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FALLOUT: IL MONDO DEL DOPOBOMBA CHE HA FATTO LA STORIA!!
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Per chi, come il sottoscritto, ha qualche annetto di carriera videoludica alle spalle è difficile entusiasmarsi per giochi come quelli attuali; ci potreste immaginare come quei vecchietti che si fermano a guardare dei cantieri e giudicano il lavoro degli operai come scadente o lo accompagnano con frasi nostalgiche.
Io e i vecchi giocatori siamo un po’ così, ci soffermiamo sulle novità nel campo videogiochi, li guardiamo, li proviamo e poi ammettiamo che sono belli, grafica ben fatta, e finiamo con un “però una volta c’era di più!”.
E poi ci son giorni in cui certi annunci ti impediscono di fare il nostalgico, ti presentano un gioco che ha tutte le potenzialità per farti gridare “Bello!”, senza ma e senza però. A me, come molti altri, sta succedendo qualcosa del genere in queste ore, visto che a breve sarà disponibile l’ultima fatica di Bethesda, ovvero Fallout 4.
Il brand di Fallout è uno dei più longevi nell’industria videoludica, e tutti hanno avuto la possibilità di provare almeno un titolo della saga; è stato il capostipite di un genere, quello dei gdr, contaminandolo con la fantascienza, concentrandosi un ramo di sci-fi davvero particolare.
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FALLOUT E’ UN PEZZO DI STORIA DEL MONDO VIDEOLUDICO, GRAZIE A UN’AMBIENTAZIONE CHE HA SEMPRE OFFERTO MOLTO AI PLAYER DI TUTTO IL MONDO!
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Direi che l’uscita del quarto capitolo ci offre l’occasione per una piccola lezioncina di storia, giusto un ripasso per introdurre i neofiti al mondo di Fallout, e magari convincerli a recuperare i titoli usciti in passato.
Iniziamo dall’ambientazione, il vero fiore all’occhiello della serie.
Il mondo in cui ci muoveremo è ormai agli sgoccioli di materie prime ,specialmente petrolio ed uranio, il che ovviamente porterà all’inevitabile conflitto, prima fra Commonwealth Europeo e Medio Oriente (2052) e poi quello più devastante nel 2077 tra Stati Uniti e Cina. L’atto finale di questo conflitto fu il lancio di decine di testate nucleari, che ridurranno il nostro pianeta a un deserto radioattivo, eliminando quasi totalmente l’umanità.
Ma a salvare il destino della razza umana ci ha pensato la Vault-Tech, una ditta che fiutando il business ha creato i Vault, dei rifugi altamente tecnologici che ospitano i pochi eletti per salvarli dalle radiazioni.La scelta del team creativo è stato di basarsi su una fantascienza molto classica, con una tecnologia dal design retrò stile anni 50; è veramente gradevole, vedere come tecnologie futuristiche come il laser o le macchina volanti sono rese con linee tipiche della fantascienza classica, quasi fossero uscite dalle pagine di un fumetto di Buck Rogers. È propria questa impronta stilistica che ha reso il ciclo di Fallout una saga epocale, facilmente riconoscibile e distinguibile dalla massa dei gdr, anche sci-fi, piuttosto nutrita nel periodo.
[/vc_column_text][vc_custom_heading text=”Non farsi prendere dalla nostalgia riguardando il primo Fallout è impossibile!” font_container=”tag:h2|font_size:14|text_align:center|color:%23dd3333″ google_fonts=”font_family:Roboto%3A100%2C100italic%2C300%2C300italic%2Cregular%2Citalic%2C500%2C500italic%2C700%2C700italic%2C900%2C900italic|font_style:400%20italic%3A400%3Aitalic”][vc_single_image image=”10665″ img_size=”full” alignment=”center” onclick=”img_link_large”][vc_column_text]
Il primo titolo della saga è Fallout, del 1997, sviluppato dalla Black Isle Studios e pubblicato da Interplay.
La storia di svolge nel 2161, quasi cent’anni dopo il disastroso esito del conflitto cino-americano, e nel Vault 13, sito nelle montagne della California, la situazione sta degenerando. Il chip di controllo della purificazione dell’acqua si guasta, costringendo i sopravvissuti a trovare un ricambio, che può essere reperito solo all’esterno; ovviamente il prescelto saremo noi, che verremo quindi mandati all’esterno, i primi del nostro Vault dal tempo della chiusura del nostro silo di sopravvivenza.
Questo è il motivo che animerà la nostra avventura principale, vissuta come un gdr con visuale isometrica, come tipico del periodo; per creare il nostro personaggio useremo un sistema appositamente sviluppato chiamato S.P.E.C.I.A.L. (forza, percezione,resistenza, carisma, intelligenza, agilità, fortuna), cui si aggiungono anche diverse capacità (le classiche skill) che miglioreranno con l’avanzare dell’avventura. Ovviamente potremo arricchire il nostro inventario, ma soprattutto nel corso dei nostri viaggi avremo la possibilità di esser aiutati da altri personaggi, che manterranno la propria indipendenza (si muovono e combattono autonomamente) e avranno una personalità propria, che apparirà nei vari dialoghi, sempre molto curati e dettagliati.
