Un asteroide in rotta di collisione con la Terra: la fine del mondo.
Una diagnosi di cancro allo stadio terminale: la fine del proprio, di mondo.
Una leva al cui fulcro ci sono lo scorrere del tempo, inesorabile e severo, e la perdita di identità personale e del riconoscimento della società.
David Rubin non ha bisogno di presentazioni, e Il Fuoco è il suo ultimo capolavoro.
Tunué ce ne ha fornita una copia per parlarvene, e mai dono fu più gradito.
L’artista spagnolo ci guida alla scoperta di un futuro brutale, quasi distopico: la possibilità di sopravvivenza del genere umano, dinnanzi alla imminente collisione del corpo celeste, risiede tutta nella realizzazione di una colonia selenita atta a ospitare una ridotta élite terrestre.
E chi meglio di Alexander Yorba, architetto socialmente impegnato prima e rockstar adesso, può portare avanti tale progettazione?
E se la situazione non fosse già sufficientemente complicata, quel tremendo e asettico responso diagnostico fatto al nostro protagonista non fa che precipitare la situazione verso l’abisso.
Rubin, con questa Graphic Novel fantascientifica, si fa Virgilio non giudicante, scortandoci nel nostro viaggio dantesco alla scoperta dell’Inferno più umano. Alla ricerca di quel fuoco che arde dentro di noi, capace di elevarci altissimi, o portare a distruzione, isolamento e perdizione fisica e morale.
Non ci sono vincitori. Non c’è riscatto.
Ci sono però dubbi, domande e dolore.
C’è dramma privato. C’è guerra sociale.
Leggendo subito affiorano alla mente i rimandi a opere del calibro de La Strada di McCarthy, o Fahrenheit 451 di Bradbury. Le tematiche affrontate dall’autore non sono di certo innovative, e sebbene la parte testuale sia minimizzata, quasi scarna, la narrazione resta assolutamente brillante. A sconvolgere positivamente sono infatti le tavole, valorizzate anche grazie al generoso formato del volume. Tavole che nel loro silenzio narrano più di qualsiasi balloon, come rubate al mondo del cinema. Bilanciate, ragionate. Organizzate in modo tale da aumentare la tensione, con layout fitti e primissimi piani, o farci vivere integralmente l’apocalisse di Alexander, con splash page incredibili. Tavole magnificamente narrative, come quelle iniziali, in cui due piani sequenza paralleli mostrano la genesi del mondo e quella del nostro futuro architetto.
E poi i dettagli, i colori, le espressioni facciali. Tutto ciò che queste pagine racchiudono mostrano come Rubin sia un mostro di bravura, dal design caratteristico e inimitabile. Un artista completo da avere senza dubbio in libreria.
Leggere Il Fuoco mi ha lasciato lo stupore impresso sulla retina. Cosa rara. Cosa bella. Cosa che a mia memoria solo Moebius prima, in alcuni passaggi de L’Incal, era riuscito a fare con altrettanta potenza.
Il Fuoco è una magnifica testimonianza di come il fumetto come medium possa elevarsi a un livello superiore rispetto quello del mero intrattenimento.
È un must da avere, da rileggere per i contenuti, o ri-sfogliare per riempire di bellezza artistica anche solo un istante.