Mese di novembre, ormai manca poco e l’aria invernale già si sente. Sì, forse il mio basilico su un balconcino a Roma a 22° non se ne rende ancora conto ma sic est. Eccoci, nuovamente, mensilmente, costantemente con la rubrica Che cosa abbiamo giocato a novembre. Desideroso di raccontare le mie esperienze videoludiche mensili, introduco i titoli provati: Death Stranding 2 su Playstation 5; Rome Total War Remastered su Steamdeck.
Che dire, i giochi provati questo mese in Cosa abbiamo giocato sono ben diversi tra loro e l’esperienza regalatami è stata tale da regalarmi un ottimo mese videoludico. Partiamo dal titolo più nostalgico, e non dei tempi che furono e ai quali non si vorrebbe tornare, ma quelli di quando si era ragazzini. Rome Total War è stato il primo della saga che provai e mi rapì all’epoca come riesce a fare tutt’ora. SEGA con quella serie, in particolar modo con quel titolo, regalò un’esperienza gestionale unica e l’ha riproposta nel 2021 con la remastered.
Chissà perché fare la remastered del primo nonostante il secondo fosse solo di tre anni più giovane. Basandoci su entrambi i titoli e sui feedback degli utenti, il capitolo due sui Romani fu veramente poco apprezzato. Vi erano, infatti, dinamiche assenti rispetto al primo e design di dubbio gusto, prima tra tutte la necessità di un generale per spostare le truppe. Il secondo è, personalmente, un titolo che mi ha fortemente deluso, al contrario del primo e di tanti altri che mi hanno sempre rapito.
Nonostante su Steamdeck giocarlo non sia proprio piacevole, provare un titolo del genere su console portatili è tanto stancante quanto divertente. Ovviamente, rigiocare questo titolo con una grafica migliorata, e ben gestita tra l’altro, è un’emozione intensa. Partire dai Giuli per sfondare gli Averni, affrontare con i Corneli i Cartaginesi e le Città Greche con i Valeri, primeggiando per il consenso in Senato e tra il popolo, è pura immersione storica. Nonostante il grande trauma del bug 272 a.C. con la versione originale del 2010, Rome Total War (Remastered) si conferma forse uno dei migliori della serie. Il connubio di gestione politico-economica a turni con la strategia bellica in tempo reale, seppure privo delle battaglie navali, rende il titolo profondo e molto versatile.
Reputare gli hastati fighissimi all’inizio ci fa svenire letteralmente di fronte ai pretoriani, vere brande belliche e inarrestabili. Poter fare diplomazia soltanto coi diplomatici, inviandoli dalle fazioni obiettivo e cercare di usare le spie per il proprio tornaconto è davvero immersivo. Interessante, ma non veramente indispensabile, il mercante, nuova figura introdotta in questa remastered, con il quale poter aumentare gli introiti della nostra fazione. Ovviamente, il nuovo vecchio prodotto di SEGA ci permette di godere della grafica 4K, come se servisse quello per godersi Rome. Sicuramente, rispetto il portatile NON da gaming di quindici anni fa, la Steamdeck sembra una Ferrari ma è sempre bello vedere che dopo quattro anni dalla sua uscita, la remastered di un titolo super, risulta piacevole e ben riuscita. Ahimé, è un prodotto invecchiato giustamente parecchio ma non male. Dannata nostalgia.
Il secondo titolo di Cosa abbiamo giocato a novembre, che abbiamo recensito qui, è Death Stranding 2, del controverso Hideo Kojima. Titolo pragmatico, controverso e a ritmi bassissimi, DS2 si presenta come un’espansione del precedente titolo tanto a livello narrativo quanto di gameplay. Tuttavia, questo non deve essere necessariamente un elemento negativo quanto più una scelta coerente con un titolo che non poteva essere rivoluzionato.
Effettivamente, Death Stranding è un titolo talmente sui generis da non consentire uno stravolgimento di gameplay o di trama. DS2 è come una mega espansione del prequel solo con delle migliorie ambientali, con una storia che perfettamente si fonde alla prima. Il titolo ci regala un’avventura, piena di scalate, cadute e ristrutturazioni, fatta di sofferenza e traumi. Quello che Sam, il nostro protagonista, vive e come lo vive è un’analisi piscologica post traumatica di un individuo, la cui interpretazione rasenta la meraviglia. Fatto sta che per capire veramente il titolo c’è la necessità di concentrarsi come per un esame. Quello di Sam è un viaggio chilometrico, introspettivo, extrachirale e quant’altro si possa dire, regalandoci ore e ore di gioco, di passeggiate.
Rispetto al primo, questo sequel ha presentato, da quanto mi è sembrato, una minore quantità di scene cinematografiche e una minore interazione con le CA. Questa scelta ha portato DS2 a sembrare, come gameplay, un fattorino simulator nel futuro. Al di là di questo commento, DS2 è un gioco per chi accetta decine e decine di ore di calma e di gioco non adrenalinico. Un titolo, a tutti gli effetti, da gustare con calma e ammirare nei suoi meravigliosi scorci panoramici.
Se avete avuto la pazienza di arrivare fino a questo punto, alla fine di Cosa abbiamo giocato a novembre, allora davvero tocca ringraziare la vostra scarsa vita sociale.