Street Fighter 6, l’ultimo lavoro picchiaduro realizzato da CAPCOM, è il ritorno, davvero divertente, di uno dei titoli in cui “se le danno di santa ragione” per eccellenza. Un ritorno che viene introdotto da tre modalità iniziali tra cui scegliere: World Tour; Fighting Ground; Battle Hub.
World Tour
La modalità World Tour, una novità nella serie, ci viene proposta come campagna in single player, adattandosi un po’ a quello che viene proposto in tanti titoli. Un qualcosa che potrebbe essere visto come la “luce per le falene”, finché, però, non lo giochiamo. Si, perché questa modalità, per quanto non nel DNA del titolo, risulta complessivamente gradevole e divertente, consentendo anche ai neofiti, o a chi semplicemente non mastica volentieri i picchiaduro, di poter apprendere gradualmente come si combatte nei singoli match e di capire quali sono i fighters che hanno segnato la storia del titolo, attraverso i ‘Lottatori Leggendari’. Proprio qui, proprio con la trama, CAPCOM cerca di sviluppare una sorta di allenamento divertente per i giocatori meno esperti o, al contempo, un’alternativa valida a chi si destreggia nel titolo da un po’.
Inizieremo con una personalizzazione – fin troppo profonda per chi, come me, non ha pazienza in queste cose, ma forse sufficientemente approfondita per i più esigenti – del personaggio, che introduce ad un’anima tendete al J-RPG. Questo perché, eccezion fatta per i turni, le dinamiche ci sono tutte, lo stile anche. La profondità della storia, così come la gestione dei dialoghi -che, in un single player che vuole proporre una “trama”, risultano superficiali, banali e, soprattutto, non doppiati al di fuori delle scene cinematografiche – sono un punto debole del titolo. Per quanto questo elemento possa risultare fastidioso, è chiara l’intenzione di concentrare i propri sforzi sulla componente del combattimento. Questa, infatti, consona con le altre due modalità, è propria di Street Fighter, quindi divertente, dinamica, colorata e combattiva. Ovviamente, a differenza della modalità classica, nel World Tour i nostri combattimenti saranno influenzati dal nostro livello, dal maestro che sceglieremo di avere – che influenzerà le mosse – e dai maestri che incontreremo. Altra componente che avrà un ruolo particolarmente interessante, anche utile ai fini dell’avanzamento semplificato nella storia, sarà la personalizzazione del personaggio con capi di vestiario che troveremo lungo la strada.
Divertente l’introduzione dei diversi maestri che, al loro posto sulla mappa saranno interpellabili per apprendere nuove mosse, per combatterci e per rinforzare il legame, con il quale avremo dei vantaggi. Tra i volti noti, come quelli di Ryu e Dee Jay tra i tanti, troviamo anche delle nuove presentazioni, Jamie e Kimberly tra i più, che riescono a rinnovare un cast già molto ben realizzato e ormai noto. Sicuramente, ben accolta come scelta, sempre in linea con i diversi titoli della saga.
La storia, di per sé, risulta davvero molto semplice e senza troppe pretese. Veniamo, infatti, introdotti a Metro City, nel dettaglio alla Buckler Security, dove Luke, primo maestro che incontreremo, ci permetterà di fare un addestramento di base. Durante questo veniamo attaccati da Bosch, un allievo di Luke con il quale, tuttavia, ci legheremo a tal punto da seguirlo nelle varie location del mondo. Proprio questo elemento rappresenta un interessante pretesto per presentarci missioni secondarie, fuori Metro City, e nuovi maestri. Infatti, possiamo, attraverso voli aerei – alias viaggi rapidi – raggiungere destinazioni come Roma – nel Colosseo con i gladiatori – Jamaica e tante altre.
Divertente e azzeccata la scelta di poterci far combattere con la maggior parte dei cittadini di Metro City, in modo da evidenziare il carattere del titolo e da soddisfare il giocatore di picchiaduro più bellicoso. In questo modo, inoltre, è possibile livellare abbastanza facilmente e potersi preparare per quegli avversari un po’ più ostici. Nel complesso, però, i combattimenti non risultano impossibili anche se, in alcuni casi, davvero sfidanti.
