Ho passato 10 ore del mio weekend a provare Chrono Odyssey, un nuovo action MMORPG che dovrebbe essere rilasciato verso la fine di quest’anno. Generalmente le prime 10 ore in un nuovo MMO non riescono a darti un’idea di quello che realmente è il gioco, eppure devo ammettere che sembrano essere volate. Le attività sono state moltissime e variegate e non ho mai avuto l’impressione di fare sempre la stessa cosa. Ma, andiamo per ordine.
Come ho già detto nel video “Gli MMORPG sono davvero morti per sempre?”, il mercato ha da diversi anni superato la data di scadenza e a parte 2 o tre titoli di spicco, ogni nuova uscita sembra destinata a sparire e finire nel dimenticatoio. Chrono Odyssey parte con delle ottime premesse ma sembra perdersi in un bicchiere d’acqua, non riuscendo a fare uno scalino in più capace di innovare il genere, perché ci prova, ma secondo me nel modo sbagliato. Lo ripeto: SECONDO ME.
Sviluppato da Chrono Studio e pubblicato da Kakao Games, Chrono Odyssey cerca di fondere diverse meccaniche, ispirate da titoli di successo e prova a metterle insieme. Il problema è che, seppur singolarmente potrebbero anche funzionare, nel contesto appaiono come pezzettini di puzzle diversi. In queste prime 10 ore ho avuto modo di provare diverse attività e meccaniche del gioco. Il combattimento è basato su schivate, con parry e gestione della stamina. Non è immediato, ma si denota un certo livello di profondità. La stessa barra della difficoltà sembra puntare verso l’alto, il che non è un male, anzi, alcuni boss che ho affrontato in solitaria e che fanno parte di quella che possiamo definire la trama principale, sono molto impegnativi e il gioco ti porta a morire e ripetere. Questo lo trovo interessante all’interno di un MMO, che stimola il trial and error e l’abilità stessa del giocatore. Le animazioni sono al momento molto macchinose, la risposta agli input non è perfetta, ma essendo una beta è giusto così. Ma in generale non dà lo stesso feeling, impatto, che invece ha su titoli a cui si ispira. E non ci sarebbe nulla di sbagliato eh, ma essendo la citazione molto chiara e forte, io, da giocatore, mi aspetto qualcosa che quantomeno ci si avvicini molto.
L’esplorazione è un altro punto di forza di Chrono Odyssey. La zona di mappa esplorabile durante questo test era piuttosto vasta e ricca di chicche e segreti da scoprire. Ci sono delle specie di torrette, in cui bisogna sincronizzarsi per sbloccare la porzione di mappa corrispondente e vari totem da cui è possibile fare il viaggio rapido. La mappa ha anche una verticalità interessante. Il sistema di arrampicata e doppio salto offrono una libertà di esplorazione unica in questo genere e tutto sommato piacevole ed intrattenente. Anche la cavalcatura è un upgrade quasi necessario perché velocizza di molto gli spostamenti. Poi, queste prime 10 ore sono state cosparse di varie attività. Da semplici quest alla raccolta di materiali e crafting. La progressione, fin dove sono arrivato, è stata molto semplice ed accessibile, senza richiedere investimento in svariate ore di farming per l’ottenimento di un pezzo di equipaggiamento o la raccolta industriale di materiali per costruirne uno. È stato tutto molto naturale e, senza dedicarci troppo tempo, sono riuscito a craftare delle armi e l’armatura, praticamente senza accorgermene. E questo è un grosso punto di forza, a mio avviso. Durante l’esplorazione mi sono imbattuto più volte in piccoli eventi dinamici, molto semplici, come l’uccisione di un gruppo di mostri in cambio di un piccolo premio, o NPC in pericolo da salvare e boss di zona (che ho dovuto evitare per non venir massacrato). Mi sono anche imbattuto in una strana attività istanziata, i trial. Il loro funzionamento richiama tantissimo lo stile dei roguelike, con stanze casuali, una dopo l’altra, drop interessanti e ovviamente un’unica possibilità di successo. Sono convinto che ci sia molto altro. Nel corso di queste 10 ore ho trovato diverse chiavi per accedere a contenuti istanziati da fare in gruppo, purtroppo non essendoci un sistema di matchmaking non ho avuto modo di testarle. Certo, avrei potuto spammare in chat in cerca di altre persone, come si usava fare una volta, ma il tempo era davvero poco e c’era tanto altro da provare. In definitiva mi sono divertito, sì. Ma è abbastanza?
