LA NOTTE DEGLI OSCAR 2017 – N-Files

NOTTE DEGLI OSCAR 2017: SI CELEBRA ANCORA IL CINEMA?

Manuel Enrico 27 Feb 2017

Tra i tanti eventi americani che hanno un’eco mondiale sicuramente la cerimonia della premiazione degli Oscar occupa il posto d’onore. Si tratta di una partecipazione globale che inizia con la nomina della candidature, la prima fonte di felicitazioni e polemiche sulla strada per l’ambita statuetta; per alcuni, già la nomination è un traguardo, il riconoscimento che il proprio lavoro merita considerazione, ammirazione. Quest’anno, a mio avviso, già alle nomination si sono viste delle madornali cantonate. Una in particolare mi ha colpito negativamente, tra le tante questioni irrisolte: Amy Adams.


UNA PREMIAZIONE FARCITA DI ESCLUSIONI ECCELLENTI E PREMI GENEROSI


L’attrice in quest’annata ha mostrato tutta la sua caratura in ben due pellicole (Arrival e Animali notturni), due maestose prove di bravura, dimostrazione di come Adams sappia non solo rendere al meglio in pellicole non proprio eccelse (leggasi Batman v Superman), ma che anche in film con una storia complessa abbia il dono di valorizzare sempre il suo personaggio, renderlo così umano e reale che sembra di vederla uscire dallo schermo. Se vi state chiedendo se il sonno vi abbia colto mentre la nominavano almeno nell’elenco delle candidate alla statuetta per miglior attrice, tranquilli, eravate svegli e non soffrite di amnesia: non la hanno chiamata. Perché non era nemmeno candidata.

Ora, con tutto il rispetto a un mostro sacro come la Streep e alla vincitrice Emma Stone (seriamente, per La La Land?), la statuetta avrebbe dovuto finire tra le mani di Amy Adams; non darle nemmeno l’onore di essere nominata è un torto al buon cinema, si tratta di una miopia che nella migliore delle ipotesi è imputabile a una scarsa visione del ruolo di un attore, nella peggiore la volontà di non mettere in lizza un serio concorrente in favore di una vincitrice designata, brava, ma non all’altezza.

Non è certo l’unica nomination dello scandalo. La La Land è stato il mattatore della serata, facendo incetta di statuette, ma erano tutte meritate? Secondo me, no. Mi dispiace ma il trattamento riservato a un capolavoro come Arrival è abbastanza ingrato, forse perché schiavi di un preconcetto contro i film di sci-fi; il film di Villeneuve , ad esempio, è stato escluso da una categoria come quella dei Migliori effetti visivi, dove avrebbe meritato il premio considerando la cura cui sono stati realizzati i meravigliosi caratteri della lingua aliena, o nel rendere l’ambiente interno dell’astronave. La battaglia di Hackswaw Ridge (film di Mel Gibson, strepitoso) vince per gli effetti sonori, ma almeno in questo caso Arrival ha ottenuto una candidatura, ci può stare; giustamente il film di Villeneuve incassa la vittoria per il montaggio sonoro, effettivamente perfetto e sempre curato per tutta la pellicola.

Quello che non capisco è come si sia premiato per la miglior fotografia La La Land, che a me sembra un classico film pompato oltremodo rispetto al suo reale valore. In Arrival, Hacksaw Ridge e Silence abbiamo degli esempi perfetti, eppure il musical ottiene la statuetta; questa piaggeria per La La Land mi fa quasi dubitare che sia stato quasi un voler premiare non tanto il film, quanto il genere dei musical. Devo confessarlo, quando c’è stata la gaffe della premiazione errata per il miglior film, vedere l’intero cast salire sul palco per poi dover scendere e far posto a Moonlight ho gioito oltremodo.

Suicide Squad

Arriviamo al momento topico della serata, la massima dimostrazione che a scegliere certe premiazioni ci fosse uno messo a caso. Miglior Trucco. In nomination Star Trek: Beyond, che anche se non è stata una delle migliori pellicole dell’universo di Roddenberry, ha il merito di aver mostrato ben 50 dico 50 alieni completamente nuovi realizzati principalmente con il make up. Si sente profumo statuetta, già mi immagino Kirk menare un Gorn con l’Oscar. And the winner is: Suicide Squad. Come dire che ha vinto il culo della Robbie, perché alla fin fine Suicide Squad non ha altro motivo per essere ricordato. Killer Croc non può essere il motivo del premio, Harley Quinn è truccata come una ragazzina ribelle del ginnasio e il Joker….mi sento male solo a nominarlo, davvero. Eppure incassa la statuetta con siparietto di dedica politically correct, che essendo fatta da un italiano causa infarto a Trump e ulcera a Salvini, du is megl che uan dicevano in uno spot. Star Trek a bocca asciutta, roba che manco i deserti di Vulcano; come mai premiare a tutti i costi un cinecomic? Non è che se un film appartiene a un filone che tira al botteghino automaticamente dobbiamo mettergli in mano una statuetta. A quel punto meglio premiare Doctor Strange con gli effetti visivi che non Il libro della giungla, altro premio incomprensibile per me.

Questa premiazione 2017 ha avuto però una grossa pecca. Concordo che l’artista abbia anche un ruolo sociale in quanto personaggio pubblico, ma si è vista troppa politica in questo periodo da Oscar; Jimmy Kimmel che provoca Trump era divertente, ma nel limite. Le dichiarazioni contro l’establishment di Washington sono diventate il tema dei discorsi di premiazione, di interviste, anche delle scelte dei vincitori da parecchi mesi. Non conta più quanto il film meriti, l’importante ora è che si abbia modo di prendere posizione contro un personaggio scomodo, nientemeno che il Presidente degli Stati Uniti; nemmeno io ho troppa simpatia per il rubicondo Donnie, ma ogni tematica ha il suo ambito preciso in cui venire affrontata. Ero quasi sicuro che avrebbe vinto Fuocoammare come film straniero solo per fare imbestialire Trump, ma poi hanno pensato che dare l’Oscar a un film Iraniano sarebbe fin stato peggio per le sue coronarie.

Questa notte degli Oscar lascia il sapore del moralismo, della voglia di far vedere che Hollywood sia solo progressisti e gente per bene, sensibile e priva di difetti; peccato che si respiri esattamente il contrario, questa ostinazione latente fatta di prese di posizioni contro qualcuno accanendosi nel volersi ergere a guida morale di una nazione. Stiamo facendo cinema signori, è la serata che premia il cinema, nella sua natura e nel suo essere finzione, si vuole celebrare il suo voler emozionare, la serata per il premio all’impegno civile si può organizzare in altre sedi. Sarebbe bello se Hollywood tornasse a parlare con i film, riconoscendo il merito di tutte le pellicole presentate, a prescindere da botteghino, altrimenti la tanto vantata libertà di opinione di Hollywood si trasforma nell’establishment dell’ipocrisia.

Lascia un commento