Andrea Riccobelli Videogames 16 Mar 2025
Bentornati nell’articolo mensile sui videogiochi provati nel mese passato, su quello che ci hanno regalato e sull’opinione che ne deriva. Siamo a marzo e state leggendo Cosa abbiamo giocato a febbraio su NerdGate. Abbiamo provato, nel dettaglio, While Waiting su StreamDeck (la cui recensione potete vedere qui), God of War su PlayStation 5 e Carmen San Diego, sempre su PlayStation 5 (anche di questo potete trovare la recensione). Per la prima volta, non c’è un gioco del Game Pass o su Xbox, ma è normale, ogni tanto può capitare che si cambi console. D’altronde, la bellezza del titolo, per quanto soggettiva, ci permette, lo spero, di andare oltre quel marchio che tanto provoca stupidi scontri concettuali.
Iniziamo dal primo menzionato: While Waiting di Optillusion, un’innovazione concettuale dei videogiochi riflessivi. Eh sì, l’esperienza che mi ha regalato questo titolo, al di là del voto che tiene in considerazione diversi fattori, è stata molto interessante. D’impatto, seppur rischioso, l’approccio utilizzato per il gameplay che, potenzialmente, non richiede alcuna azione. Il titolo rispecchia coerentemente quanto vivremo durante le nostre sessioni di gioco. L’attesa del momento, che sia di importanza vitale o di secondo piano, ci permette di concentrarci sull’importanza del singolo istante. Tuttavia, ci scontriamo poi con una crescente noia, non tanto per la trama quanto per il gameplay, davvero molto monolitico. Ciò è in forte contrasto, invece, con la trama e con i tanti minigiochi presenti nei tantissimi livelli. Ecco, proprio questo è uno degli aspetti più interessanti del titolo, oltre allo stile veramente piacevole.
While Waiting rientra proprio tra quei giochi riflessivi e tranquilli che vogliono insegnare a prendersela con calma anche mentre ci si rilassa. Soprattutto mentre ci si rilassa. Siamo, ormai, vittime di titoli super adrenalinici e senza pause a tutti i costi. Proprio queste prese di posizione sono coraggiose e lodevoli. Inoltre, risulta un titolo piacevole da giocare su una handheld, come nel mio caso con la SteamDeck.
Voto emozione: 6.5
Continuando con cosa abbiamo giocato a febbraio, ho avuto il piacere di recuperare un certo God of War. Ormai titolo blasonato, tanto per la bellezza della trama quanto per il gameplay divertente, GoW mi ha conquistato. Non per la sua dinamicità, moderata ed equilibrata per il genere, quanto per la sua storia e per l’intreccio relazionale tra padre e figlio. Kratos e Atreus (Loki) costruiscono un rapporto sempre più intenso e articolato con il passare del tempo. A tratti anche commuovendomi, la profondità toccata nella sofferenza di un marito senza la moglie, di un figlio con un padre non particolarmente affettuoso è centrale nello sviluppo dei protagonisti. Seppur di tipologia diversa, l’affetto che Kratos prova per il figlio si tramuta in un istinto protettivo come Alicia per Hugó (A Plague Tale, di cui parlo qui).
Oltre allo sviluppo narrativo vissuto nelle diverse ore di gioco, il gameplay risulta particolarmente adatto alla tipologia di gioco. Ingredienti importanti sono anche il divertimento, il senso della curiosità, narrativa più che esplorativa, e la spettacolarità della fotografia. Insomma, un gioco completo, che sapevo essere completo ma che desideravo recuperare (La mia infanzia boxara non me l’ha fatto giocare in principio).
Voto emozione 7.5
Infine, un titolo provato sempre su PS5 particolarmente rosso: Carmen Sandiego, di Gameloft. Partiamo dal presupposto che non conoscevo la serie e, devo ammettere, è stata una piacevole scoperta. Nel positivo del piacere videoludico, è subentrato il dispiacere di non averci potuto giocare da piccolo. Sarebbe stato sicuramente uno dei miei must videoludici da bambini. Investigazione, un minimo di ragionamento e un sudoku di indizi che rendono interessanti le varie missioni. Forse, grande pecca, sempre tutto troppo uguale, vanificando quella componente geografica-investigativa che ha reso famoso il titolo. Soprattutto qui, nell’ottica della lungimiranza, il titolo – appunto – pecca di facilità e ripetitività. Proprio quest’ultima, in particolare, risulta fastidiosa, è il risultato una dinamica monotona di investigazione e domande/risposte.
La crescita della regina delle ladre non è sicuramente la componente principale del gioco, che punta più su una trama da guardia e ladri. Non è una critica, tuttavia nel contesto dell’articolo va evidenziata come sia il gioco con il minore sviluppo del personaggio. Complessivamente, il titolo è quello che mi ha emozionato meno. Forse diversi anni fa, direi 20 anni fa, sarebbe stato un gioco che, personalmente, avrei apprezzato molto di più.
Voto emozione: 6