Eccoci alla seconda puntata di Cosa abbiamo giocato sul Game Pass, che in questo caso vede coinvolto il mese di giugno. Un mese che, causa altri titoli provati non presenti sul Game Pass, vede solamente due videogames provati. Cronologicamente parlando, avremo a che fare con Tell Me Why prima e con Payday 3 poi. Titoli completamente diversi e che non hanno nulla a che vedere tra loro, in modo da poter spaziare velocemente tra tipologie e argomenti ben differenti.
Partiamo dal primo, Tell Me Why. Prodotto da Dontnod Entertainment e pubblicato da Xbox Game Studios, è un lavoro del 2020 diviso in tre episodi differenti, durante i quali vivremo l’evolversi della storia, molto delicata, di due fratelli. Ambientato a Delos Crossing, nello stato dell’Alaska, i due gemelli rivivranno completamente il trauma che molti anni prima li colpì: l’uccisione della madre da parte di uno dei due gemelli. Alyson e Tyler, dunque, non solo si ritrovano a dover rivivere la loro infanzia, con il fine di fare chiarezza sulla madre, Mary-Ann e su quanto mosse le sue azioni. Si, perché Mary-Ann -colpita da un esaurimento nervoso- decise di togliersi la vita. Fatto sta che, a fine titolo, starà a noi decidere se accogliere una versione omicidio-suicidio della madre o solo suicidio. L’uccisione della madre da parte di Alyson, infatti, è stata la conseguenza delle minacce -attraverso una doppietta- che Mary-Ann stava urlando a Tyler. Quest’ultimo, che inizialmente era una bambina, decise di addossarsi tutte le colpe, evitando, così, il riformatorio alla sorella.
Da questa storia, non certo banale da raccontare, possono essere sottolineati diversi argomenti socioculturali: transizione sessuale; instabilità mentale; sicurezza famigliare; ghettizzazione di minoranze etniche. Insomma un titolo che non si vuole fermare al gaming, tra l’altro molto semplice e alla lunga un po’ pesante, ma che vuole affrontare diversi problemi relativi al mondo statunitense. Certo, preponderante -essendo uno dei due protagonisti- è l’argomento sui trans che, a volte, risulta marcato eccessivamente e senza senso.
Il gameplay è molto semplice. Si cercano indizi, si parla con le persone, si prendono decisioni che potrebbero cambiare il finale e i rapporti con gli altri personaggi. Si effettuano discussioni telepatiche con il nostro gemello, evidenziando lo stretto rapporto tra i due e rendendo la telepatia il metodo di progressione che rende possibile il ricordo dei vari eventi relativi alla loro infanzia.
Titolo interessante da provare nel mondo Game Pass, sicuramente non il primo ma nemmeno l’ultimo. Dovrebbe poter interessare a videogiocatori che vogliono vivere un’avventura non troppo impegnativa come gameplay, ma dal tratto socioculturale interessante.
Il secondo titolo, come detto in precedenza, è Payday 3, un FPS cooperativo uscito il 21 settembre del 2023. Lo sparatutto -sviluppato da Satrbreeze Studios– ci permette di collaborare, online, con altri rapinatori ed affrontare ambienti PvE in cui sarebbe consigliato ragionare. E non tirare granate per sbaglio, com’è capitato a me.
Il gioco permette di effettuare diverse rapine in diverse mappe, di personalizzare il proprio personaggio, non solo esteticamente ma anche con l’equipaggiamento. L’obiettivo è quello di accaparrare il più possibile, infilando tutto in un bagaglio e portandolo al punto di estrazione.
Abbiamo la possibilità di contrattare con la polizia, se scoperti, rilasciando gli ostaggi precedentemente minacciati e legati. Questo con il fine di posticipare l’assalto delle forze armate che, una volta iniziato, non si fermeranno più finché ci sarà un solo rapinatore vivo.
Dinamiche che mi hanno sorpreso e divertito, sono un neofita della serie, ma che stridono fortemente con la stupidità di altri contesti. Una polizia del genere nemmeno in uno dei paesi più sottosviluppati del mondo. Stupida, senza un minimo di strategia e che entra da qualsiasi parte. Di esempi ne avrei tanti ma, data la natura rapida dell’articolo, mi limito a raccontarne uno solo, sistematico: ostaggio legato e tenuto davanti a me -meccanismo davvero interessante se non fosse per come viene affrontato dalla polizia- il poliziotto che avanza irrefrenabilmente per picchiarmi. È un peccato, dato che -se pensato in modo migliore- sarebbe stato non solo più realistico ma anche un freno al ritmo -sempre molto elevato- che avrebbe giovato al contesto generale.
In soldoni, nel bene e nel male, Payday 3 è un prodotto davvero divertente e che permette di provare un FPS di natura differente dai tanti in commercio. D’altronde, rapinare, per esempio, una gioielleria non capita mica tutti i giorni. Per chi è amante degli FPS cooperativi può essere sicuramente una buona idea per passare il tempo.
Come al solito, ringraziamo Xbox per averci permesso di provare due dei tanti titoli presenti nella libreria verdecrociata.