfida Finale è un film d’azione che tenta, con fortune alterne, di sfruttare il roster del celebre picchiaduro Capcom, non lesinando però errori, inesattezze e forzature che fanno storcere il naso ai fan più affezionati del videogioco.
Partiamo con il titolo: Sfida Finale. Sentendolo così potrebbe sembrare il termine di una trilogia o comunque una pellicola che va a concludere in maniera definitiva una serie. Invece si tratta di un film risulta a sé stante, anche se in seguito è stato girato un secondo film dedicato a Street Fighter totalmente slegato dal primo e, se possibile, ancora più deludente.
[/vc_column_text][vc_custom_heading text=”Jean-Claude Van Damme contro Raúl Juliá. L’esito mi pare alquanto scontato…” font_container=”tag:p|font_size:14|text_align:center|color:%23dd3333″ google_fonts=”font_family:Roboto%20Slab%3A100%2C300%2Cregular%2C700|font_style:400%20regular%3A400%3Anormal”][vc_single_image image=”9944″ img_size=”full” alignment=”center”][vc_column_text]
Ma come non è giusto giudicare un libro dalla copertina, passiamo oltre e concentriamoci su aspetti più consistenti dell’opera di de Souza.
Innanzitutto mi vorrei togliere il pensiero e parlarvi subito degli effetti speciali: non ci sono. L’unica parvenza di effetto speciale sono gli stivali di Mr. Bison: ricordate la Psycho Crusher? Ecco, nel film viene presentata una versione che pare fatta dai bambini delle elementari… teoricamente viene fatto credere allo spettatore che grazie a degli stivali a propulsione Mr. Bison si lancia contro l’avversario (a una velocità di circa 3 chilometri orari!) in una sorta di parodia della sua mossa più iconica. Il risultato, come potrete ben capire è piuttosto patetico. Shoryuken, Hadoken, Sonic Boom? Neanche l’ombra!
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UN FILM D’AZIONE CON POCHI COMBATTIMENTI E CON POCHI EFFETTI SPECIALI PIUTTOSTO TRISTI…
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Accantonati gli effetti speciali, passiamo al cuore pulsante di ogni film: la trama.
Si, perché malauguratamente esiste anche una sorta di trama! L’ipotetica nazione di Shadaloo è in preda ad una devastante guerra che vede il generale Bison contro il mondo intero. Catturati dei prigionieri, il cattivone chiede un riscatto esoso per poter soddisfare la sua megalomania e costruirsi una città tutta sua. Quindi interviene il colonnello Guile che, con l’aiuto di altri personaggi apparsi nei videogiochi, riesce a trovare la base centrale di Bison dopo uno scontro (che ha ben poco di epico) a distruggerla salvando i prigionieri. Titoli di coda.
I più attenti avranno già individuato la prima inesattezza; una delle tante forzature che, se volete affrontare questa pellicola, dovrete abituarvi a ingoiare: dopo qualche secondo dall’inizio del film, viene infatti nominata la nazione di Shadaloo che, nel videogioco, è in realtà il nome dell’associazione criminale di Mr. Bison.
[/vc_column_text][vc_custom_heading text=”Il “generale” Bison, Vega e Sagat. Un trio di cattivoni mica da ridere!” font_container=”tag:p|font_size:14|text_align:center|color:%23dd3333″ google_fonts=”font_family:Roboto%20Slab%3A100%2C300%2Cregular%2C700|font_style:400%20regular%3A400%3Anormal”][vc_single_image image=”9945″ img_size=”full” alignment=”center”][vc_column_text]
Da qui in avanti, Street Fighter – Sfida Finale è un crescendo di discrepanze rispetto alla sua genesi videoludica che viene più e più volte maltrattata a partire dalle origini di Blanka totalmente stravolte, sino al personaggio di Dalshim, che non ha assolutamente nulla a vedere con quanto apparso nel picchiaduro.
Vogliamo parlare poi di Honda? Ebbene si! Avete sempre pensato che il buon lottatore di sumo Edmond Honda fosse giapponese e invece… la sua versione cinematografica è chiaramente di origini polinesiane! Per non parlare di un altro “piccolo” particolare, ovvero la relegazione di Ryu e Ken a personaggi secondari (e sotto molti aspetti inutili) della trama in favore di Guile, interpretato in qualche modo da Jean-Claude Van Damme.
Visto che abbiamo cominciato a parlare dei lottatori presenti, proseguiamo analizziamo a grandi linee l’interpretazione e la fisicità dei personaggi che hanno avuto la sfortuna di apparire in Street Fighter – Sfida Finale.
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STREET FIGHTER – SFIDA FINALE E’ UNA SEMPLICE SCUSA PER BUTTARE A CASACCIO I PERSONAGGI DELL’OMONIMO GIOCO IN UN FILM… E FARE SOLDI!