Piccola curiosità: il gioco non venne mai tradotto in italiano, tuttavia esiste una traduzione non ufficiale, chiamata Progetto Tifone e rilasciata tramite il sito Oldgamesitalia.
[/vc_column_text][vc_custom_heading text=”Il secondo capitolo della saga presenta anche una maggior cura nell’interfaccia” font_container=”tag:h2|font_size:14|text_align:center|color:%23dd3333″ google_fonts=”font_family:Roboto%3A100%2C100italic%2C300%2C300italic%2Cregular%2Citalic%2C500%2C500italic%2C700%2C700italic%2C900%2C900italic|font_style:400%20italic%3A400%3Aitalic”][vc_single_image image=”10668″ img_size=”full” alignment=”center” onclick=”img_link_large”][vc_column_text]
L’anno seguente (1998) il duo Black Isle e Interplay ci riporta nel mondo devastato dalle esplosioni nucleari.
Questa volta l’avventura sarà più complessa e con una storia più articolata, con chiari richiami al protagonista del titolo precedente. Sono passati ottant’anni (siamo nel 2241) dalla nostra uscita dal Vault 13, e ora siamo membri di un villaggio rurale alla prese con una grave siccità in corso (è sempre la mancanza d’acqua o sbaglio?). In questo villaggio viene venerato il Vault Dweller (ovvero il protagonista dello scorso episodio) e il nostro protagonista è un suo diretto erede, e l’anziana del villaggio lo considera il Prescelto per cercare un’antica tecnologia, il GECK, una sorta di macchina del terraforming che potrebbe salvare i terreni arsi dalla siccità.
La nostra ricerca ci porterà a vagare per tutta la California, incontreremo delle nuove fazioni che entreranno a far parte della società del marchio Fallout, come l’Enclave, i superstiti del fu governo USA, o la Confraternita; le ambientazioni e le location del gioco sono davvero varie e curate perfettamente, dando un colore nuovo alla trama e alla storia, rendendola molto più creativa e varia, con nuove e suggestive città da visitare, e nuovi volti che possono divenire nostri compagni di viaggio. Contrariamente al Fallout precedente, il nostro personaggio all’inizio è quasi un selvaggio, membro di un gruppo di sopravvissuti che hanno ormai pochissima tecnologia, da loro ricordata come un qualcosa di mitico; questo espediente è utile per dare un tocco innovativo e vario al titolo, in modo da renderlo un vero e proprio seguito e non un clone del suo predecessore. È proprio col secondo episodio che nasce il ciclo di Fallout, il mondo di gioco inizia ad assumere una vita ed entità tale da poter dare origine a un lore tale da creare un universo in espansione. Le varie fazioni che vengono presentate come antagoniste o alleate iniziano a fare parte integrante non solo delle nostre avventure,ma cominciano ad essere loro stesse personaggi del mondo desolato e post-apocalittico.
Anche Fallout 2 beneficia del sistema S.P.E.C.I.A.L., del sistema di skill come il primo titolo, anche se con qualche nuova aggiunto, in modo da aumentare la personalizzazione del personaggio; viene inoltre introdotto un nuovo parametro, il karma, che ha la funzione di termometro sociale, un indicatore del nostro gradimento presso gli altri, rendendoci facile o meno il relazionarci con gli NPC.
Il secondo titolo è stato seguito da alcuni esperimenti in altre direzioni, volendo sfruttare il successo registrato dal brand Fallout.
Il primo è Fallout Tactics (noto anche come Fallout Brotherood of Steel, quando venne ripresentato anni dopo per PlayStation 2 e Xbox), in cui vediamo come all’interno della Fratellanza di Acciaio ci siano due diverse anime, una pronta a condividere i propri segreti tecnologici anche con gli estranei, l’altra decisa a mantenere il dominio tecnologico, il tutto ambientato subito dopo le vicende del primo Fallout. La scena si sposta dal deserto della California alle rovine di Chicago, aprendo una finestra sul resto degli Stati Uniti post-atomici. Questo titolo è stato l’unico dei progetti di sfruttamento del marchio a raggiungere il mercato; alcuni erano nati come conversioni per le prime console (Xbox e PlayStation) mentre era ancora in vita l’Interplay, altri come Fallout Van Buren furono a un passo dal venire pubblicati (come dimostra la reperibilità on line di una demo), ma la vera chicca del periodo fu la Fallout Bible, una raccolta di documenti di approfondimento sul gioco scritta da Chris Avellone.
