Se parliamo di fumetto fantasy italiano al momento la maggior parte degli appassionati pensa subito a Dragonero, la serie di Bonelli che sta proseguendo con un ottimo andamento. Eppure, lo scorso mese Editoriale Cosmo ha portato, o meglio riportato, in edicola un fumetto fantasy particolare e appassionante: Arcana Mater. Partorito dalla mente di Manfredi Toraldo, Arcana Mater viene definito fantasy, ma è una definizione che è un po’ riduttiva per un impianto narrativo complesso e sfaccettato come quello di questo fumetto.
In un futuro non meglio precisato, l’umanità è reduce dal Giudizio Universale, al termine del quale Dio ha deciso che l’uomo non era degno del mondo su cui viveva. Mosso a compassione, però, decise di dare una seconda possibilità alla nostra razza, soggiogando però l’umanità al dominio dei demoni. Ognuno di questi nuovi signori dell’umanità (per la precisione, 77) governa su una città tramite un proprio rappresentante (i Nobili Canes), in realtà un microcosmo in cui le regole variano, ma che hanno sempre un unico obiettivo: controllare le masse. Ovviamente ogni regime ha bisogno di una forza di polizia, e in questo mondo sono i domines canes, creature diverse in ogni città stato che incarnano però le linee guida del demone patrono; la missione principale di questi guardiani è quello di scovare e reprimere gli umani che mostrano la scintilla della magia, proibita in ogni terra. In questo scenario si muove Mary, una madre disperata che cerca di raggiungere la Città Invisibile, in modo da rimuovere il dono (o la maledizione?) della magia da suo figlio Adam; per affrontare questo periglioso viaggio, la donna si vede costretta a richiedere l’aiuto di Caino, un uomo dal passato misterioso e apparentemente l’unico che anche i demoni sembrano temere!
Come sempre, alla base della trama di Toraldo ci sono una ricca gamma di riferimenti e spunti che vanno cercati, ma che sembrano fiorire solo con una lettura molto attenta. Il riferimento ai tarocchi di Rider-Waite, così come la forte connotazione biblica del trio di viaggiatori, in cui Mary ha una spiccata assonanza con la Madonna (in una delle prime tavole viene addirittura ritratta con una curiosa aureola). Nel viaggio intrapreso dai tre protagonisti si può vedere anche una sorta di campagna da gioco di ruolo, con la divisione netta in tappe come in una quest; ma a emergere in modo evidente è l’ambientazione, strutturata molto bene, ricca e equilibrata, in grado di coinvolgere il lettore. In alcune parti la narrazione può dare l’impressione di arenarsi e farsi un po’ lenta, frenata da lunghe spiegazioni, ma è, per assurdo, un punto a favore di Arcana Mater, il coinvolgere il più possibile chi legge anche tramite questa modalità; l’amnesia di Caino sembra un espediente classico, ma è usato con furbizia da Toraldo, come se la riscoperta delle memorie perdute (un tema centrale nel secondo capitolo, Principo Ingannatore) fosse un percorso che condividiamo con il personaggio. Intrigante l’idea di inserire, a partire dal secondo capitolo, una breve introduzione che spieghi le tematiche e i riferimenti nascosti all’interno della storia, ironicamente battezzate spoilers; per chi si avventura nella sfida della caccia al dettaglio, sarebbe forse meglio leggerli alla fine del capitolo, in modo da verificare la propria bravura nel seguire le tracce lasciate da Manfredi.
Per il comparto grafico, in questi primi tre capitoli (Il cielo decapitato, Principio Ingannatore, Di fumo negli occhi e profili antichi) assistiamo ad una staffetta tra David Messina, Sonia de Nardo e Giorgio Cantù.
Messina è sicuramente il più evocativo del trio, con un tratto iperdettagliato e con una visione decisamente più completa dell’intera gabbia in cui si divide ogni tavola; se la de Nardo ha uno stile più semplice ma ugualmente interessante, Cantù realizza in modo curioso la sua parte, con una splendida città steampunk, lasciando ai protagonisti fattezze più reali e donando ai personaggi secondari una visione più cartoonesca ma comunque intrigante e molto dinamica. Da citare le due cover interne, una di Roberto de Angelis e la seconda di Massimiliano Frezzato, mentre quella del volume di Editoriale Cosmo è di David Messina.