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DOTTOR WHO : QUANDO LA FANTASCIENZA FA STORIA
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Proprio oggi ricorre un compleanno davvero speciale per noi appassionati di fantascienza e serial, uno di quegli anniversari che andrebbero festeggiati con un misto di rispetto e timore.
Sono poche le serie che possono vantare una lunga vita sui nostri schermi, che ancora oggi a più di 50 anni vantano dei fedeli appassionati che ancora hanno voglia di sedersi di fronte alla tv e scoprire cosa accadrà al loro personaggio favorito!
Questa fortuna è capitata ad un alieno in particolare, un personaggio eclettico e particolare che ha deciso di comparire nella vita degli spettatori inglesi negli anni ’60: signori e signori, oggi si festeggia il Dottor Who!
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POCHE SERIE SONO RIUSCITE A ENTRARE IN SINTONIA COL PROPRIO PUBBLICO COSI’ INTENSAMENTE COME DOTTOR WHO
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Il personaggio del Dottore è frutto di un lavoro di squadra interno alla Bbc, l’emittente di stato britannica; furono Sydney Newman, Donald Wilson e C.E. Webber i principali ideatori della serie, impegnati all’epoca nel cercare di dare vita ad un programma educativo sulla scienza e la storia rivolto alle famiglie inglesi, in particolare i più giovani. L’idea che si era trovata per rendere il tutto più accattivante era di dotare il protagonista di un mezzo che potesse viaggiare nel tempo e nello spazio, in modo da offrire la possibilità di affrontare le varie tematiche in modo credibile, ma al contempo strizzando l’occhio alla crescente popolarità della fantascienza.
Il 1962 fu l’anno della gestazione del programma, un anno intenso di progetti e idee; inizialmente si era pensato ad un episodio settimanale di 25 minuti, ma ancora mancava una sceneggiatura da cui partire. Il compito venne affidato a Terry Nation, che curò la scenggiatura di un episodio dal titolo The Mutants, in cui due razze aliene, Dalek e Thal, erano le vittime di un attacco alieno; in una seconda stesura, Nation tolse i Thal e diede ai Dalek il ruolo dell’alieno aggressore. Senza saperlo, Tery Nation aveva appena dato al Dottore il nemico storico che ancora oggi lo perseguita nelle sue avventure!
La sceneggiatura presentata non convinse molto i curatori della serie, che espressero le loro perplessità, ma dovettero anche rassegnarsi alla mancanza di materiale su cui imbastire la loro serie. Fu così che il secondo episodio della serie presentò la razza dei Dalek, da subito rappresentata in modo negativo e come un vero e proprio villain; per molti fu questa scelta a sancire la fine della linea educativa del serial, virandolo subito verso la sua futura storia di serie di fantascienza.
La prima puntata del Dottor Who fu trasmessa il 23 novembre 1963 alle 17:16:20, con un piccolo ritardo rispetto all’orario previsto per via delle continue news relative all’omicidio di Kennedy avvenuto il giorno prima. Sugli schermi britannici William Hartnell si presentò come il Dottore, e la su prima avventura fu La ragazza extraterrestre. Era l’inzio del mito.
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L’impatto presso il pubblico fu senza precedenti.
Intere famiglie presero l’abitudine di ritrovarsi di fronte alla televisione per seguire le avventure del Dottore; nonostante l’iniziale intento educativo, nelle storie compariva un componente che terrorizzava i più piccoli, che correvano a rifugiarsi dietro i divani. Questo problema divenne così diffuso nelle case inglesi, che nacque l’espressione “guardare la tv da dietro il divano”, proprio per indicare quando si distoglie lo sguardo in caso di scene paurose!
Questa piccola storia è solo uno dei mille esempi di come il Dottor Who abbia profondamente segnato la vita sociale in Inghilterra; si dice che fra i suoi milioni di fan (noti come Whovian) ci sia perfino la regina Elisabetta! Ma non solo in terra d’Albione si annidano i Whovian; la fama del Dottore fuoriuscì rapidamente dai confini britannici, raggiungendo sia l’Europa che l’America. Per questo moltissimi artisti e membri del mondo spettacolo hanno omaggiato nelle loro opere il mito del Dottore (come l’americano Matt Groenig, che inserisce spesso dei richiami al Dottor nella sua celebre seri The Simpsons). Perfino Google omaggia la storia del Dottore; digitando “ Police Telehpone Box, Earl’s Court, Londra, Regno Unito” in Google Maps avremo modo di fare un tour all’interno della nave del Dottore, il famoso Tardis! Perfino i Pink Floyd, il leggendario gruppo inglese, decise di omaggiare il Dottore inserendo nel brano “One of these days” un breve estratto della storica sigla della serie (opera di Ron Grainer e Delia Derbyshire).
Sicuramente gran parte del successo della serie è legato al suo protagonista.
