Border – Creature di confine – La recensione

Una favola composta da momenti crudi e dolci, ben calibrati, smorzati da scene cruente e inverosimili, che stupiscono.

Ali Abbasi ci presenta un thriller, fantasy, romantico ed horror, un miscuglio di generi che vuole andare a collimare in una storia inverosimile con alti e bassi.

Horror perché? Perché così è stato presentato, ma pensando alla definizione stessa di horror, mancano molti punti fermi: abbiamo dei personaggi immaginari e mostruosi, ma non abbiamo le atmosfere da incubo.

Il plot è molto semplice, e questo è quasi un punto a favore del film, che prende la situazione anomala e strana (l’esistenza dei Troll, che gli umani vedono solo come persone molto brutte), condita dal solito mood del nord europa (la Danimarca in questo caso), traghetti in movimento, neve e boschi misteriosi. In questo contesto, inserisce una storia di una guardia della dogana, che grazie alle sue doti – non tanto il fisico massiccio, quanto la capacità di fiutare le emozioni, si trova ad indagare su un crimine che già di per sé dovrebbe far sentire lo spettatore a disagio, un caso di pedofilia. In aggiunta a ciò, la protagonista trova un suo simile, lasciando i freni di una vita normale, per buttarsi dentro una relazione selvaggia.

Film tratto dal romanzo di Lindqvist, già conosciuto grazie al libro che ha ispirato Lasciami Entrare, Brilla per tre fattori principali:

  • Il trucco, che enfatizza la fragilità della protagonista, Tina;
  • l’atmosfera lenta e bucolica;
  • Il retrogusto di favola moderna.

Ma i punti salienti finiscono qua purtroppo, rispetto a quanto pubblicizzato, andando ad incappare in una serie di situazioni strane, e gestite in maniera originale ma inverosimile e debole.

La pedofilia non spaventa, ma viene affrontata in maniera quasi secondaria, non dando allo spettatore quella sensazione raccapricciante che un tema simile dovrebbe toccare.

Alcune scelte sulla parte fantasy sembrano più voler stupire lo spettatore che dare una vera informazione utile ai fini della narrazione (come quando i protagonisti fanno sesso), e ci riesce in maniere egregia, non allontanandosi mai da due fattori molto potenti in questo film, la ricercatezza del messaggio del film – come il senso d’appartenenza verso un qualcosa, ed il vero genere che ci viene proposto: la fiaba.
Perché Border – Creature di confine, può esser visto in tanti modi, romantico per la storia d’amore, thriller per la sotto-trama poliziesca, fantasy vista la razza dei protagonisti, horror visto il tono di alcune scene, ma a conti fatti, il miglior modo di definire questo film, è quello di una favola moderna, con personaggi sì atipici, ma pur sempre all’interno di una fiaba, che, grazie anche all’ambientazione, riesce a trasmettere dolcezza ed amore, soprattutto grazie alla protagonista, la bravissima Eva Melander.

Sicuramente può portare fuori strada anche tutto il contorno, come l’immigrazione e la transessualità, ma in questo contesto sono appunto un contorno volto a rafforzare la narrazione, come confermato dal regista, che è riuscito a dare umanità ad un mostro che per anni ha terrorizzato i bambini. 

CONCLUSIONI: Il film non convince dal punto di vista del thriller e del presunto horror, ma al contrario, riesce ad emozionare, anche senza prendere in considerazione il momento in cui Tina vive al meglio la propria relazione d’amore, portando alla luce anche il discorso della ricerca del proprio io e della voglia di trovare il proprio posto nel mondo.

VOTO FINALE: 7

SCHEDA FILM

  • USCITA: 28/03/2019
  • GENERE: Fantasy Moderno
  • REGIA: Ali Abbasi
  • DURATA: 101 minuti
  • SCENEGGIATURA: Ali Abbasi, Isabella Eklöf, John Ajvide Lindqvist
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