Dopo soli due anni dall’uscita del primo film, è arrivato al cinema Smile 2. Saranno riusciti a fare un sequel all’altezza del primo? In grado di soddisfare le aspettative di chi era fan e di far cambiare idea a chi il primo film non lo aveva apprezzato? Smile 2 si apre sei giorni dopo quel finale terribilmente angosciante che aveva lasciato molti spettatori ad urlare contro lo schermo (niente spoiler, ma se avete intenzione di vedere il nuovo film, dovete assolutamente recuperare il primo).
E se Smile aveva già predisposto un’ottima base, la scena di apertura di Smile 2 ci riporta subito nel tono e nell’atmosfera della storia, facendoci sentire quasi trascinati a forza in una piscina di traumi che, andando avanti con la visione, si farà sempre più profonda rendendo la fuga più difficoltosa. Alla fine della scena iniziale abbiamo una nuova protagonista: Skye Riley è una cantante pronta ad iniziare un nuovo tour mondiale dopo una pausa lunga un anno in seguito ad un brutto incidente, costato la vita al suo fidanzato. Dopo aver assistito alla violenta morte di un ragazzo, Skye comincia a vedere cose spaventose che la perseguiteranno nelle giornate di preparazione al tour, tra cene di gala, prove e incontri con i fan, lasciandola in un costante stato di confusione e ansia mentre cerca di capire dove sia il confine tra la realtà e il suo trauma.
Tutto questo, ovviamente, accompagnato da un’infinità di sorrisi inquietanti e jumpscare efficaci e mai scontati. Smile 2 non deluderà i fan del film del 2022 e molto probabilmente sorprenderà anche chi ne era rimasto deluso. Perché questo nuovo film è più grande, più terrorizzante e più claustrofobico del primo. Un film che alimenterà i vostri incubi e che vi trasmetterà un senso di ansia profondo, tutto grazie alla maestria di Parker Finn, il suo giovane regista e sceneggiatore, che è riuscito a prendere le parti migliori del primo film e renderle ancora più memorabili e spaventose, lasciando indietro quelle che hanno convinto meno. Da sottolineare anche l’interpretazione di Naomi Scott, convincente (e a tratti snervante) nei panni dell’emotivamente complicata Skye Riley.