Secondo la storia del serial, il Dottore è l’ultimo Signore del Tempo, una razza aliena capace di manipolare il tempo, estintasi dopo una lunga guerra con la razza dei Dalek, al termine della quale il pianeta madre dei Signori del Tempo, Gallifrey, venne distrutto. Da quel momento il Dottore viaggia per lo spazio e il tempo a bordo del suo Tardis, una nave vivente in grado di portare l’ultimo Signore del Tempo ovunque egli voglia. La razza del Dottore non differisce molto da quella umana in origine, ma il vortice temporale presente su Gallifrey diede loro non solo la capacità di piegare il tempo, ma anche nuovi poteri (oltre che una differente anatomia); il più comodo ed intrigante di questi poteri è la rigenerazione, una capacità dei Signori del Tempo con cui, quando il loro ciclo vitale sta terminando, di reincarnarsi in nuovo corpo, diverso ma con tutti i ricordi dei cicli precedenti. Inizialmente si era pensato di limitare a dodici le possibili rigenerazioni, ma con l’avanzare della serie (e il turn over di volti del Dottore) si è deciso di ricorrere ad alcuni escamotage per eliminare questo limite.
Una costante della serie è che il Dottore non viaggia mai solo; in tutte le stagioni del serial al fianco del Dottore troviamo sempre una companion, una donna che lo segue per qualche tempo nelle sue avventure. Spesso queste compagne sono il vero punto della serie, inizialmente intimorite da questo incredibile alieno, ma pronte a lanciarsi al suo fianco in mirabolanti avventure.
Il fascino della serie è costituito dalla facilità con cui vengono affrontati temi non sempre leggeri con il consolidato umorismo british, con cui gli autori inseriscono piccole battute e riferimenti al mondo contemporaneo; non mancano commenti di satira e gag maliziose, che se da un lato rendono ancora più gradevole il Dottore ad un pubblico adulto,non tolgono però divertimento ad un giovane che non colga il riferimento. Spesso queste componenti emergono durante i viaggi nella storia passata, momenti in cui il Dottore e i suoi compagni incontrano personaggi storici o rivivono eventi cruciali; la facilità con cui il Dottore si relazione con questi personaggi è pari a quella con cui si rapporta alle razze aliene, che nella mano degli sceneggiatori diventano uno strumento con cui affrontare temi di impegno sociale, dalla differenza religiosa ai diritti delle minoranze.
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La prima vita della serie del Dottore andò dal 1963 al 1989, per un totale di 26 stagioni. La serie venne sospesa per un calo degli ascolti, ma il mito non passò mai in sordina; le repliche furono continue, i fan ebbero modo di continuare a seguire le vicende del loro eroe tramite libri, giochi e riviste. La sfortuna volle però che, per incuria o riutilizzo, gran parte dei nastri contenenti gli episodi dal 1963 al 1978 vennero riutilizzati dalla BBC; questo danno venne solo parzialmente arginato grazie al recupero di episodi presso privati, ma un collezione completa di questi episodi è ormai impossibile.
Durante al lontananza del Dottore dagli schermi, vennero fatti molti tentavi di riportare il Tardis e il suo caratteristico suono in una nuova serie; anche negli USA si provò a ricreare il mito del Signore del Tempo, ma il progetto ebbe scarso successo. Questa mancanza dalle scene venne protratta fino al 2013 , anno in cui la BBC rimise in onda le nuove avventure del Dottore; inizialmente affidato al produttore e sceneggiatore Russel T. Davies, nel 2010 viene nominato come direttore della sceneggiatura Steven Moffat (papà anche dello stupendo Sherlock, sempre della BBC).
In questa seconda vita il Dottore ha già avuto diversi volti, iniziando da Christopher Eccleston, passando per David Tennant e Matt Smith fino all’attuale Peter Capaldi. Tutti gli attori hanno saputo imprimere nel mito del personaggio una caratteristica propria, enfatizzando certi aspetti del Dottore e proponendo una versione moderna ma al contempo rispettosa della tradizione del personaggio.
Nonostante alcuni episodi non siano dei capolavori della fantascienza, è innegabile che il Dottor Who sia a tutti gli effetti un esponente di un modo di fare fantascienza più umano, meno impegnato nell’analisi tecnologica e più votato all’azione e al voler raccontare una storia; nelle varie puntate si esplorano vari generi, dallo storico al fanta-horror, presentando personaggi secondari che sono diventati dei veri e propri idoli dei fan, tanto che in alcuni casi hanno dato origine a degli spin-off (come Torchwood, in cui seguiamo le vicende del carismatico Capitano Jack Harness).
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Paragonare Dottor Who ad altre serie di fantascienza sarebbe un errore, non solo perchè ogni serial ha una propria dimensione narrativa, ma perchè è difficile riuscire a trovare un metro di paragone.
Il Dottore manca dello spessore sociale alle spalle di serie come Star Trek o Farscape, ma ha comunque una vasta serie di razze e società ricorrenti; pur avendo una componente di azione non raggiunge i livelli di Battlestar Galactica, ma regala comunque battaglie emozionanti e ben congeniate.
In passato ho cercato di far un parallelismo tra il Dottore ed altre serie, ma ho capito che non si può affrontare il Dottore come fosse una serie di fantascienza canonica; a bene vedere in Dottor Who ci sono così tante componenti, prese anche da diversi generi, che rendono la serie un qualcosa di unico, incatalogabile.
In fin dei conti, lui è il Dottore, serve sapere altro?
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