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Cominciamo con le note decisamente positive: i personaggi maggiormente riusciti risultano essere Sagat, interpretato da un Wes Studi che, nonostante sia di origine Cherokee, riesce a rappresentare più che degnamente il lottatore thailandese di Muay Thai. Altra nota positiva è Zangief, il gigante russo viene impersonato da Andrew Bryniarski piuttosto degnamente, così come (a mio parere) Jay Tavare si trovi a proprio agio nei panni del lottatore spagnolo Vega che, a dispetto di una entrata in scena davvero molto convincente, viene poi ridotto a una semplice comparsa.
I suddetti attori, perlomeno a livello visivo e fisico, riescono ad avvicinarsi con una certa efficacia ai personaggi originali di Street Fighter.
Falliscono, almeno in parte, Mr. Bison (che nel film è chiamato generale Bison) interpretato dal compianto attore portoricano Raúl Juliá, evidentemente non abbastanza dotato fisicamente per poter rappresentare il cattivo di turno, nonostante il caratteristico volto truce che rende bene l’idea di malvagità. Lo stesso protagonista Guile, interpretato dall’attore belga Jean-Claude Van Damme appare troppo poco “americano” per vestire con convinzione i panni del militare, ammesso il fatto che il personaggio di Guile (relativamente in secondo piano nei videogiochi) sia adatto ad essere protagonista del film. Discorso simile a quello di Van Damme si può fare per Kyle Minogue, forse un po troppo minuta e poco formosa per poter essere una Cammy credibile.
[/vc_column_text][vc_custom_heading text=”Che ci crediate o meno, questi due sono Ryu e Ken. A voi la scelta se ridere o piangere!” font_container=”tag:p|font_size:14|text_align:center|color:%23dd3333″ google_fonts=”font_family:Roboto%20Slab%3A100%2C300%2Cregular%2C700|font_style:400%20regular%3A400%3Anormal”][vc_single_image image=”9946″ img_size=”full” alignment=”center”][vc_column_text]
Se poi parliamo di Ryu e Ken, possiamo affermare che gli interpreti escono decisamente con le ossa rotte rispetto al paragone con i personaggi originali: il ruolo di Damian Chapa e Byron Mann è relegato alla funzione di supporto rispetto a Guile e la sua allegra compagnia. In Street Fighter – Sfida Finale, i due eroi del videogioco vengono relegati al ruolo di contrabbandieri da strapazzo prima e da goffi infiltrati poi, perdendo totalmente quell’aura di epicità che trasmettono Ryu e Ken in versione elettronica e degradandoli a semplici macchiette.
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DALSHIM UNO SCIENZIATO? MA MI FACCIA IL PIACERE…
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Sapete la cosa davvero divertente di Street Fighter – Sfida Finale? La pellicola è stata affossata dalla critica, derisa dai fan… ma ha incassato circa 100 milioni di dollari! Il successo economico spinse anche un altro regista come Andrzej Bartkowiak (incosciente!) a martoriare i celebri lottatori del franchise Capcom con Street Fighter – La Leggenda, film del 2009 che riesce incredibilmente a fare ancora peggio del suo predecessore risultando, oltre che scadente, mortalmente noioso.
[/vc_column_text][vc_row_inner][vc_column_inner width=”1/6″][vc_icon icon_fontawesome=”fa fa-comments-o” color=”custom” size=”xl” align=”right” custom_color=”#dd3333″][/vc_column_inner][vc_column_inner width=”2/3″ css=”.vc_custom_1442608400482{margin: 30px !important;border-width: 30px !important;padding: 30px !important;background-color: #777777 !important;}”][vc_custom_heading text=”Street Fighter – Sfida Finale non sfugge dalla logica secondo cui un videogioco che viene riproposto su pellicola è quasi sempre un obbrobrio. Per definire questo film in poche parole, vi basti sapere che risulta essere una sorta di raduno cosplayer a cui partecipa una serie di attori più o meno famosi. A qualcuno il vestito sta bene, ad altri un po meno… la trama risulta secondaria, blanda e poco più che una scusa per mostrare più personaggi possibili in contemporanea.” font_container=”tag:p|font_size:18|text_align:justify|color:%23ffffff” google_fonts=”font_family:Roboto%3A100%2C100italic%2C300%2C300italic%2Cregular%2Citalic%2C500%2C500italic%2C700%2C700italic%2C900%2C900italic|font_style:400%20regular%3A400%3Anormal”][/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1/6″][/vc_column_inner][/vc_row_inner][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_custom_heading text=”SCHEDA FILM” font_container=”tag:p|font_size:18|text_align:center|color:%23dd3333″ google_fonts=”font_family:Roboto%20Condensed%3A300%2C300italic%2Cregular%2Citalic%2C700%2C700italic|font_style:400%20regular%3A400%3Anormal” css=”.vc_custom_1443638238443{padding-top: 0px !important;padding-right: 0px !important;padding-bottom: 0px !important;padding-left: 0px !important;}”][vc_column_text]
- RILASCIATO: 1994
- GENERE: Azione
- DURATA: 102 Minuti
- REGIA: Steven E. de Souza
- SCRITTO DA: Steven E. de Souza
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