Finalmente è arrivato anche il nostro momento! Ecco a voi la recensione di Kingdom Come Deliverance! Noi di Nerdgate abbiamo avuto la fortuna di provarlo approfonditamente su PS4, e non vediamo l’ora di parlarvene, quindi che ne dite se cominciamo?
Per quanto concerne la trama, l’azione non esista a cogliere il giocatore che già dopo i primi quindici minuti si troverà catapultato nel vivo dell’ordito. Ambientato nel 1403, Kingdom Come vi farà vivere le gesta di Henry, giovanissimo figlio di un fabbro e inesperto alla vita, che dopo un assalto delle forze rivali, si troverà al centro esatto di una lotta di potere. Le scelte, con chi e come schierarsi, spetteranno solo a voi.
In un realismo a tratti spaziante, Kingdom Come: Deliverance non esiterà a tenervi incollati allo schermo, riportandovi non solo con la mente, ma anche con ogni tipo di sensazione a quei tempi antichi che nel gioco sono impossibili da non vivere se non con una carica immersiva fortissima. E non si tratta soltanto di un’enorme vastità di subquest, ma anche del vero e proprio realismo alla base del modo in cui sarete costretti a vivere tutto il gioco.
Henry infatti, nel caso non dovesse mangiare, subirà notevoli malus. Stesso discorso per un’assenza prolungata di sonno o per la mancata cura di alcune ferite. Per quanto riguarda lo scorrere degli eventi è necessario fare un discorso un poco più ampio perché è proprio in questo che Kingdom Come si mostra nella sua grandezza. Le quest principali molto spesso saranno giostrate dal tempo, o per meglio specificare: dallo scorrere dei giorni. Per esempio: nel caso voi dobbiate prendere parte ad un assalto a due giorni da ora, dovrete recarvi lì entro questo limite di tempo. Potrete benissimo anche non farlo, ma l’assalto avrà comunque luogo proprio perché la trama principale non dipende da voi, ma dal corso effettivo della storia. Non vogliamo farvelo dimenticare: Kingdom Come è un gioco che pone il suo contesto narrativo sulla storia, ed è la storia la vera protagonista. Non Henry, non voi. La storia.
Oltre a un gargantuesco livello d’immersione da un punto di vista storico, verrà in soccorso al giocatore anche un gameplay a tratti ben costruito. L’utilizzo delle armi bianche è infatti molto ben bilanciato. Nel caso decidiate di utilizzare una spada, il combat system basato sui movimenti degli analogici vi consentirà di scegliere il punto in cui attaccare il vostro nemico ma anche da dove parare i suoi colpi. Purtroppo l’arco, che è l’unica nota dolente, non riuscirà a soddisfarvi pienamente, dandovi qualche difficoltà nel combattimento a distanza.