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LA VERA SVOLTA NEL MITO DI FALLOUT GIUNGE COL TERZO CAPITOLO, CHE PROIETTA LA SAGA NEL MONDO DELLE NUOVE CONSOLE E DELLA GRAFICA 3D
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La svolta arriva però con Fallout 3, uscito nel 2008, sviluppato e prodotto dalla Bethesda, che ha rilevato i diritti dalla fallita Interplay.
In questo nuovo titolo il nostro personaggio lascia il suo Vault, il 101, 200 anni dopo la fine della guerra nucleare, in seguito alla scomparsa di suo padre, uno degli scienziati del Vault incaricati di mantenerlo funzionante. Come usciamo dal nostro rifugio però scopriamo la prima grossa verità: le radiazioni sono diminuite e il mondo esterno è nuovamente vivibile, consentendo la vita fuori dai claustrofobici rifugi.
Una delle novità è la nuova zona in cui ci muoveremo, passiamo dalla California alla zona ovest degli Stati Uniti, specificamente nella Zona Contaminata di Washington; questa nuova location ci porterà ad esplorare dei monumenti storici americani, riconoscibili nonostante i disastri subiti nella guerra.
[/vc_column_text][vc_custom_heading text=”Fallout 3 ci porta a vagare nei paraggi di una Washington post-apocalisse” font_container=”tag:h2|font_size:14|text_align:center|color:%23dd3333″ google_fonts=”font_family:Roboto%3A100%2C100italic%2C300%2C300italic%2Cregular%2Citalic%2C500%2C500italic%2C700%2C700italic%2C900%2C900italic|font_style:400%20italic%3A400%3Aitalic”][vc_single_image image=”10669″ img_size=”full” alignment=”center” onclick=”img_link_large”][vc_column_text]
Ovviamente la nuova produzione può contare sulle nuove tecnologie in fatto di grafica, specialmente il motore grafico Gamebryo 2.6 e il motore fisico Havok, il che modificherà radicalmente il nostro approccio a Fallout. Non avremo più una visuale isometrica classica, la Bethesda porta Fallout nel nuovo secolo dei videogames scegliendo una grafica variabile, permettendoci di passare da una visuale in terza persona a una in prima persona, avvicinando Fallout a un’esperienza simile a uno sparatutto. Anche se alcune caratteristiche del periodo classico del brand ritornano in questo terzo capitolo (come lo S.P.E.C.I.A.L. O il karma), vengono migliorati
altri aspetti, come il rapporto con le armi, ora più severo e regolato, che considera anche una loro durata ed effettiva capacità offensiva, o il sistema S.P.A.V., un nuovo sistema di combattimento scelto per dare una continuità ai titoli precedenti, in cui era possibile menomare gli avversari per limitarne la pericolosità. La vera perla del gioco è però il Pip-Boy, un computer da polso che ogni abitante del Vault riceve al decimo compleanno, che farà da assistente personale, dandoci news, facendo da mappa e altro.
Fallout 3 ha rilanciato il marchio nel mondo di videogiochi moderno, prendendo però anche il difetto principale, quello dei DLC, i tanto odiati contenuti scaricabili. La Bethesda ha rilasciato ben cinque DLC (Operation Anchorage, The Pitt, Broken Steel, Point Lookout e Mothership Zeta) che hanno prolungato la storia di Fallout 3, alcuni con richiami alla storia del ciclo di Fallout, altri con piccole aggiunte che possono garantire qualche ora in più di gioco, che si innestano perfettamente nello svolgersi dell’avventura principale. A queste è seguita anche un’espansione stand-alone chiamata New Vegas, che si limita spostare le nostre avventure nel deserto di Las Vegas, con nuove quest e ambientazioni.
[/vc_column_text][vc_custom_heading text=”Il sistema di combattimento di Fallout 3 ci offre molte possibilità per ottenere il massimo dal nostro arsenale” font_container=”tag:h2|font_size:14|text_align:center|color:%23dd3333″ google_fonts=”font_family:Roboto%3A100%2C100italic%2C300%2C300italic%2Cregular%2Citalic%2C500%2C500italic%2C700%2C700italic%2C900%2C900italic|font_style:400%20italic%3A400%3Aitalic”][vc_single_image image=”10670″ img_size=”full” alignment=”center” onclick=”img_link_large”][vc_column_text]
Dopo questa carrellata nella storia di Fallout potrete capire perchè si sia creato un grande hype nei confronti dell’uscita del quarto capitolo. Pochi titoli hanno saputo offrire tanto in termini di storia, profondità del mondo di gioco e innovazione come i capitoli di Fallout, il che porta i giocatori di tutto il mondo a sperare che per il suo poker atomico la Bethesda porti sui nostri monitor un prodotto che faccia felici i nostalgici dei precedenti capitoli e accontenti chi si avvicina per la prima volta al mondo post-apocalittico di Fallout, magari incuriosendo i nuovi appassionati al punto da spingerli a recuperare i vecchi episodi!
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