Dopo una campagna kickstarter durata anni, Agony è finalmente approdato su console e pc, e noi ci siamo subito catapultati nelle viscere dell’inferno, pronti ad affrontare i demoni che lo abitano.
La trama è molto semplice: la nostra avventura inizierà nelle vesti di un’anima tormentata senza alcun ricordo del suo passato, col compito di raggiungere la Dea Rossa, l’unica in grado di salvarci dal tormento eterno.
DISCESA NEGLI INFERI
Partiamo subito col parlare del maggior punto di forza di Agony: l’ambientazione.
L‘inferno che ci offre il gioco è molto organico, viscido, malato e pieno di terribili suoni e urla che aumentano l’immersione donando una bella atmosfera al titolo.
La direzione artistica risulta quindi molto valida sia sul fronte degli ambienti di gioco che su quello dei mostri e dei personaggi che incontreremo lungo il nostro viaggio, capaci di incutere un certo livello di paura nelle fasi stealth.
Importante sottolineare il fatto che le censure apportate ad Agony per permettergli di uscire non abbiano scalfito più di tanto la crudezza del titolo, il quale è comunque pervaso da situazioni malate e gore.
IL MIO CORPO È SOLO UN GUSCIO VUOTO
Per quanto concerne il gameplay, Agony fa della morte un elemento alla base dell’esperienza di gioco: difatti, se moriremo, avremo un breve lasso di tempo durante il quale dovremo cercare un altro corpo di cui prendere possesso, pena il ritorno all’ultimo checkpoint, il quale sarà utilizzabile per un massimo di 3 volte, altrimenti torneremo al checkpoint precedente all’ultimo.
Quest’ultima scelta da parte dei creatori per cercare di rendere più punitivo il titolo a conti fatti non funziona e risulta solo frustrante, mentre la meccanica legata al cambio di corpo è interessante, considerato che andando avanti nell’avventura potremo prendere possesso anche di alcuni demoni.
Il grosso dell’esperienza si baserà su delle fasi stealth nelle quali dovremo nasconderci dai nemici utilizzando alcuni cunicoli o strettoie; ad aiutarci nella progressione avremo la possibilità di utilizzare un’abilità che ci indicherà la via da seguire, della quale però non potremo abusare, dato che l’utilizzo è limitato a 3 volte per checkpoint.
Purtroppo il level design è tutt’altro che buono, ed inoltre il personaggio risulta molto macchinoso da utilizzare, rendendo di fatto il gameplay del gioco a malapena sufficiente.
L’AGONIA SU PS4
Passiamo ora alle note dolenti: il porting su ps4.
Sì perchè possiamo affermare senza mezzi termini che ci troviamo davanti ad uno dei peggiori porting nella storia di ps4.
L’elemento più grave che affligge l’avventura fin dal menù (!) è un fastidioso tearing onnipresente, ma non mancano anche numerosi bug visivi, dei grossi problemi di interazione con l’ambiente e degli sporadici cali di frame.
A chiudere il cerchio troviamo un vistoso downgrade che rovina in parte l’ottimo lavoro artistico svolto dagli studios, il quale rende la grafica estremamente datata e non al passo coi tempi.