“Se volete sapere tutto di Andy Warhol, vi basta guardare la superficie: dei miei quadri, dei miei film e della mia persona, ed è li che sono io. Dietro non c’è niente…”
Questo fumetto è uno dei prodotti più interessanti che si possano mai leggere in riferimento all’artista in questione. Un’intervista falsa, ironica, che al tempo stesso spiega in maniera quasi perfetta l’interpretazione del pensiero di Andy Warhol, pensiero espresso grazie ad Adriano Barone, accompagnato dai disegni di Officina Infernale, grazie a questo meraviglioso ed interessantissimo volume edito da BeccoGiallo.
Questa intervista è allestita in maniera del tutto naturale e spontanea, raccontando con naturalezza la vita dell’artista iconico della Factory.
In questo volume verrà spiegato l’artista, verrà spiegata la sua vita e verrà spiegato il suo pensiero, in cui dimostra quanto sia facile, e forse bello, vivere in maniera superficiale, per poi farci accertare quanto avesse ragione circa il mondo odierno, un mondo che si ferma alle apparenze che pesano poco. L’artista conferma che in fin dei conti, il vero IO dell’uomo non è nel suo intimo, ma scolpito sulla maschera che indossa, maschera che regala agli altri soltanto la parvenza di ciò che si vuole regalare agli altri. Una maschera che permette a tutti di essere uguali, qualcuno forse “più uguale degli altri”, ma sempre uguali, dimostrazione da una celebre frase dell’artista visionario.
“Una Coca Cola è sempre una Coca Cola e non c’è quantità di denaro che possa farti comprare una Coca Cola più buona di quella che l’ultimo dei poveracci si sta bevendo sul marciapiede sotto casa tua. Tutte le Coca Cola sono sempre uguali e tutte le Coca Cola sono buone. Lo sa Liz Taylor, lo sa il Presidente degli Stati Uniti, lo sa il barbone e lo sai anche tu.”
Ma come descrivere la vita di un’artista così particolare, che cambiava maschera ogni 5 anni? Non è facile, perché la vita di Warhol non è nero su bianco, si presenta con una serie di sfumature e di frasi non dette, di verità, bugie e spettacolo. Quindi Adriano Barone, assieme ad Andrea Mozzato (conosciuto anche come fondatore dell’Officina Infernale Manufactoring) hanno optato per il Warhol più commerciale, se si può far passare questo termine, il più superficiale, quindi al tempo stesso, forse quello più scolastico e più “utile” se si vuole conoscere il personaggio e la persona. Perché questa intervista, oltre ad essere un bel fumetto, è forse una delle migliori biografie presenti sul mercato, e se non proprio la migliore, si trova in cima, sia per l’originalità, che per lo stile.
Un concetto semplice e conciso. Cosa pensa Andy di chi compra e di chi apprezza il suo lavoro?
Ora, perché fidarci? Per rispondere al quesito, basta conoscere Adriano Barone. Sceneggiatore del 1976, ha scritto molte graphic novel, finché nel 2014 non ha vinto il premio Boscarato come miglior sceneggiatore italiano. Ma non voglio parlare di Adriano, ma della sua preparazione. Adriano conosce Warhol, tant’è che ha sceneggiato l’opera teatrale Andy Warhol, un progetto drammaturgico che ha poi permesso di generare l’opera di cui in oggetto. Sperando che voglia deliziarci anche con Basquiat, il secondo artista preferito dello scrivente.
All’interno di questo volume conosceremo l’Andy più teatrale e spettacolare, quello più costruito, a tratti sincero, ma che non esce mai dal personaggio. E’ un volume metanarrativo, dove Andy si racconta, esagerando, falsificando e nascondendo la propria storia, che però è la SUA storia, quella che viene studiata. L’artista, il pubblicitario, l’esperto di marketing, colui che odia le comunicazioni. Ma è veramente lui? O Andy Warhol è solo una maschera, un personaggio interpretato da Andrew Warhola Jr?
Il duo che ha creato questo volume lavora in perfetta sintonia, inserendo ritagli di giornali in maniera coerente con il resto, senza creare confusione, riuscendo a spiegare in pochissime pagine anni di carriera, mostrandoci le passioni, le paure, le ossessioni e le ansie di una mente brillante e sagace, anni avanti rispetto al mondo che lo circondava, i suoi pensieri circa le celebrità, le feste, il suo essere commerciale, e la spiegazione dei suoi famosi aneddoti. Riusciamo a comprendere le icone amate da Warhol, l’icona di Warhol, e la sua stessa voglia di diventare un’icona. Alla conclusione, riusciremo a farci un quadro chiaro, non di Warhol, ma del suo progetto, in maniera quasi accademica, tutto condito dagli ottimi disegni. Tantissima qualità.”