Reminders of Him – la Recensione

Speranza, redenzione e perdono sono le parole chiave del nuovo romanzo di Colleen Hover, Reminders of Him, uscito il 9 gennaio per Sperling & Kupfer. Kenna deve scontare 5 anni di prigione a causa di un unico grave errore che è costato la vita all’uomo che amava, Scotty, padre di sua figlia. Una volta scontata la pena l’unica cosa che la spinge ad andare avanti è il pensiero che finalmente rivedrà sua figlia, ma non sarà possibile. Diem, sua figlia, in questi 5 anni è stata cresciuta dai genitori di Scotty i quali vedono Kenna come la causa della morte del loro perfetto Figlio, e non vogliono assolutamente che lei entri a far parte della sua vita e che distrugga gli equilibri che si sono creati. L’unico che non la allontana è Ledger, il vecchio migliore amico di Scotty, il quale si ritroverà a conoscere questa donna, capirla, darle fiducia e perdonarla, rendendosi conto che che l’idea che si era fatto di lei in questi anni non rispecchia affatto la realtà, arrivando addirittura al punto di tenere a lei più di quanto non avrebbe mai immaginato. Kenna e Ledger però sanno che la loro relazione non può funzionare, lui è un pilastro fondamentale per la vita di Diem che lo considera quasi come un padre e i genitori di Scotty non gli permetterebbero mai di continuare a vedere la bambina se sapessero che sta intraprendendo una relazione proprio con Kenna.

Un racconto ricco di emozioni che vi farà mettere in dubbio qualsiasi cosa, la Hoover riesce a rendere chiaro il punto di vista di tutti quanti quindi vi troverete a dare ragione a tutti e a nessuno. La storia viene raccontata sia dal punto di vista di Kenna che di Ledger permettendoci quindi una doppia visione di tutto. L’attrazione tra i due nasce già dal primo sguardo ma entrambi sanno che una loro relazione creerebbe solo problemi e non ha futuro. Non sono loro però gli unici protagonisti perché Kenna fa rivivere anche Scotty tramite a svariate lettere in cui si confida con lui e ci racconta di lui facendocelo conoscere. La parte centrale si trascina più a lungo del necessario senza molti progressi nella trama. Poi, quando arriviamo alla fine, la risoluzione avviene apparentemente dal nulla, senza nessuno dei respingimenti previsti. Dopo l’odissea che è stato il viaggio, il finale è sembrato un po’ brusco. Il cuore pulsante di questo romanzo rimane Kenna, la cui umanità ci attira ancora prima che tutta la sua storia venga rivelata. Attraverso una serie di lettere che si leggono più come annotazioni di diario che come vere e proprie lettere destinate ad essere lette da un altro, e che mirano a dare al lettore una visione intima del carattere di Kenna, iniziamo quindi a mettere insieme i frammenti spezzati della vita di questa giovane donna, e ogni flashback del suo passato taglia come un bisturi.