Molti film del Neorealismo, come ad esempio “Roma Città Aperta”, ancora oggi hanno tanto da dire, per la festa del 25 Aprile in tutte le scuole dovrebbe essere proiettato il film di Rossellini, spiegando ai ragazzi che è stato girato appena i barbari invasori tedeschi avevano abbandonato Roma (Gennaio 1945) e che tutta la pellicola e pervasa dalla verità e che la verità è potuta tornare a splendere grazie all’avvento della libertà. Perché la forza stilistica e scenica del film di Rossellini, contestualizzata con poche parole, riesce a trasmettere un messaggio universale. Trattandosi di una dittatura, trattandosi di un fatto storico, trattandosi di uno dei periodo più bui della storia dell’uomo, l’opera d’arte “Roma Città Aperta” diventa un baluardo in un’antica lotta che è quella del bene contro il male.
LA VERITÀ PROSEGUE E IL MESSAGGIO LASCIATO DALL’IMMEDIATO DOPOGUERRA SI INSTAURA NEI CUORI DELLE GENTE CHE LA TESTIMONIANO SENZA VELLEITÀ FILOSOFICHE, ANZI…
Per chi avesse visto i titoli consigliati e quindi ormai è avvezzo allo stile del Neorealismo, non può non aver notato come ne “I Vitelloni” qualcosa cambi, i personaggi e la storia raccontata magistralmente da Fellini (tra l’atro co-sceneggiatore di “Roma Città Aperta) prenda un’altra piega e benché si possa ascrivere alla corrente di cui stiamo parlando è già a tutti gli effetti Commedia Italiana. Era lì che volevo arrivare, era lì che voleva arrivare la verità. “I Vitelloni” (Sordi e compagni) sono già più personaggi picareschi, in stile italiano, ma anche presenti in molta letteratura vedi i personaggi descritti da Steinbeck in “Vicolo Cannery” o “Pian Della Tortilla”. Sta nascendo un nuovo filone, un nuovo modo di raccontare l’Italia: la commedia Italiana. Uno dei momenti più fulgidi e geniali della storia del cinema, oserei dire al livello del Neorealismo. Monicelli, Risi, Steno, Zampa, Comencini alcuni registi di questo nuovo corso in cui evolve il cinema italiano che coesiste e compartecipa anche con Sergio Leone e Ettore Scola, che pur utilizzando stessi sceneggiatori e attori scelgono soggetti meno legati alla commedia(western, drammatico, sociale, etc…). Perché è importante ricordare questa fase? Perché in questa fase resta ancora forte l’insegnamento del Neorealismo e prosegue il racconto di ciò che resta dell’Italia dopo la dittatura e dopo la guerra: fame, miseria e povertà. Su questo terreno però i personaggi che rappresentano i milioni di italiani affannati per procurarsi lavoro o cibo, mostrano e mettono in luce molte attitudini e soprattutto l’arte italiana per eccellenza: arrangiarsi.
I film che descrivono meglio questo periodo, più che questa corrente, sono quelli di Monicelli, quelli di Totò, alcuni di Germi, di Salce, di Loy e poi ancora Scola, Fellini, Leone. La definizione “Commedia Italiana” è troppo restrittiva perché io vorrei parlare del lasso di tempo che va dal 1950 al 1980 in cui c’è forte continuità con il Neorealismo e allo stesso tempo forte unità di intenti e stili. La verità è presente e dopo exploit neorealista ora riposa e con calma si gode una fase prolungata di pace dove i suoi figli possono giocare tranquilli, il suo figlio per eccellenza è il verisimile. Definirei questa fase come la fase del verisimile: storie non vere ma che potrebbero tranquillamente esserlo. Farò un elenco di alcuni film che vanno assolutamente visti, ma è una sfida improba perché sono troppi. Il periodo del verisimile è caratterizzato da: soggetti e sceneggiature brillanti e divertenti, ambientazioni popolari e protagonisti che vengono dalla povertà, mancanza di tutto ma non di buon’umore, voglia di provarci e riprovarci. Un’Italia che sta cercando di ricostruirsi e migliaia di persone che lottano ogni giorno per mangiare e ogni tanto provano a sbancare il lunario. Risate e risate, battute, soggetti e sceneggiatori geniali (Age, Scarpelli,Scola, Steno). Gli attori più famosi del cinema italiano Tognazzi, Gassman, Salvatoti, Manfredi, etc… Da tutto questo, sullo stesso terreno, nascono opere di una qualità immensa e infinita da Scola a Ferreri a Leone a Fellini.
Quindi solo questo periodo storico così variegato meriterebbe almeno un centinaio di pagine volendo fare una disamina esaustiva. Io non voglio essere esaustivo, ma vorrei solo seguire il cammino della verità e vedere ancora dove ci sta conducendo e approfondire una sfumatura di questa fase definita “del verisimile”. L’industria cinematografica è povera ma prolifica e ogni anno escono un sacco di film nuovi. Alcuni capolavori altri meno. Fra i capolavori ricordiamo “I soliti ignoti” e “La Grande Guerra” e poi più avanti “Amici Miei” di Monicelli, poi Risi “Il sorpasso”, “Divorzio all’italiana” di Germi, etc.. troppo lungo un elenco. Cosa rende grande moltissimi film di questo periodo è qualcosa in cui la verità è protagonista: le comparse e i figuranti. Vicino ai moltissimi attori big (Tognazzi, Gassman, etc…) gravitano moltissimi attori, comparse o figuranti(che si chiamino come vogliono), che non facendo mai parti da protagonista rendono ogni storia più colorata e viva e soprattutto più vera, perché molti di loro provengono dal teatro, dall’avanspettacolo, dal cabaret nei bar, e hanno la capacità di essere talenti puri e il loro miglior talento è che non recitano ma sono così veramente. Sono personaggi che vivono così la vita e come se durante gli spettacoli non recitassero neppure o recitassero se stessi. Sono i rappresentanti viventi della verità e il lavoro che fanno trasforma moltissime opere in capolavori assoluti.
Nella parte terza parlerò di ognuno di loro: i fratelli Carotenuto, Mario Brega, Paolo Stoppa, Carlo Pisicana (Capannelle), e altri.
Parte III: la verità riposa, coming soon
Lista film da vedere:
- I soliti ignoti (Monicelli)
- Divorzio all’italiana(Germi)
- Il sorpasso(Risi)
- Una storia moderna: l’ape regina(Ferreri)
- Il prof.dott. Guido Tersilli primario della Clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue (Salce)
- C’eravamo tanto amati (Scola)
- Il Maestro di Vigevano (Petri)
- C’era una volta il West (Leone)
- Amici Miei (Loy, Monicelli, Germi)
- Febbre da cavallo (Steno)
Ovviamente la lista è impossibile e infinita, questi dieci sono un piccolo tentativo di accendere un piccolo fuoco e nulla di più. Non ho voluto inserire più di un titolo per regista, così da dare maggior spazio e ribadire il concetto che il periodo del verisimile non è solo commedia brillante ma anche dramma, denuncia sociale, racconto storico, western, “C’era una volta in America, i film originali e avanguardistici di Ferreri, Scola, insomma di tutto e di più, ma quasi tutto unico, magico e geniale.