Wanted: Dead, sviluppato da Soleil e pubblicato da 110 Industries, è un titolo action che ci vuole far immergere in un’Hong Kong distopica e cyberpunkiana, con uno stile volutamente retrò ma con delle limitazioni tecniche evidenti e fastidiose.
Ricapitoliamo quanto vissuto in questo titolo partendo dalla narrativa, per poi arrivare al gameplay.
Se si parla di storia, si parla della componente più riuscita del titolo, che risulta carente in ambito tecnico-realizzativo.
Ci troviamo ad Hong Kong, nei panni della tenente “ricavata”, Hannah Stone, con la quale vivremo momenti di gameplay fortemente action, quotidianità poliziesche alla centrale e chiacchere al bar con la squadra. Gli sviluppatori, quindi, vogliono immergerci nella vita di una poliziotta in un universo distopico, condita da forti eccessi. Passiamo, infatti, da combattimenti dove la pietà non è un’opzione, a momenti di calma. In quest’ultimi l’ambientazione spazia dal ristorante di ramen alla stazione di polizia, dove cercheremo di capire il passato, cosa pensano gli altri di noi, ossia l’Unità Zombie, e il ruolo di alcuni personaggi, altrimenti in terzo piano. Si vivranno i flashback di Hannah, che ci mostreranno gli estremi del suo temperamento, dall’essere una spalla per un bambino privo di alcuna sicurezza, all’essere senza pietà alcuna; sintomi sviluppati da una backstory che viene ben presentata ma che non riesce, però, mai veramente a prenderci. Tra una missione ed un’altra, saranno presentati dei minigiochi, che subentreranno proprio nei momenti di convivialità che verranno vissuti insieme alla squadra. Di questi, alcuni sono gradevoli, vedi l’Arcade da cabinato, altri molto più fastidiosi e meccanici, come le abbuffate di ramen.
Tutto ciò, amalgamato più o meno fluidamente, ci porta sicuramente ad apprezzare la presentazione della narrativa del titolo, alternando momenti di gameplay tipico degli action a momenti di approfondimento della storia. Di particolare interesse, infatti, i brevi flash in stile anime cyberpunkiano, che risultano di piacevole fattura, soprattutto se confrontati alle scene in game.
Cambiando l’oggetto di nostro interesse, siamo arrivati al momento catartico: il gameplay. Un momento in cui la delicata e quasi riuscita messa in campo della narrazione viene totalmente soverchiata da un sistema di combattimento non all’altezza. Si, il titolo pecca fortemente in questo contesto, nonostante si parli della componente più importante per un videogioco del genere. Ci troviamo in un action in terza persona, indirizzato per lo più verso l’utilizzo delle armi bianche, dove un ruolo fondamentale deve essere ricoperto dalla telecamera. Purtroppo, le movenze della camera non sono all’altezza di un titolo action molto rapido e con molti nemici da affrontare, muovendosi esclusivamente sotto un nostro comando o “vagando” negli spazi più angusti. Infine, non per importanza, lo zoom in modalità mira che, “piacevolmente”, ci permette di osservare la capigliatura della protagonista occupando la maggior parte dello schermo. Insomma, quella che dovrebbe essere un elemento gestito al meglio in un titolo il terza persona come questo, è stato costruito in modo particolarmente fastidioso.
Nel sistema di combattimento, si useranno sempre le stesse combinazioni di mosse, con poca varietà e molta monotonia. Nemici divisi in poche categorie, differenziate solamente tra le fazioni, danni inferti sempre nelle stesse zone e nelle stesse modalità, e una gestione temporale delle parate molto meccanica e poco apprezzabile. Quasi noiosa e fastidiosa, dunque, quella che dovrebbe essere, in un titolo come questo, la punta di diamante. Il tentativo, mal riuscito, di spezzare questa monotonia attraverso un menù di potenziamenti, viene però coperto da un velo di frustrazione che giunge a seguito di picchi di difficoltà improvvisi, immotivati ai fini del gameplay. Purtroppo, non si è riusciti a rendere il titolo stimolante nella difficoltà, quanto mai frustrante e motivo di “controller volanti” e, lo ammetto, di una ragequit che mi ha portato a ricominciare il titolo in modalità normale. Il menù delle abilità, suddiviso in tre rami principiali, permette al giocatore di potenziare poche caratteristiche che non sono davvero determinanti nell’avanzamento della storia ma che, almeno, permettono di inserire qualche elemento in più al combattimento.
Questa esperienza viene, inoltre, condita anche da una presenza non trascurabile di bug e crash del gioco, di forte stuttering ove i nemici si fanno numerosi e di diversi casi di missioni non continuabili – grazie a nemici mancanti, caduti in chissà quale parte della mappa non esplorabile. Esempio pratico delle scelte non piacevoli risultano essere i combattimenti negli spazi angusti, dove la telecamera diventa complice delle traiettorie improbabili dei soldati antisommossa o, in alternativa, dei corazzati facilmente battibili solo se in possesso della motosega.
Il voto, purtroppo, non risulta essere minimamente soddisfacente: 5. Nonostante il tentativo apprezzabile della modalità di costruzione della storia, il titolo risulta carente, a tratti molto carente, sotto tutti i punti di vista. Questo non vuole essere demonizzante del lavoro svolto dagli sviluppatori, il cui impegno è stato sicuramente massimo, ma riassuntivo ed esplicativo di quello che purtroppo il prodotto finale ci ha regalato.
L’articolo è stato frutto di un’esperienza di gioco in modalità normale, dopo aver tentato la modalità difficile, su Xbox Series X in circa 13/14 ore. Il titolo è disponibile dal 14 febbraio 2023 negli store di PC, Playstation 4, Playstation 5, Xbox One, Xbox Series X.