ORFANI JURIC “STORIA DI UNA PRINCIPESSA” – Recensione

14 Nov 2016

orfani juric "storia di una principessa" sergio bonelli editore

Il secondo capitolo della trilogia dedicata al passato di Jsana Juric, la presidente di Nuovo Mondo, è arrivato in edicola, pronto a svelarci il tremendo passato della donna che abbiamo conosciuto nelle precedenti stagioni di Orfani.

Già al termine del primo numero,  Il fiore del male , si è visto come fin dalla tenera età Jsana fosse propensa ad una visione del mondo molto precisa, machiavellica: nessun mezzo va escluso per raggiungere il proprio obiettivo! Se nelle precedenti stagioni eravamo divisi fra l’odiare la Juric per la sua politica spietata o se ammirare la sua tempra inossidabile, con questa miniserie tutto ciò che pensavamo di sapere nei motivi che animano le scelte della donna viene scosso, ribaltato.

Storia di una principessa è un momento focale nella vita di Jsana, l’attimo in cui la vita costringe la giovane a prendere una posizione finale nella propria vita, la scelta definitiva su chi essere. E Jsana lascia il posto alla Juric, non rimane più nulla della giovane che avevamo conosciuto nel precedente albo.

All’inizio assistiamo alla laurea in sociologia di Jsana, con una tesi sulla situazione delle tribù africane soggette alla violenza di elementi dominanti, un tema che è molto sentito anche dalla sua agenzia di sostegno internazionale, la Jelek. Ma l’agenzia ha bisogno di sostegno economico e solo il ricco magnante asiatico Kojima può aiutare con i propri capitali; la nuova missione di Jsana è convincerlo ad aderire alla Jelek, usando ogni mezzo possibile.


CONTINUA IL VIAGGIO NEL PASSATO DELLA JURIC


Già in questa fase, Jsana mostra come l’arte della manipolazione sia per lei una seconda natura, come nulla le sembri inadatto o immorale; perfino la sua festa di laurea diventa l’occasione per dare un’impressione di sé ad uso e consumo dei media, la figura che l’opinione pubblica vuole e che lei non ha problemi ad impersonare. Ma fin qui c’è ancora Jsana, spietata e inflessibile, ma con ancora la sua unica debolezza, l’affetto che prova per il padre adottivo, Sandor Kozma, che non esita a usare come facciata della sua organizzazione. In Storia di una principessa Jsana deve però affrontare due sconfitte, una peggiore dell’altra; prima la perdita del padre durante un attentato e subito dopo il suo stesso rapimento da parte di una banda di criminali africani. Ed è questa prigionia che trasforma pienamente Jsana nella Juric, nel corpo e nell’anima.

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Paola Barbato, non me ne voglia, sa come creare delle donne dall’anima orrenda, ma soprattutto non mostra la minima pietà con le proprie protagoniste; in Storia di una principessa Jsana viene messa a dura prova, il suo istinto di manipolare tutto e tutti viene contrastato da un’esperienza (quella delle prigionia) che avrebbe il potere di spezzarla, ma la sua determinazione la rende talmente resistente da capire come sopravvivere, come piegarsi prima di spezzarsi, lasciando che l’istinto di sopravvivenza la guidi verso la salvezza. Il modo in cui la donna sa rialzarsi, affrontare una sconfitta capendo di non essere così scaltra ed invulnerabile come crede sono il segno che dall’Africa non rientra Jsana, ma la Juric che conosciamo, pronta a lottare con tutta se stessa, segnata nel corpo ma fortificata nello spirito. Stupendo il contrasto che si crea tra il racconto della vita della Juric (il passato) contrapposto al presente, il dopo-Juric in cui Bogdan sta scrivendo la sua biografia; nessuno, nemmeno i suoi più stretti collaboratori, immaginano cosa ci fosse davvero nell’anima della presidentessa. Azzeccata la scelta di lasciare in bianco e nero quella parte dell’albo, ottimo metodo per ribadire la differente linea temporale della storia.

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In entrambi i due orizzonti temporali i disegni sono perfetti, in grado di trasmettere in pieno la drammaticità ed i sottintesi narrativi. La matite di De Angelis e Riccardo La Bella lavorano per portaci la vita passata della Juric, con una spietata capacità di trasmettere la veridicità del momento, senza risparmiare nulla al lettore, portandolo a fondo nella vita di Jsana Juric; anche Andrea Accardi, autore delle tavole su Bogdan, riesce nel suo intento di accompagnarci nel turbolento vuoto di potere seguito alla fine di Orfani: Nuovo Mondo. Nicola Mari mette la firma sulla copertina, evocativa e che mette in una tavola racchiude tutta la dura storia che ci attende nell’albo.

CONCLUSIONI: Questo secondo capitolo della miniserie dedicata a Jsana Juric dimostra come Orfani sia un fumetto incredibilmente curato, così duro nel presentare una vicenda che lentamente ha mostrato delle sfaccettature che raramente abbiamo visto all'interno di un fumetto targato Bonelli. La conclusione del trio di storie dedicato alla Juric è atteso per il 16 dicembre, con l'albo La regina è morta, viva la regina.

VOTO FINALE: 7.5

SCHEDA FUMETTO

  • DATA RILASCIO: 15,11,2016
  • SOGGETTO: Roberto Recchioni, Paola Barbato
  • SCENEGGIATURA: Roberto Recchioni, Paola Barbato
  • DISEGNI: Roberto de Angelis, Riccardo La Bella, Andrea Accardi
  • COLORI: Luca Saponti, Stefania Acquaro, Alessandra Pastorello
  • CASA EDITRICE: Sergio Bonelli Editore
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