Dall’evento ARF! Il Festival del fumetto siamo usciti con uno dei fumetti che mi ha colpito più di tutti, in uno degli stand che più mi ha catturato. L’oggetto in questione è Un Lungo Cammino, lavoro del 2014 di Francesco Rossi, Samuel Daveti e Lorenzo Palloni su Mammaiuto e pubblicato da Shockdom nel 2017. Si, siamo in ritardo di qualche anno, e si, non è proprio sul pezzo questo articolo, ma vuole, andando controtendenza, far notare come da un evento, come quello di ARF, possano essere conosciuti, pubblicizzati e comprati, lavori di un certo livello non nel main stream.
Trama
Un Lungo Cammino vuole far vivere un legame tra un uomo di mezza età e un bambino, che nasce e si sviluppa in un’ambientazione italo-francese, per lo più italiana, in un futuro tanto lontano quanto tangibile. L’aereo di linea, su cui il ragazzo si trova, atterra all’improvviso e senza un apparente motivo, finendo, così, preda dei razziatori che vivono fuori dalla civiltà democratica. Proprio questa diventa l’ambientazione che si stende al di sotto del rapporto tra Alec e Ivan, la suddivisione tra l’apparente democratica civiltà, all’interno delle città rinforzate, e la selvaggia decadenza umana in tutto ciò che non è città.
Il viaggio inizia nel momento in cui quell’aereo decide di atterrare in una delle zone più pericolose d’Italia (cit.), quando Ivan riesce a salvare il ragazzo, a differenza della madre e del compagno, e portarlo a casa propria, dove vive con la propria ragazza. Proprio qui, lo scambio di battute tra i due ci permette di capire come non possano avere figli e, decidendo di portare il ragazzo a Firenze, Ivan inizierà, de facto, ad instaurare quel rapporto che solo un padre con un figlio può avere. Tra diverse peripezie i due riescono ad avvicinarsi alla città medicea per eccellenza, incontrandosi con un membro del Governo Mondiale, Alan, che ricoprirà, per quanto appaia poche volte, un ruolo in realtà fondamentale. Proprio quest’ultimo riceve l’ordine di uccidere la coppia, ma, rifiutandosi di compiere quest’atto vile, li avverte permettendogli di ripartire. Ripartire per dove? Questa volta per Parigi, dove si trova il padre di Alec, con il fine ultimo di consegnarlo a chi veramente può volergli bene.
Da qui parte un’altra avventura, se fosse una serie televisiva sarebbe la seconda stagione, per arrivare a Parigi. Riescono, attraverso qualche problema e qualche aiuto – forse troppo rapidamente archiviati – ad entrare nelle mura. Dopo soli pochi minuti di permanenza, però, vengono incalzati dalle autorità locali che vogliono catturarli. Ivan riesce a barricarsi dentro una gioielleria e a far capire, attraverso la prova del DNA, che il ragazzo era figlio di un cittadino parigino e che, effettivamente, non era un terrorista, quanto più un eroe. Salvandosi in questo modo, riuscendo a forzare la mano di chi manovrava per ucciderli, riesce ad essere libero e a poter tornare a casa. Alec, però, non riconoscendo il padre come tale e non volendo stare con lui decide di tornare da Ivan, il quale viene riconosciuto esplicitamente come figura paterna dal ragazzo. Il fumetto, ergo, si conclude con i due che se ne vanno, lasciando un po’ al lettore la fatica di immaginare come possa continuare la storia.
Che ce ne pare?
Il fumetto può essere visto come un insieme di argomenti amalgamati tra loro in maniera coerente, dall’esclusione di persone per fini economici dalle città, al mantenimento di tale status attraverso la definizione delle persone che si trovavano fuori dalle città come “cattive”. Insomma, una lotta tra classi sociali, riportata in un futuro in crisi economica, che sa, un po’, di denuncia sociale. La richiesta di omicidio della coppia, per evitare che una di queste “cattive” persone venisse vista come un eroe, appoggiando quindi la fazione politica che voleva “aprire le porte”, rientra perfettamente in uno stile pittoresco ma che calza a pennello con il contesto fantapolitico. Insomma, l’architettura narrativa viene ben sviluppata, anche se, in alcuni casi, risulta sbarazzina e frettolosa, come nell’arrivo a Parigi o nel finale. I personaggi vengono ben presentati e l’approfondimento maggiore viene dedicato giustamente ad Ivan che, a differenza di Alec, fa da collante, oltre che da scudo, per la relazione che si instaurerà tra i due. Il senso di protezione, non solo fisico ma anche psicologico nei confronti del ragazzo, sta alla base del rapporto e viene, infatti, esplicitato più volte, non cadendo mai in una ripetitività fastidiosa. Di poco conto, invece, è quanto ci viene detto sul padre di Alec, figura ambigua ma importante nella narrativa, di cui, sicuramente, sarebbe stato gradito un approfondimento.
È a colori? In bianco e nero?
È a colori, quasi. La storia viene presentata costantemente con una tonalità marroncina, che gioca con il bianco ed il nero. Una tonalità che, appena si apre il volume, lascia interdetti, ma che poi risulta piacevole e, narrativamente parlando, immerge il lettore nella storia.
Ma quindi…
… quindi, tocca leggerlo. Se volete c’è l’edizione gratuita sul sito di Mammaiuto, se no c’è anche l’edizione cartacea da acquistare a 15.00€ sul sito di Shockdom e a 13.00€ sempre sul sito di Mammaiuto. 160 pagine scorrevoli e piacevoli, ben fatte e che fa piacere leggere, considerando che ci fanno capire come anche il fumetto italiano sia ben fatto, vivo e solo da comprare.