Penso che chiunque abbia detto la sua sul gioco si sia principalmente focalizzato sui problemi tecnici. È vero, ci sono stati. Frame ballerini, anche su una configurazione di fascia alta come la mia, texture a bassa risoluzione, continui pop up. Ma il problema più grande è la gestione dell’illuminazione: tutto smarmellato alla Duccio (per i fan di Boris). Ora, questo era un play test e i problemi tecnici sono normali. Mi rendo conto che qualcuno non sia riuscito a giocarci del tutto o non sia riuscito ad andare oltre l’orrendo impatto iniziale e lo capisco. Mi auguro per certo che questo stato tecnico non rappresenti il prodotto finale e che quantomeno si avvicinerà molto a quanto ci hanno mostrato nei vari trailer, anche l’ultimo uscito. È giusto avere remore, ma questo aspetto qui dovrebbe essere quello più semplice da sistemare, tutto il resto invece un po’ meno. Come dicevo prima in molte situazioni l’effetto déjà-vu è forte. Combattimento che ricorda Dark Souls con tanto di schermata “Sei Morto”, esplorazione alla Elden Ring con la sincronizzazione dei giochi Ubisoft, sistema di crafting, progressione dell’equipaggiamento e skill molto simili a quelle di New World. Fa di tutto un brodo, un enorme miscuglio, mosaico ma usando la colla sbagliata. Allo stato attuale Chrono Odyssey mi è sembrato come uno strano mostro di Frankenstein, in grado di fare di tutto un po’, ma nulla di realmente fatto bene o significativo. È un grosso parco giochi, pieno di belle meccaniche, ma che non riescono a lasciare il segno. Diciamo che non ho trovato una vera e propria novità, un qualcosa che Chrono Odyssey facesse meglio degli altri o in modo diverso. E tutto il contesto, per quanto mi abbia divertito, per queste prime 10 ore, non mi ha dato quel motivo in particolare per voler giocare di più, per dire “quella cosa, solo Chrono Odyssey la sa fare o solo lì la trovo.” E se tutto questo non bastasse a convincere il pubblico, allora cosa lo farà?
Lo stile artistico, sorvolando sui problemi tecnici e visivi, punta tutto sul fotorealismo e finisce col sembrare anonimo. Molti MMO coreani adottano questo stile grafico e per quanto non incontri i miei gusti, e forse rischio di essere di parte, è innegabile che perda di unicità. La direzione artistica è altrettanto anonima, potrei prendere un qualunque frame dal gioco e sarebbe davvero difficile distinguerlo da Black Desert, Throne and Liberty e molti altri. Il tutto vuole sempre richiamare quel fantasy medievale generico, già visto in tantissimi altri giochi, ma la vera unicità l’ho trovata solo in alcune zone che sembrano uscire da un quadro di Hans Ruedi Giger, il pittore Svizzero. E sono molto belle, suggestive ed inquietanti, ma cozzano tantissimo con tutto ciò che le circonda. Sembrano un mosaico dis-armonioso, come guardare un film Disney in cui, all’improvviso, si apre una porta sul mondo di Berserk, senza una transizione, solo con un’enorme frattura. Il che potrebbe anche funzionare, perché da quel poco che ho capito della storia, queste zone sono sotto il controllo del Vuoto, quindi un qualcosa di “alieno” al mondo di gioco, dando l’impressioni di non essere sempre state così, ma lasciando intendere che un qualche evento le ha trasformate. Però il distacco è fin troppo netto e in qualche modo mi da fastidio alla vista.
Chrono Odyssey mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca. Parte con tante belle idee, ma tra una realizzazione piuttosto grezza e una certa mancanza di originalità, non mi ha catturato come speravo. Eppure, lo ammetto, mi sono divertito in queste 10 ore. Per questo lo definirei un gioco con un potenziale inespresso: c’è, si sente, ma resta imprigionato sotto la superficie. Più volte mi sono ritrovato a pensare: “Ok, questa cosa funziona… ma l’ho già vista. E fatta meglio, altrove.” Un esempio su tutti: la Cittadella. Un luogo fuori dal tempo e dallo spazio dove potenziare e ottenere nuove abilità per il Chronotector. Suggestivo, certo. Ma non vi sembra di averla già vista? A me ha ricordato molto, fin troppo, la Tavola Rotonda in Elden Ring. E non è solo una questione di ambientazione: ci sono tante, tantissime altre cose che sembrano prese in prestito da altri titoli.
Ora, intendiamoci: non sarebbe nemmeno un’idea sbagliata. Un Elden Ring pienamente multiplayer è un sogno che in tanti coltivano da tempo, come dimostra anche il successo della mod Seamless Coop. Ma, e qui sta il punto, nessuno rinuncerebbe alla qualità solo per avere compagnia. Non basta mettere insieme due o tre cose che piacciono e sperare che funzionino. La gente cerca mondi coerenti, gameplay precisi, un’identità forte. E, per ora, tutto questo a Chrono Odyssey manca o non l’ho trovato. Il grosso problema è la mancanza di un anima ben distinta. Se fossi io a dirigere lo sviluppo mi fermerei un attimo a chiedermi “cosa distingue il nostro gioco dagli altri?”. Non dico di dover ogni volta reinventare la ruota, per carità, sarebbe stupido rifare da capo qualcosa che già funziona. Ma il mio gioco dovrebbe distinguersi in qualche modo o quantomeno puntare a provarci. Che sia per lo stile artistico, per una particolare meccanica, per una storia coinvolgente. Insomma qualcosa che ti faccia dire “Questo è Chrono Odyssey”.
Per concludere, Chrono Odyssey lo definirei come un MMO, action, con tante belle idee ma ancora in cerca di un autore. Un gioco pieno di potenziale, ma ancora da sfruttare. Il mio augurio è che queste domande se le stiano facendo anche gli sviluppatori e che abbiano già trovato una soluzione. Che si prendano il giusto tempo e che non puntino verso un’uscita frettolosa. Il mercato ha tanto bisogno di innovazione e questo titolo ha tutte le carte per poterlo fare, deve solo osare di più. È come un sogno in costruzione che, per ora, ha solo preso in prestito le forme degli altri. Ma se riuscirà a trovare la giusta dose di coraggio, potrà metterci la propria firma e lasciare un segno sul mercato.