Tiny Tina’s Wonderlands è uno spin-off folle e fuori dalle righe, ambientato interamente in un malato gioco di ruolo medievale.
Con gli scorsi capitoli di Borderlands, Gearbox Software ha cercato sempre di fare di meglio ad ogni occasione per quanto riguarda il comparto tecnico. Infatti il gameplay, il design e la storia di gioco hanno sempre avuto delle limature, volte a migliorare l’esperienza senza intaccare la concezione originale dell’opera.
Con Tiny Tina’s Wonderlands fanno lo stesso, tramite uno sviluppo di trama che ruota intorno alla follia della protagonista, che lancia il giocatore in un malato gioco di ruolo ambientato in una medioevo distopico anche per il genere fantasy.
Dungeons & Wonderlands
Partiamo dal presupposto che questo spin-off nonostante mantenga l’essenza, lo stile e il design della saga originale, è nettamente distaccato da tutto quello visto precedentemente. Nonostante ci siano anche alcuni personaggi presenti in passato e che quindi l’episodio possa essere considerato canonico, la storia narrata nei primi tre capitoli della storia sono completamente slegati dal Tessifato, il nostro prode e coragioso alter ego, visto che appunto, viviamo la storia di una pedina del gioco di ruolo organizzato da Tina e dai suoi nuovi amici.
Già qui abbiamo uno dei punti forti della storia e anche del gameplay, visto e considerato che avendo un dungeon master come Tina tutto può succedere e niente è impossibile. Il percorso cambierà infatti, in maniera drastica e spesso e volentieri vi troverete in delle situazioni surreali che dovrete ovviamente risolvere dai soli.
Tutto questo conduce ad una svolta fantasy del gioco, e quindi non può mancare l’irriverente e singolare creazione del personaggio, che questa volta è anche egregiamente dettagliata. Sono presenti numerose classi e abilità assegnabili fin dall’inizio, insieme alla comodissima possibilità di distribuire manualmente i punti esperienza, anche successivamente ai level-up del gioco; il tutto quindi è altamente personalizzabile e vi invitiamo a leggere con attenzione tutto perché anche nell’editor del personaggio niente è nella norma, e tutto è fuori dal comune.
Una volta partiti con l’avventura notiamo un variegato equipaggiamento per quanto rigurda gli oggetti aggiuntivi (anelli, amuleti e corazza), che oltretutto hanno un effetto anche sui parametri del nostro personaggio e permettono di costruire quindi build più elaborate. Piccola delusione per le armi da fuoco, che questa volta sono il punto dolente del gameplay. Non aspettatevi il delirio e la varietà di proiettili presenti in Borderlands, visto che in questo spin-off si da poco spazio a questo frangente, che spesso regala anche una ripetitività non indfferente per quanto rigaurda il roster delle armi da fuoco.
ECCO L’OVERWORLD!
Un’interessante novità riguarda la struttura del mondo di gioco che avremo la possibilità di esplorare in Tiny Tina’s Wonderlands. La possibilità di guidare veicoli è stata eliminata e quindi dobbiamo esplorare e completare le quest completamente a piedi; in pieno stile medievale.
A collegare tutte le strade delle location che visiteremo è appunto l’Overworld, un enorme mappa che avremo modo di spolpare durante il corso dell’avventura, attraverso la guida della nostre folle protagonista. Questa nuova aggiunta è capace di eliminare i tempi morti e lascia un ampia scelta al giocatore che potrà gestire al meglio la sua partita, senza dover per forza continuare l’avventura su binari prestabiliti.
Tra puzzle ambientali, nemici infiniti e dialoghi bizzari (che prenderanno in giro altri GDR come Dark Souls, Monkey Island e The Witcher 3), il giocatore non avrà mai tregua e sarà catapultato in una storia scritturata in maniera irriverente, folle e appunto, fuori dal mondo (soprattutto quello di Borderlands).
COMPARTO TECNICO/ ARTISTICO E ENDGAME
Da come potete ampiamente notare dalle immagini precedenti, Tiny Tina’s Wonderlands non si discosta molto tecnicamente da Borderlands 3, a dispetto di alcune accortenze fatte per quanto riguarda i contorni di oggetti e personaggi, che a questo giro sono più marcati. Quello che muta è la direzione artistica appunto, visto che l’ambientazione fantasy medievale ha concesso una libertà artistica agli autori, che con la famigerata carta bianca si sono davvero sbizzarriti.
Dimenticate i nemici hi-tech, cancellate dalla vostra memoria i robottoni e i soldati incazzati armati fino ai denti e sostituiteli con i più classici scheletri armati, squali enormi e sirene dal design unico, e lanciateli nel più scombussolante dei fantasy medievali.
Qualche sbavatura tecnica è presente però nella versione PC (quella testata in questa recensione), visto che negli scontri più affollati il gioco soffre ampiamente lo schermo intasato da magie, nemici e proiettili vari, e a nulla serve abbassare la risoluzione dello schermo o i dettagli grafici. Una piccola chicca successivamente all’endgame è la Camera del Caos. Quest’ultimo è un dungeon che pone una serie di arene di difficoltà crescente che pongono al giocatore una sfida che sfiora l’impossibile. Infatti ad ogni round ci saranno anche dei deficit volti a condurre alla sconfitta il vostro personaggio, che con questa sfida avrà sicuramente filo da torcere.
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