Indiana Jones e il Quadrante del destino: La Recensione

Il film che segna il passaggio di testimone dalla vecchia alla nuova generazione di archeologi

Quando parliamo dell’archeologo più famoso del mondo e di tutti i film che ne descrivono le gesta, veniamo avvolti da un insieme di esperienze magistrali, ben fatte e un po’ meno riuscite. La paura di rimanere oggettivamente delusi c’era, l’entusiasmo da fan, altrettanto. Alla fine di questo capitolo, possiamo dire di essere usciti dalla sala romana del The Space Cinema – Moderno soddisfatti, ma non propriamente entusiasti. Indiana Jones e il Quadrante del destino, quinto titolo della serie realizzato da James Mangold – che prende le redini della regia al posto di Spielberg – e distribuito da Walt Disney Studios Motion Pictures Italia, ci riporta in maniera, narrativamente parlando, molto conservativa nell’universo archeologico più amato del cinema.  

La trama in POCHE parole

Analizziamo, inizialmente, la trama evitando spoiler, che troverete – solo se li vorrete vederein fondo all’articolo. Ci troviamo nell’anno domini 1944, sulle alpi francesi, in un’epoca storica che ben conosciamo anche nelle pellicole dello stesso archeologo. Americani contro nazisti, buoni contro cattivi, con epicentro reperti archeologici dal grande potenziale, come al solito, che introducono la trama, partendo dal passato recente per poi arrivare al 1969. Indiana Jones, professore universitario con un appeal in calo, viene posto in contrasto alla tecnologica era della corsa allo spazio, un po’ come un reperto archeologico che, in linea con le trame spilberghiane, viene risvegliato improvvisamente per una nuova avventura. Qui finisce questa breve introduzione alla narrativa che, per chi vorrà, verrà ripresa alla fine.

 

Costruzione 

Le scene della pellicola vengono costruite appositamente in maniera tanto movimentata da sembrare quasi caotiche, riuscendo, poi, a conferire dinamismo anche all’architettura della trama stessa. Un film divertente che, con svariati richiami al passato della saga, non riesce mai veramente ad essere originale, evidenziando un certo remore da parte di Mangold a staccarsi dalle nozioni spilberghiane. Tuttavia, l’intenzione di non essere troppo ancorati viene percepita e questo gioco tra le due scarpe frena la potenzialità e l’ambizione del titolo. L’alternanza costante di scene veramente molto scure, in ambienti tanto chiusi quanto in quelli aperti, con quelle luminose crea un equilibrio scenografico che ben si introduce all’irriducibile, eterna e meravigliosa colonna sonora di John Towner Williams. Questo, con bei arrangiamenti e con un’incalzante presenza nelle scene di picco massimo, riesce a farci vivere un bel tuffo nel passato. Non che le scelte narrative non siano un richiamo ai fasti, e per i più nostalgici – alias ‘io’ – anche causa di lacrimuccia, ma risultano, in 154 minuti, molto frequenti, dando una sensazione allo spettatore di more of the same. Riesce, quindi, a darci emozioni positive senza, effettivamente, conferire troppa innovazione alla saga ma volendo veicolare un saluto all’archeologo più famoso di tutti i tempi. Questo saluto viene subito reso evidente non solo dall’anacronismo che si è voluto conferire ponendo Indy nel forte contrasto archeologia-spazio, ma anche dall’evidente passione per l’archeologia della figlioccia Helena, figlia del suo più caro amico Basil, Toby Jones, che sembra voler e dover ereditare quanto fatto dal padrino. Una pensione che fa male ma che riesce a trasmettere il messaggio della fine di un’era e, perché no, del potenziale inizio di qualcos’altro. 

Il ringiovanimento digitale ha permesso la realizzazione delle prime scene che richiamano al 1944, riportando Harrison Ford all’età consona con quel periodo. Si nota, a primo impatto, la presenza di una digitalizzazione, soprattutto quando si passa dal protagonista a qualsiasi altro personaggio. Tuttavia, ciò non presenta un problema perché l’occhio fa il suo lavoro, adattandosi a quanto realizzato. Gli effetti speciali e la digitalizzazione, ottimamente realizzati, sono elementi tanto comuni nel cinema di oggi quanto necessari, standardizzando, purtroppo, anche una serie come quella di Indiana Jones.

