Se adorate Alien o siete anche solo alla ricerca di un fumetto di fantascienza che sappia darvi scariche di adrenalina e garantirvi una lettura elettrizzante, sappiate che la vostra voglia di spazio e proiettili fischianti è stata accolta da saldaPress! Proprio ad aprile, la casa editrice porta in Italia la produzione Dark Horse dedicata all’universo degli xenomorfi più letali della fantascienza, iniziano ben due saghe a fumetti che ci accompagneranno nelle settimane che ci dividono dall’uscita di Covenant, la nuova pellicola di Ridley Scott dedicata all’Alien Universe.
Se in precedenza abbiamo già parlato dell’ottimo Aliens: Defiance, oggi ci tuffiamo nelle atmosfere di Fire and Stone, il cui primo numero ha un titolo decisamente profetico: Prometheus!
DOPO ALIENS: DEFIANCE, SALDAPRESS CONTINUA LA PUBBLICAZIONE DEI COMICS DELL’ALIEN UNIVERSE CON LA SERIE FIRE AND STONE
Fire and Stone è una collana in cinque volumi, all’interno della quale vengono raccolti cinque archi narrativi, ambientati nei contesti narrativi di Prometheus, Aliens, Predator ed Aliens vs Predator. L’idea alla base è quella di proseguire quanto visto in Prometheus (2012) e approfondire le tematiche del film di Scott.
L’anno è il 2219 (Prometheus era ambientato nel 2089, ricordate), e una spedizione di recupero è diretta alla volta della luna LV-223, la stessa su cui era andata dispersa una spedizione che aveva portato nientemeno che Peter Weyland sulle tracce della misteriosa razza degli Ingegneri. Nelle prime pagine di questo albo ci viene fatto un rapido riassunto degli eventi salienti di Prometheus, sottoforma di registrazione del diario di bordo da parte del capo della spedizione.
L’impostazione di Prometheus è abbastanza ‘classica’ nel modus operandi di Alien: una spedizione viene inviata a indagare (una luna, un’astronave misteriosa, poco importa) e qualcosa va drammaticamente storto. Quello che diversifica le diverse linee narrative è il come, il dipanarsi degli eventi e la loro importanza all’interno dell’Alien Universe. In questo primo numero di Fire and Stone il punto centrale è la costruzione dei rapporti interpersonali e la loro progressiva demolizione, in nome della sopravvivenza, la fine del senso del branco in favore dell’egoismo alla massima potenza.
Per non farci sentire di fronte ad un qualcosa di già visto, Paul Tobin ci mostra un LV-223 diverso come lo aveva lasciato Scott, un pianeta che ha sviluppato un ecosistema simil-tropicale con tanto di vita animale. Durante l’esplorazione del pianeta, viene rinvenuta un’astronave proveniente da LV-426, Hadley’s Hope, il teatro dello ‘scontro finale’ di Aliens. Inutile dire che all’interno del relitto ci siano ospiti che faranno esplodere la situazione.
La trama di questo primo episodio di Fire and Stone non ci risparmia nulla in termini di violenza e sotterfugi; come sempre, ogni personaggio coinvolto ha i propri segreti, delle missioni nella missione, un segreto aziendale da coprire. Anche in Prometheus queste linee guida tornano, ma vengono mitigate con nuove dinamiche, creando un senso di familiarità che non diventa mai ripetizione. La sensazione è che l’anima di Alien sia presente, certi eventi si ripetono perchè sono parte dell’animo umano, come se l’evoluzione fosse una prerogativa della biologia degli xenomorfi, mentre noi umani rimaniamo schiavi delle nostre bassezze; se l’universo è un posto pericoloso, l’incapacità di agire come un gruppo degli esploratori umani diventa il pericolo maggiore.
A supportare questa intrigante storia di Tobin, ci sono i disegni di Juan Ferreyra, che con uno stile molto particolare sia nel tratto che nell’impostazione delle tavole riesce a trasmettere una sensazione quasi cinematografica, degna incarnazione dell’ambientazione su cui sta lavorando. Il modo in cui viene ricreato LV-223, le situazioni più drammatiche e dinamiche sono spettacolari, anche se il disegnatore ha prestato poca attenzione in alcuni frangenti, facendo emergere dei difetti (come il casco e la ferita di Galgo che appaiono e scompaiono in modo ‘magico’). Con la colorazione di sempre di Ferreyra e del fratello Eduardo otteniamo l’effetto finale, stupendo, sempre in grado di adeguarsi in modo coerente alla situazione, dall’asettica astronave fino alla brulicante giungla.