Bentrovati con il consueto mensile Cosa abbiamo giocato a settembre sui titoli giocati nel mese passato, rubrica che ha visto uno stop estivo e che, so per certo, vi mancava. Questo mese abbiamo avuto modo di giocare a qualche titolo in più grazie al Game Pass, che ci ha permesso di provarli e iniziare altri giochi che porteremo il prossimo mese. Nella lista di oggi ci sono: Call of Duty: WWII; Far Cry New Dawn.
Iniziamo in ordine cronologico di giocata, quindi da Far Cry New Dawn, targato Ubisoft. Come al solito, quello che vorrei portare qui è l’esperienza del gioco e non la sua recensione. Quindi, quanto e cosa è riuscito a regalarmi nel bene e nel male. Far Cry è un titolo ormai di un’era fa, del 2019, uscito per console di vecchia generazione ma che, nel contesto del franchise (trovate la recensione qui), risulta perfettamente allineato ai titoli più recenti.
L’FPS open world, che è diventato una delle pietre miliari della casa francese, è uno spin-off del precedente Far Cry 5, godendo infatti delle stesse ambientazioni e anche condividendo qualche personaggio. Ignorantemente, ho approcciato il gioco senza sapere bene di cosa trattasse – vuoi per il poco interesse quando uscì, vuoi perché ormai era vecchio – ma è stato una graditissima sorpresa rivedere soprattutto Joseph Seed, Il Padre. Il che mi ha portato subito a quanto accadde nel capitolo precedente, facendomi rivivere i bei momenti del 5.
Il viaggio, a differenza dei vari titoli del franchise, è di breve durata, ma ciò rientra nel contesto dello spin-off. Ci ritroviamo 17 anni dopo la catastrofe nucleare mondiale che ha segnato la fine del predecessore, e ci troviamo costretti a combattere contro la fazione delle gemelle Mickey e Lou, le Highwayman. In tutta questa faida, che ci vede difendere Hope County, incontriamo il Padre, una figura che nel capitolo precedente mi ha rapito. Dal ruolo fondamentale, si rivela importantissimo per l’evoluzione della trama narrativa tanto più per il potere donatoci dal frutto speciale. Vissuta un’esperienza mistica, che per noi consiste nell’ammazzare tendenzialmente orsi, veniamo scelti come eredi di Joseph, acquisendo una forza molto utile contro le gemelle. Il grande limite, anche di questo titolo, è la naturale tendenza del franchise ad essere sempre tutto molto uguale.
Se poi consideriamo che è uno spin-off è un grandissimo more of the same. Tuttavia, il sapore del viaggio è preponderante e la voglia di mantenere il legame con quello che era il suo predecessore è evidente. Insomma, in un anno non si poteva pretendere inventassero troppi elementi nuovi, tanto più considerando la poca fantasia dei titoli alla Ubisoft.
Sempre divertente il reparto looter shooter, che ci vede in una frenetica, senza mai esagerare, dinamica di gioco, accompagnata da un costante elemento di looting. Il prodotto, dunque, risulta essere invecchiato abbastanza bene e, soprattutto, giocarlo ora permette di fare una velata critica: dal 2019 ad oggi, nei titoli Far Cry (che io stra-apprezzo) così come negli altri titoli di Ubisoft, non si evincono grandi cambiamenti o rivoluzioni. Forse qualche domandina me la farei. È proprio questa mancanza di volontà di cambiamenti e/o coraggio che poi ci porta ad una monotonia videoludica spaventosa.
Passiamo ora a parlare dell’altro titolo, confermando la tendenza videoludica nostalgica di settembre: CoD WWII. Il titolo, sempre un FPS ma questa volta con missioni molto lineari, è forse uno dei migliori CoD della storia passata che Activision abbia realizzato. Immersivo, dinamico e solido narrativamente ci ha accompagnato in quello che un soldato americano ha vissuto dal D-day in poi. Qui abbiamo alzato il livello di nostalgia, passando ad un titolo del 2017, ma che è invecchiato veramente bene. Grafica più che soddisfacente, meglio di tanti titoli provati di recente, e titolo molto divertente che mi ha ricordato quel vecchio amore che avevo per il franchise (quante volte l’ho scritto oggi?).
La storia parla da sé: i soliti americani eroici che, seppur con difficoltà, sconfiggono i cattivi, che nella Seconda guerra mondiale erano i nazisti. Oggi chissà chi sarebbero quei cattivi tra i tanti che girano per il pianeta. Fatto sta che, a parte il livello dell’IA che in alcuni contesti risulta spiazzante, GamePass permette – con questi titoli molto vecchi – di rivivere bellissimi ricordi.
Certo, la storia non è in realtà propriamente leggera, tuttavia è talmente ben inserita nell’atmosfera storica da richiamare livelli cinematografici. Quindi, CoD WWII è un titolo che ci permette di vivere la Seconda guerra mondiale cinematograficamente, caratterizzando il protagonista e rendendolo un eroe moderno. Dunque, ha tutti gli ingredienti che l’hanno portato ad un apprezzamento piuttosto solido da critica e pubblico, e che gli permettono di essere oggi attuale.
Nessuno di questi mi ha fatto emozionare come hanno fatto altri titoli portati nella rubrica, come ad esempio Expedition 33. Tuttavia, è giusto far presente anche quei videogiochi artisticamente, dinamicamente e/o narrativamente meritevoli seppur non abbiano smosso troppe emozioni. Attenzione, il paragone fatto con Expedition 33 è solo emozionale, e non qualitativo o comparativo con quanto riportato oggi.