Personaggi  

Il cast, nel corso di tutta la pellicola, ha mostrato i muscoli, qualitativamente parlando, conferendo carattere, comicità e dinamicità alle scene e, di riflesso, a tutto il film. Partendo dall’eterno Indiana Jones – Harrison Ford – e arrivando ai comprimari Helena – Phoebe Waller-Bridge – e Jurgen Voller – Mads Mikkelsen – con la sua spalla destra Klaber – Boyd Holbrook – si riesce ad amalgamare un cast di grande spessore, che, fatto non scontato, riesce a trasmettere il suddetto passaggio di testimone, tanto nella regia quanto nella narrativa.  

Quindi..

Quindi, il film merita sicuramente di essere visto, anche se qualcosina in più poteva, sicuramente, essere fatta. Nei suoi 154 minuti la pellicola sarà disponibile nelle sale cinematografiche a partire dal 28 giugno 2023

Traile Ufficiale del film

–SPOILER ALERT– 

–SPOILER ALERT– 

Come introdotto ad inizio articolo, veniamo catapultati immediatamente nel 1944, sulle alpi francesi, dove Indy, introdottosi in un castello, viene catturato dalle truppe naziste. Teatralmente portato sulla cima della torre per essere impiccato, viene salvato da un bombardamento alleato e, nel dettaglio, da una bomba che – entrata, abbastanza comicamente, nella torre – fa saltare tutti. Tutti tranne lui. Attraverso dinamiche tanto roccambolesche quanto romanzate, riesce a salvarsi e, fuggendo prima su una macchina e poi su un sidecar nazista, si ritrova su un treno. In questo, è possibile vedere tantissimi oggetti di valore ma l’obiettivo del protagonista era la Lama imbevuta del sangue di Cristo, lama rivelatasi, però, un falso. Proprio qui, vengono introdotti un ottimo comprimario della pellicola, il dottor Jurgen Voller, e quello che sarà il centro di tutta la trama: l’Antikitera di Archimede. Proprio intorno a tale oggetto, separato in due parti, una delle quali trovabili attraverso una tavoletta in codice, si concentra l’avventura. Passando da una mano all’altra, passando da New York e arrivando all’Orecchio di Dionisio, i nazisti guidati proprio da Voller, nel 1969 riescono a prenderne possesso. Tale conquista porterà Indy a realizzare il sogno di ogni archeologo: vivere la storia. Infatti, catturato nuovamente viene caricato su un bombardiere che, attraverso uno squarcio temporale – previsto dall’Antikitera – apertosi nel 1969, tornava indietro nel tempo. L’obiettivo dei nazisti, ovviamente, era quello di tornare indietro per uccidere una figura, paradossalmente, sacra per ogni nazista. Il problema era che Archimede non poté prevedere la deriva dei continenti perché non ancora osservata ai suoi tempi; quindi, l’epoca di arrivo fu ben altra: l’assedio di Siracusa da parte dei Romani, proprio durante l’epoca di Archimede. Soprattutto qui, vediamo l’utilizzo degli effetti speciali che, in maniera ottima, riproducono le opere dell’ingegnere greco. L’emozione che Indiana Jones vive in quella scena è talmente trasparente da far emozionare ogni appassionato della serie e dell’archeologia, trasmettendo le sensazioni che ognuno di noi proverebbe nella realizzazione del proprio sogno. Tale pathos viene smorzato, in linea con lo stile della saga, da Helena che stende un ferito Indy desideroso di rimanere in quel periodo storico. Come ogni film che si rispetti, i nazisti sono stati sconfitti e hanno fatto una brutta fine. Il mondo può andare avanti senza temerne il ritorno e godendosi il Paradosso del Nonno possiamo salutare una figura storica. Concludendo, il finale è stato una piacevole riunione con la moglie, con la quale, dopo aver perso il figlio in guerra, stava divorziando. Finisce qui, quindi, una delle saghe più amate, quella che ci ha portato nel cuore della storia fantascientifica ed avventurosa, facendoci sognare e vivere avventure che, magari, non avremmo mai visto altrimenti.  

CONCLUSIONI: Pellicola che regala emozioni ma che casca, con la regia, nella paura di essere troppo distante da Spielberg. La tecnologia si è inserita perfettamente nel contesto e riesce a regalare Indiana Jones a 45 anni in maniera quasi perfetta.

VOTO FINALE: 7.5

SCHEDA FILM

  • USCITA: 28 giugno 2023
  • GENERE: Azione, Avventura, Fantascienza
  • REGIA: James Mangold
  • DURATA: 154 min
  • SCENEGGIATURA: Jez Butterworth, John-Henry Butterworth, David Koepp, James Mangold
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