Annunciato nel 2018 da Bethesda e Microsoft, Minecraft Legends è una costola del mondo cubico più famoso al mondo sviluppato da Markus Persson. Un gioco di ruolo in tempo reale, RTS per i tecnici, che ci permette di impersonare l’unico Eroe, e stratega, che può salvare il Sopramondo dai Piglin.
Prima di giocare, però, ci troveremo a selezionare la modalità con cui immergerci nel mondo minecraftiano tra: Campagna; Modalità uno contro l’altro; Leggende Perdute e Miti.
Parliamo della Campagna
In questo capitolo, ci troveremo ad affrontare proprio i Piglin, dei maiali rosa che vogliono corrompere il Sopramondo, trasformandolo nel Nether. Proprio in questo contesto, veniamo fin da subito a conoscenza di Lungimiranza, Azione e Sapere, i tre creatori del mondo su cui ci troviamo. Sono proprio loro tre gli artefici del nostro coinvolgimento in questa storia, facendo da Cicerone per la situazione iniziale e che, alla fine, ritroviamo anche durante la partita, attraverso commenti di aiuto e di spiegazione.
L’Eroe, il giocatore, attraverso una ben determinata modalità gestionale, dovrà costruire armi e difese, potenziamenti e generatori di creature, oltre che raccogliere risorse come nel più classico dei gestionali. Attraverso l’utilizzo delle frecce direzionali e dei dorsali superiori avremmo la possibilità di selezionare una variegata tipologia di elementi tra quelli sopra menzionati. Quindi, è chiaro come l’obiettivo sia, al contempo, la difesa dei villaggi degli abitanti del Sopramondo e la distruzione delle basi pigliniane. I entrambi i casi troveremo utile anche la gestione delle truppe attraverso lo stendardo – anch’esso potenziabile – con il quale le potremmo raccogliere intorno a noi e farle, in seguito, avanzare verso una determinata direzione. È abbastanza ovvio come la generazione di ogni cosa richieda risorse, le quali possono essere facilmente ricavate in giro per il mondo. La raccolta viene facilitata, inoltre, anche attraverso la mappa, che permette al giocatore di sapere in quale regione del mondo possiamo trovare una determinata risorsa.
Passando alla fazione nemica, abbiamo modo di conoscere tre gruppi diversi: Orda della Spora; Orda della Caccia; Orda del Bastione. Per ogni orda, ci troveremo a dover distruggere tre portali che uniscono il Nether con il Sopramondo, il rispettivo boss da sconfiggere e, infine, la boss fight finale con, in italiano, Il Grande Maiale, dopo la quale potremmo solo che festeggiare. I nemici dalle simpatiche movenze si differenziano poi per tipologia, dai semplici piglin agli elefanti ci ritroviamo una variegata gamma di avversari da fronteggiare. Non sempre banali, difendono strenuamente le loro basi, che si differenziano per difficoltà. Partendo dagli avamposti, di rapida soluzione, alle basi identificate a facce di maiale. Più sono ‘PIGgate’ più sono ardue da espugnare, più pazienza e ingegno richiedono.
Per poter distruggere le basi dei Piglin si devono distruggere i portali presenti nelle diverse basi, le quali risultano di dimensioni, per lo più, estese. Proprio qui, giunge uno dei primi “si potrebbe fare meglio”. Infatti, il principio per il quale si deve raccogliere il terreno del Nether al fine di poter costruire, ci porta a passare un bel po’ di tempo ad aspettare. In questo modo, la dinamicità che si vuole dare al titolo viene meno. Parallelamente, la facilità viene meno in alcuni frangenti che ci vedono in spazi, paradossalmente, piccoli. Un sintomo di ciò è, per esempio, la costante caduta – dalle scale – degli alleati, che ne riduce il numero di fronte ad un vasto e, a volte, esagerato numero di nemici.
Le truppe a nostra disposizione, invece, si differenziano per tipologia di golem. Inoltre, si aggiungeranno anche i Creepers, gli Zombie e gli Scheletri, i quali, per poter essere richiamati, dovranno essere tenuti al sicuro dagli attacchi dei Piglin. Ogni tipo di alleato richiede una certa quantità di risorse; quindi, state attenti a non restarne sprovvisti!! Tuttavia, non siamo gli unici pezzi grossi ad essere presenti, ci saranno, infatti, anche i Primi Golem, più grandi, più potenti e immortali, anche se a pagamento. Si, infatti questi ultimi rinasceranno tramite una cospicua spesa di risorse quando verremo respoonati in un villaggio vicino.
Quando, prima o poi, si morirà saremo rigenerati in uno dei pozzi o villaggi più vicini. Anche in questo contesto, nonostante su Xbox Series X, si verifica un elemento non concepibile in una console current gen con un titolo del genere. L’ambiente che si genera più lento di un anziano allo spizio, stride davvero tanto con la tranquillità con cui gira il titolo negli altri frangenti.
Interfaccia
Cambiamo, ora, argomento e passiamo all’interfaccia con la quale ci trovare a combattere. Il termine giusto è combattere, in quanto alla semplicità e all’intuibilità delle dinamiche di gioco si contrappone una scelta di design da rivedere profondamente. Rompe, a tutti gli effetti, la piacevolezza del gioco. Trovarsi, ad ogni alba, ad ogni tramonto e in tutte le notti, quell’avviso, rosso, enorme ed eterno al centro della schermata rende, almeno per me, davvero scomodo muoversi e giocare per quei 5/6 secondi. Al di là di questo elemento davvero sgradito, l’interfaccia risulta intuitiva, semplice e non troppo ingombrante, richiamando costantemente – e giustamente oserei dire – una spigolosa conformazione di figure che ben richiama la cubicità del titolo.
Oltre…
…oltre il Cavallino starter avremo la possibilità di trovare altre cavalcature con qualche abilità in più, rendendo la Tigre, lo Scarabeo e il Grande Becco utili. Non difficili da trovare attraverso la mappa, queste cavalcature alternative saranno facilmente ritrovabili in giro per il mondo e nei villaggi, permettendo uno switch rapido e comodo. Tra le altre, avremo modo di raccogliere delle torri con poteri particolari e, soprattutto, utilizzabili: Torre Protettore; Torre esplosiva; Torre del gelo; Torre stordente. Rispettivamente, una di tipo difensivo e tre offensivo, tutte da trovare nel mondo per poterle costruire – in modalità campagna – mentre disponibili immediatamente nella modalità PvP.