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X-MEN: CHILDREN OF THE ATOM: MUTANTI ALLA RISCOSSA!
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Negli anni d’oro dei picchiaduro ogni ambientazione era presa come ispirazione per dare al giocatore una scusa (come se servisse!) per spingerlo a prendere a pugni dei pixel; come sempre in prima linea si trovava Capcom, che negli anni ’90 era la vera anima del genere picchiaduro.
La svolta avvenne nel 1994, quando Capcom decise di creare il suo primo picchiaduro su licenza, scegliendo di sfruttare i personaggi del fumetto X-Men per dare vita a quello che sarebbe uno dei giochi di lotta più spettacolari di sempre: X-Men Children of the Atom!
Piccola precisazione, doverosa per inquadrare il successo di questo gioco. Quando Capcom decise di avvalersi del lore dei Mutanti Marvel, il mercato del fumetto in America stava attraversando una crisi paurosa, con testate che continuavano a sparire dalle edicole e sono i pupilli di Xavier sembravano tenere botta; anche la Capcom aveva un obiettivo, quello di consolidare il proprio successo (che se ben ricordo derivava dal primo episodio di Darkstalker), cercando di mantenere in equilibrio la lotta con la rivale SNK.
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X-MEN CHILDREN OF THE ATOM FU IL CAPOSTIPITE DEI PICCHIADURO CAPCOM LEGATI AI BRAND DI MARVEL
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Per me che ero un divoratore seriale di albi di Wolverine e compagni, l’uscita di quel gioco fu causa di patrimoni dilapidati. La prima uscita di Children of the Atom avvenne sul sistema CPS-2, e quindi potete immaginare la mole di gettoni che ho sperperato per poter impersonare Ciclope e sparare raggi ottici come non ci fosse un domani!
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La dinamica di questo gioco non è la fonte di meraviglia principale, dato che si affida al classico sistema degli scontri uno contro uno, con una serie di diverse scazzottate da affrontare prima di arrivare al Boss finale e completare il gioco; contrariamente ad altri giochi del genere, Children of the Atom offriva la possibilità di un approccio meno “hardcore”, visto che a causa della potenza di alcune abilità di determinati personaggi a volte era più che sufficiente una smanacciata ai pulsanti in maniera frettolosa per ottenere devastanti effetti, complice un insolitamente ridotto tempo di cool down per le abilità speciali (quante volte mi son lasciato andare in una frenesia degna di Logan pur di trucidare il nemico di turno!). Per chi invece riusciva a mantenere il sangue freddo, imparare le giuste tempistiche per salti e schivate, ma soprattutto prendere il giusto timing per le chain combo si prospettavano dei momenti di puro godimento, grazie ad un comparto di animazioni ed effetti speciali davvero entusiasmanti!
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Avendo a che fare con il mondo mutante, Capcom pensò (giustamente!) di sfruttare il gene X tramite l’X-Power, che viene graficamente rappresentato da una barra divisa in più sezioni; una volta caricata questa energia mutante, potremo scatenarci usando le X-Ability o le ancor più devastanti X-Hyper!
Ma l’aspetto più importante, ovvero l’aderenza al canone degli X-Men, è adeguato?
Premesso che il riferimento per lo stile grafico non è tanto il fumetto quando la serie di cartoni animati del 1992, bisogna ammettere che i mutanti di Capcom sono dannatamente credibili; la storia di fondo si ispira all’arco narrativo Fatal Attraction (mi pare del 1992), ma il comparto audio, compresi i doppiatori, arriva direttamente dal cartoon! A nostra disposizione avremo ben sei X-Men (Wolverine, Ciclope, Tempesta, Colosso, Psylocke, Ice Man) che dovranno vedersela prima con quattro nemici (Omega Red, Sentinella, Spiral e Silver Samurai) per poi affrontare due Boss finali, Juggernauth (per noi il Fenomeno) e l’immancabile Magneto! A dare maggior spessore al titolo contribuivano i fondali animati di sottofondo, presi da alcune location della saga mutante (come il Master Mold delle Sentinelle) e che si adattavano all’andamento dell’incontro; un curiosità, in X-Men: Children of the Atom non capita il mirror match, quindi non dovremo mai affrontare un nostro “gemello cattivo”, evento raro nei titoli Capcom.
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Il successo di questo picchiaduro (che è il capostipite dei Marvel-Capcom) fu tale che X-Men: Children of the Atom approdò anche su altre piattaforme: Sega Saturn (1996), PC (1997) e Sony Playstation (1998). Naturalmente al giorno d’oggi è giocabile tramite il MAME, che offre la miglior versione di sempre (i porting avevano qualche intoppo, come i caricamenti eccessivamente lunghi), e su cui il sottoscritto passa ancora parecchio tempo!
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- RILASCIATO: 1994
- GENERE: Picchiaduro
- SVILUPPATORE: Capcom
- PUBLISHER: Capcom
- PIATTAFORMA: Arcade
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