Un titolo che da poco sta ottenendo diverso successo, sia da parte della critica che da parte del pubblico, è Hellblade: Senua’s Sacrifice, prodotto dal team di sviluppo Ninja Theory. Questo nome potrebbe far suonare qualche campanello nella vostra testa, perché stiamo parlando dello stesso team che ha sviluppato il tanto amato e odiato reboot della saga di Devil May Cry ovvero DmC, pubblicato nel 2013 per PS3, Xbox 360 e PC e ripubblicato poi con una definitive edition sulle console della corrente generazione. Se però per questo gioco ne abbiamo sentite di cotte e di crude, ciò non vale per Hellblade: Senua’s Sacrifice che ha conquistato tutti.
La trama di Hellblade è basata sulla mitologia norrena, ma senza cambiamenti di alcuna sorta come succede con il Thor della Marvel, bensì il titolo affonda le mani nei veri e propri miti, quelli crudi, oscuri e violenti. Senua, la protagonista, è una ragazza che viaggia dalla sua terra natale fino ad Hel, uno dei nove regni di questa mitologia, un luogo dove risiedono i morti, permeato dalla sofferenza, nonché governato dalla sua regina Hela. La nostra protagonista compie questo viaggio per salvare una persona a lei cara, un suo amore, che le darà il coraggio di affrontare questa terra addolorate e gli dei che la abitano. Senua è un personaggio che è allo stesso tempo attrice e vittima: attrice del percorso che ha deciso di intraprendere, ma vittima di un’oscurità che l’ha portata alla pazzia tramite visioni disturbanti. Vi ritroverete più volte ad osservare lo sguardo di Senua, totalmente in preda alla follia.
Ma non sarà solo la protagonista ad essere tormentata, bensì anche il giocatore per via della meccanica perma-death presente nel gioco. Se infatti riuscirete a morire svariate volte (otto, da quello che si legge in giro) i vostri salvataggi verranno cancellati e dovrete ricominciare tutto da capo. Personalmente non mi è mai capitato di morire abbastanza da attivare questa meccanica, soprattutto per via del sistema di combattimento molto agevole e fluido. Ci troviamo davanti ad un battle system ben sviluppato avendo la possibilità di attaccare in maniera leggera o pesante, rompere la guardia e schivare. Inoltre Senua vanta un potere speciale che permette di rallentare il movimento dei nemici per un breve periodo, così da potere sferrare una serie di combo su di essi. Inoltre i nostri avversari non verranno giù così facilmente, specialmente se parliamo dei boss, che richiederanno diverso tempo per essere completamente abbattuti.
Se da una parte, però, il sistema di combattimento è molto fluido, allo stesso tempo presenta alcune limitazioni. Infatti se vi troverete davanti una serie di avversari, Senua si concentrerà su uno solo in particolare, attivando quindi un lock singolo che non vi permetterà di affrontare i nemici in gruppi ma bensì uno ad uno. Ovviamente gli altri avversari non staranno fermi, anzi non dovrete mai lasciarveli alle spalle perché non vi saranno indicatori visivi come nei vari Batman e Assassin’s Creed, bensì un avviso molto particolare che vi faccio scoprire da soli… vi dico solo di tenere le orecchie ben aperte. Oltre al lock singolo dei nemici, ho trovato un altro difetto nel sistema di combattimento, che riguarda in particolar modo la hitbox sia dei nemici che di Senua. Specialmente nelle boss fight, noterete che nonostante Senua dovesse essere colpita dall’attacco del nemico, questo non accadrà e l’arma vi passerà attraverso senza farvi danno. Invece coi nemici accade solo quando sono in gruppo, infatti se sferrate un fendente che potrebbe colpire due avversari uno accanto all’altro, raramente accadrà che il colpo ferirà entrambi, ma solo il nemico che Senua avrà lockato.
Parte fondamentale del gameplay sono anche i vari puzzle che si presenteranno per bloccarvi l’accesso ad ogni nuova area. Seppur inizialmente potreste arrivare a trovare pesanti gli enigmi con le rune, mano a mano che andrete avanti con il gioco ne troverete di diversi, a seconda dell’area che esplorerete. Stiamo comunque parlando, però, di una bassa differenziazione dei puzzle presenti nel gioco, insomma un po’ più di varietà non avrebbe guastato. La difficoltà degli enigmi non è troppo elevata, ma in quelli pre boss vi troverete a perdere più tempo del previsto per risolverli. C’è comunque da dire che questi puzzle sono perfettamente integrati col mondo di gioco, non sono esterni al contesto o messi a caso, ma anzi utilizzano rune e simboli della mitologia norrena.
Sul comparto grafico non ho molto da dire, nonostante qualche pop-up o calo di frame rate, fa il suo sporco lavoro. Niente di cui lamentarsi nemmeno per quanto riguarda la durata del gioco, è consona al prezzo per cui il titolo viene venduto ovvero 29.99 euro (solo in digital delivery). Infine è da fare un plauso al comparto sonoro, forse la parte migliore del gioco, davvero suggestivo e disturbante come gli sviluppatori volevano, anzi vi consiglio caldamente l’uso delle cuffie, così da immergervi completamente nell’esperienza. Anche il doppiaggio dei personaggi (esclusivamente in inglese, invece i sottotitoli saranno in italiano) fa il suo lavoro, con bisbigli e tante voci che si sovrappongono per portare alla pazzia sia Senua, che il giocatore.