Fighting Ground
Nella modalità Fighting Ground, invece, ci troviamo ad intraprendere la modalità classica del titolo, dove potremo combattere l’IA o contro un altro giocatore seduto al nostro fianco. Anche qui, troveremo una modalità “storia”, dedita ai singoli personaggi, nella quale andremo ad affrontare gli altri personaggi presenti nel gioco. Insomma, nel titolo abbiamo un’alternanza classico-moderno, conservazione-innovazione che ci permette di godere di un titolo davvero equilibrato. Anche qui, incontreremo l’innovazione delle Battaglie Estreme, nelle quali potremo selezionare dei modificatori al fine di rendere gli scontri non solo personalizzati, ma anche, per l’appunto, estremi.
Possiamo, quindi, trovarci di fronte alla possibilità di allenarci alle varie difficoltà nel giocatore contro IA, ma anche attraverso delle guide davvero dettagliate – come richiesto dalla community – sui comandi e quanto di più complicato del gioco.
Sistema Drive
Il Sistema Drive risulta essere l’innovazione principale che viene apportata al titolo. Un titolo che, complessivamente, risulta essere il più carico di novità della saga ma che non vuole, giustamente, disconoscere la propria storia. Questo rende SF6 un titolo quanto più completo possibile, dove CAPCOM cerca di regalare un’esperienza con il numero di strumenti più alto possibile.
Parliamo, però, proprio del Sistema Drive, il quale viene introdotto come ago della bilancia nei diversi combattimenti. Diviso in più parti, il Drive ci permette di compiere diverse azioni. La parata – Drive Parry – per difendersi da ogni colpo, se utilizzata con la giusta tempistica, fornisce un grandissimo vantaggio difensivo se non costantemente, e quindi inutilmente, attiva. Da notare, infatti, che ogni istante che teniamo il Drive Parry attivo, e senza parare colpi, porterà ad un consumo dell’indicatore. Al contrario, un utilizzo durante gli attacchi avversari ci permetterebbero una ricarica rapida dell’indicatore stesso. L’utilità di tale parata, che si differenzia da quelle classiche che consumano l’indicatore Drive, risiede anche nella possibilità di fornire tempistiche di reazione che, unitamente anche al Drive Reversal – parata e risposta a basso danno – permettono anche a persone scarse come me di difendersi e rispondere. Abbiamo un attacco graficamente animato – Drive Impact – che, una volta andato a segno, permette di effettuare una bella combo, consentendo, inoltre, di infliggere un certo danno. Non abusarne però sarebbe l’ideale, non solo perché comporta l’utilizzo dell’indicatore ma anche perché è un’azione che può essere bloccata e respinta in diverse maniere dall’avversario. Utilizzabile, quindi, come rottura del ritmo nemico non può essere sempre il cavallo vincente in una sfida con un avversario che sa rispondere. Inoltre, possiamo darne di santa ragione, facendo grandi danni, e prepararsi a delle combo che non sarebbero altrimenti attuabili – Drive Rush. Tuttavia, l’indicatore Drive – delle barre verdi che si consumano all’utilizzo – non è infinito, se pur potenziabile. Infatti, nel caso in cui se ne rimarrà sprovvisti ci troveremo in una situazione di Burnout, ossia una condizione di stanchezza del personaggio evidenziata da una colorazione blu chiara dello stesso. In questo stato subiremo danni, anche in parata, e, se messi all’angolo, rischiamo, sotto un Drive Impact avversario, di entrare in una condizione di stordimento durante la quale saremo bersagli facili e distruttibili.
Tale struttura permette ad ogni giocatore di ribaltare le sorti di un incontro, di divertirsi e di godere di animazioni grafiche davvero ben realizzate e colorate, un altro fattore al quale non possiamo appellarci. Il titolo risulta ben dettagliato nelle movenze, nelle posizioni e nelle mosse dei personaggi senza lasciare in secondo piano l’elemento cromatico, in forte rilievo nel gioco.
L’Online risulta divertente e permette, come sempre, di creare battaglie classiche ma anche, per i più innovativi, di sbizzarrirsi, creando squadre, con un proprio logo e vestiario, e permettendo di scalare le classifiche di gioco.
Epilogo?
Un ultimo monito giunge in fine, se voi combattete per gli altri è la fine. Quindi, dopo questa citazione – che non è propria del videogioco – possiamo confermare che si tratta di un titolo da provare assolutamente, anche per coloro che vogliono solo approcciarsi al genere per la prima volta.